martedì 4 ottobre 2011

Censimento: il Paese si fa l’autoscatto

La consegna dei moduli avviene per posta. Intanto qualche polemica è già venuta alla luce a proposito della complessità delle domande, del linguaggio scarsamente comprensibile.

Avviatasi il 12 settembre proseguirà fino al 22 ottobre la consegna dei questionari per il quindicesimo Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2011, con due novità rispetto al passato: la consegna dei moduli avviene per posta e la possibilità di compilarli on line...

La rilevazione che l’Istat effettua ogni 10 anni, permette di conteggiare la popolazione e conoscere le sue caratteristiche, di aggiornare e revisionare le anagrafi comunali, così individuare la popolazione legale sia a fini giuridici generali che a quelli elettorali. Il Censimento raccoglie inoltre informazioni sulla quantità e le caratteristiche strutturali delle abitazioni e degli edifici

Il questionario non va compilato prima del 9 ottobre, data di riferimento della fotografia del paese e interessa 25 milioni di famiglie, circa 61 milioni di abitanti, italiani e non, e 8.092 comuni e potrà essere restituito via Internet, tramite gli uffici postali e i centri di raccolta predisposti dai Comuni. Si calcola che Internet utilizzata dal 20% della popolazione. Si avrà tempo fino al 20 novembre per riconsegnare i moduli

Le famiglie che entro il 20 novembre non avranno riconsegnato autonomamente il questionario compilato riceveranno a casa la visita di un rilevatore comunale, riconoscibile da un tesserino (denominato Carta di autorizzazione per il rilevatore) rilasciato dal Comune. L’operatore è incaricato di sollecitare la restituzione dei questionari compilati ed eventualmente fornire alle famiglie l’assistenza necessaria alla compilazione.

Dal 21 novembre 2011 al 29 febbraio 2012 i Comuni metteranno in campo i rilevatori, incaricati di recuperare i questionari non ancora restituiti e rilevare le famiglie non presenti nelle Liste anagrafiche. Dovranno rilevare anche: le convivenze (ospedali, alberghi, conventi, ecc.), le abitazioni non occupate e gli edifici. In questa edizione i rilevatori saranno in numero ridotto rispetto al passato, circa 60 mila. Compilare il questionario è un obbligo sancito dalla legge In caso di mancata compilazione è infatti prevista una sanzione che va da un minimo di duecento a un massimo di duemila euro.

I Comuni con meno di 20 mila abitanti dovranno concludere le attività entro il 31 dicembre 2011, quelli con popolazione compresa tra 20 mila e 150 mila abitanti entro il 31 gennaio 2012 e quelli con più di 150 mila abitanti entro il 29 febbraio.

Intanto qualche polemica è già venuta alla luce a proposito della complessità delle domande, del linguaggio scarsamente comprensibile e come sempre viziato dal burocratese. Anziani e cittadini stranieri sono quelli che al momento denunciano le difficoltà maggiori.

Quanto ci costa 
Il costo massimo complessivo previsto per la realizzazione del 15mo Censimento della popolazione e delle abitazioni è di 590 milioni di euro, così suddivisi: 330,6 milioni di euro per contributi agli Organi di Censimento (Comuni, Regione Val d’Aosta, Province autonome di Trento e di Bolzano, Ministero dell’Interno); 220 milioni di euro per spese correnti relative all’acquisto di beni e servizi (web hosting, stampa e spedizione dei questionari, registrazione dei dati, ecc.); 8,6 milioni di euro per spese in conto capitale (acquisto di strumenti tecnologici e informatici); 30,8 milioni di euro destinati alla remunerazione del personale assunto dall’Istat a tempo determinato per il Censimento.

Il costo per abitante sarà di circa 10 euro per l’intera operazione censuaria, un livello più basso del costo pro-capite del Censimento statunitense (34,4 euro) e lievemente più elevato del costo pro-capite del Censimento britannico (8,7 euro). 


Il primo fu nel 1861
In Italia i censimenti generali della popolazione e delle abitazioni sono ormai una tradizione, così come in molti altri Paesi del mondo. Il primo Censimento della popolazione risale al 1861, anno dell’unificazione del Paese nel Regno d’Italia, quando gli italiani erano 26 milioni e trecentomila. Da allora sono state realizzate 14 rilevazioni, di cui l’ultima risale al 2001. 

Con il Censimento 2011, e una popolazione che supera i 60 milioni, si arriva a 15. Dal 1861 le tornate censuarie si sono susseguite ogni dieci anni con le eccezioni del 1891, per le difficoltà finanziarie in cui versava il Paese, e del 1941, a causa della guerra. Un’altra eccezione è il Censimento del 1936, svolto a soli cinque anni dal precedente a seguito di una riforma legislativa del 1930 che ne aveva modificato la periodicità, subito dopo riportata a cadenza decennale e rimasta invariata fino a oggi.

1 commento:

  1. Sonole 9,45 e nonostante il cartello che annuncia l'inizio della raccolta dati on-line per le 9, non è ancora possibile inserire i dati dal sito indicato sul frontespizio del censimento: www.censimentopopolazione.istat.it

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