Né tangenti né soldi, euro o lire che siano, tanto meno per l’affare Serravalle. Nove ore di interrogatorio davanti ai pm di Monza e una sola tesi: io non c’entro nella né ho commesso illeciti. Questa la linea di Filippo Penati interrogato per l’intera giornata di domenica 9 ottobre...
Come noto l’ex vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia è indagato per corruzione, concussione, finanziamento illecito ai partiti, nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di tangenti relativo alle aree ex Falck e Marelli. Data l’inusuale durata dell’interrogatorio è lecito pensare che qualche elemento di novità sia emerso e sia sotto esame soprattutto in vista dell’udienza con il Tribunale del riesame prevista tra un paio di settimane.
“Ho risposto a tutte domande giudici” – “Come avevo richiesto, oggi sono stato interrogato dai procuratori della Repubblica di Monza, che indagano sulla mia vicenda e ho risposto a tutte le loro domande, ricostruendo nel dettaglio i rapporti da me intrattenuti sia con i coimputati sia, soprattutto, con gli imprenditori che mi hanno accusato”, spiega in una nota l’ex sindaco di Sesto San Giovanni.
“Ho riferito quanto a mia conoscenza e credo di aver dato un contributo che ritengo comunque importante per consentire agli organi giudiziari, che proseguiranno le indagini e che dovranno successivamente esprimere un giudizio, di stabilire, nel modo più completo possibile, se io debba essere considerato responsabile o meno delle accuse che mi sono state rivolte. Desidero precisare che, all’esito della decisione giudiziaria, mi riterrò libero di chiedere alla magistratura di accertare se coloro che mi hanno accusato, lo abbiano fatto ingiustamente e, quindi, debbano rispondere di tutti i danni da me subiti”.
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