venerdì 21 gennaio 2011

Cibi adulterati: grazie alla Cassazione produrli e venderli torna ad essere un reato

È stato raccolto l’allarme lanciato dal procuratore Guariniello che, la scorsa settimana, aveva sottolineato il rischio che centinaia di processi venissero di fatto cancellati per effetto delle disposizioni "taglialeggi" del ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli. La Corte di Cassazione, che confermato la legge che permette di indagare sui cibi adulterati, guasti, scaduti affermando che "La disciplina in tema di tutela degli alimenti contenuta nella legge numero 283 del 1962 non rientra fra quelle abrogate dalla legge numero 246 del 2005 (la cosiddetta "taglialeggi", ndr) e relativi decreti attuativi". L’orientamento dei tribunali, sulla base della precedente sentenza della Cassazione, era di assolvere gli imputati...
 

Un caso per tutti: il Tribunale di Benevento, a dicembre, si era espresso per un’assoluzione "perché il fatto non è più previsto come reato". Più cauti a Torino, dove sono stati disposti dei rinvii tecnici in attesa che la situazione si chiarisse. E il chiarimento atteso è arrivato con la sentenza terza sezione della Suprema Corte. Le motivazioni, com’è consuetudine, devono ancora essere depositate ma poiché la questione è considerata di grande importanza, la Cassazione ha diramato una "informazione provvisoria" in cui annuncia appunto il senso della decisione.

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