giovedì 7 aprile 2011

LETTERA APERTA ALLE CITTADINE E AI CITTADINI DI BUCCINASCO DA PARTE DEL PROFESSOR GIOVANNI CORALLO

Ovvero come una lettera ricca di buone intenzioni e di nobili sentimenti abbia nella coda un pericoloso veleno: quello della falsificazione della realtà  e della mistificazione dei fatti 


IL TESTO DELLA LETTERA 
Immagino che molti di voi, come me, ieri sera abbiano seguito la trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio. Era sabato e pregustavo, come le altre settimane, l’intervento del vicedirettore del quotidiano “La Stampa”, Massimo Gramellini con le sue sette notizie snocciolate con sapiente regia in un crescendo che prepara la “sorpresa” finale contenuta nella numero uno...


Dulcis in fundo”, si direbbe dopo un lauto pasto.
Questa volta la mia attesa racchiudeva una vena d’impazienza non tollerando l’ipocrisia, la superficialità e il vuoto culturale di Maurizio Gasparri, alto (si fa per dire) esponente del PDL o di quel che ne rimane.
     
Ed ecco Gramellini con i suoi fogli, con l’espressione sorniona e furbesca di chi ha l’asso nella manica e sa che presto stupirà, come sempre, i telespettatori coinvolgendoli nel suo gioco al rialzo.
La notizia numero due, correlata di una grande foto proiettata sullo schermo dello studio, mi ha colto di sorpresa e non perché ignaro dei fatti..
     
Vedere l’immagine del sindaco di Buccinasco, con la sua consueta sicurezza giovanile che confina non di rado con la spavalderia, ascoltare il racconto dei fatti, essenziale e tagliente come una lama affilata, immaginare le sue apparizioni in città su una Ferrari prima e su una Bentley dopo, sapendolo in carcere assieme ad altri responsabili dell’amministrazione del comune, arrestato il giorno dopo aver fatto un intervento sulla legalità in una manifestazione organizzata dall’associazione “Libera”, di cui è esponente di spicco una mia ex alunna, Rosa Palone, tutto questo ha suscitato in me un sentimento di vergogna.
     
Sì, ho provato vergogna per lui, per loro, per la città alla cui storia ho partecipato anch’io, per i cittadini e le cittadine che vivono onestamente (e sono la stragrande maggioranza), per le bambine e per i bambini, per le ragazze e i ragazzi che hanno incontrato nelle loro scuole il Sindaco, che hanno avuto in lui fiducia considerandolo un modello…
Ho pensato alle famiglie degli arrestati, soprattutto ai figli e alle figlie…
Quanta sofferenza, quanta delusione!
Quanto tempo ci vorrà per riparare i danni morali e culturali, ammesso che sia possibile farlo?
Da dove cominciare o ricominciare?

Venerdì  sera avevo incontrato casualmente Mario Arrigoni, vicesindaco e assessore alla cultura. Era fermo sul marciapiedi e si appoggiava ad una vecchia bicicletta nera, con i freni a bacchetta, eredità di un suo amico.
Questo suo racconto mi ha fatto entrare in sintonia con lui, gli ho chiesto come stava. Appariva provato, addolorato per i suoi amici finiti in carcere (si riferiva ai due assessori di area CL come lui) e anche per il Sindaco che aveva avuto modo di conoscere in quattro anni di amministrazione.
“Non se lo meritavano!”. Queste le sue parole.
     
Quanto all’amministrazione, si sentiva sollevato per il prossimo arrivo del commissario perché “con questa maggioranza non me la sento di assumermi la responsabilità di sindaco”. Ha detto queste parole prendendo le distanze dalla maggioranza di cui ha fatto parte con il suo gruppo, espressione di CL.
Ci siamo salutati.
Sulla via del ritorno ho pensato a quello che avrei potuto dirgli e che non gli ho detto per rispetto della sua sofferenza.
     
Adesso, con un certo distacco e lucidità, gli chiedo come mai al momento delle scelte politiche nell’anno 2007 non abbia saputo valutare i futuri alleati.
Come mai tutto il gruppo CL, che può contare sulla guida morale dei responsabili della parrocchia, non abbia saputo discernere, non abbia colto i segni dei tempi (in termini ecclesiali si chiama “funzione profetica”).
Quali sono stati i criteri di scelta?

Maurizio Carbonera, Sindaco uscente, non si era mai trastullato con macchine vistose, le sue erano state bruciate dai soliti ignoti e tutto il paese, parrocchia compresa, era stato solidale con lui partecipando alla fiaccolata per la legalità.
Accendiamo la legalità”, questo, se non ricordo male era scritto sullo striscione che apriva il corteo. C’ero anch’io e ho camminato accanto a Maurizio che è mio amico.
     
Eppure qualcuno ha remato contro, mi riferisco al settimanale “Sì o no” che ha dato scarsa rilevanza sia alla manifestazione che alle intimidazioni subite dal sindaco in quanto sindaco, figura simbolica di un’istituzione democratica patrimonio di tutti gli abitanti: il Comune.
La lettera che ho scritto a quel settimanale ha avuto come risposta il silenzio.
     
Penso che sia necessaria una rivoluzione morale e culturale da parte di quanti amano la loro città, una ricerca del bene comune, un riconoscimento degli errori fatti non solo dalle forze politiche ma anche da quanti, pur abitando a Buccinasco, non sono interessati alla città La usano per dormire, per usufruire dei servizi, non ne conoscono né la storia né le vie, escono la sera per la passeggiata con il cane, mentre tutto il giorno sono via a lavorare.
A Buccinasco c’è bisogno di una cultura dell’appartenenza e della cittadinanza attiva. E questo vale per tutta l’Italia.

Con affetto.

Prof. Giovanni Corallo

Corsico, 27.03.’11 


      
IL NOSTRO COMMENTO 



Bella lettera, sentita e per molti versi condivisibile. Peccato che a proposito del SìoNo il professor Corallo riporti notizie false, inutilmente false perché facilmente smentibili (basta andare a consultare l’archivio del giornale che è ovviamente a disposizione di chi desiderasse farlo). Dunque per il professor Corallo in occasione della manifestazioni di solidarietà all’ex sindaco Carbonera SioNo ha “remato contro” dando scarso rilievo alle iniziative svoltesi a quel tempo.

O il professor Corallo ha una scarsa conoscenza della terminologia relativa alla navigazione, quindi ignora il significato del termine remare contro o è un lettore distratto e smemorato e parla di ciò che non conosce e non ricorda oppure mente deliberatamente confidando che nel tempo i suoi lettori non ricordino come andarono le cose. 

Ci permettiamo di ricordarlo noi. 

In occasione della manifestazione da lui citata Sì o No dedicò (le manifestazioni furono due in effetti) sul numero 42 del 9 dicembre 2005 il titolo principale della prima pagina e una pagina intera all'interno (a firma del sottoscritto) mentre sul numero 43 del 16 dicembre 2005, ancora un titolo in prima pagina e mezza pagina all'interno (a firma di Maria Ficara che segue sempre puntualmente eventi di questo genere) con tanto di foto di striscione e di Carbonera (quindi probabilmente vi appare anche lo stesso Corallo che era al fianco, a suo dire, dell’allora sindaco). 

Naturalmente le copie sono a disposizione di chiunque desideri vederle. Della lettera inviataci dal prof. Corallo non ho memoria, ma sarei propenso ad escludere che la pubblicazione o meno delle sue lettere possa rappresentare l'unità di misura della rilevanza di un evento. Credo però che non essere bugiardi e mistificatori rappresenti già di per sè un bel contributo alla cultura della legalità. 

Pur essendo le affermazioni del professor Corallo palesemente calunniose e diffamatorie, non ci aspettiamo né chiediamo alcun risarcimento materiale (anche se in questi tempi grami ci farebbe pure comodo), ma le sue scuse sì.

Fulvio Scova

4 commenti:

  1. Caro Fulvio Scova, le farò pervenire per altri canali la lettera di cui non ha memoria. Qui non c'è l spazio sufficiente. Le voglio precisare che mi riferivo non alla manifestazione di dicembre 2005 ma a quella del primo aprile dello stesso anno, quando parteciparono circa 1500 persone. Insomma la prima manifetazione di cui il vostro settimanale da notizia o nel numero di venerdì 8 aprile 2005 o in quello della settimana successiva. L'articolo si sviluppa su due colonne,è pubblicato a pag.8 ed è firmato da Giacomo Pettenati. Nessuna foto in prima pagina e un servizio scadende sia nell'informazione sia nel rilievo dato a fatti così importanti.
    POtrà controllare lei stesso e si accorgerà che il naso lungo non mi appartiene e chi calunnia non sono certo io. Le scuse sono io a pretenderle.
    Un saluto a denti stretti.

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  2. Ieri sera ho scritto un post su questo blog in cui precisavo alcune cose importanti che chiarivano la mia posizione.
    Del mio post non c'è ancora nulla. Ancora una volta il silenzio come risposta?
    Caro Fulvio (ti del tu), se solo avessi esercitato l'arte del dubitare, se avessi praticato la verifica delle fonti cercando fra i numeri del tuo settimanale pubblicati nella prima metà di quell'aprile 2005, se poi avessi riflettuto sulla mia persona, su quello che sono, che dico e che sento da te stesso riconosciuto "bello", e se infine avessi considerato il fatto che non sono uno sprovveduto... Tanti se che tu hai saltato, sicuro di incastrarmi e di umiliarmi, finanche di minacciarmi con una paventata richiesta di risarcimenti per fare un po' di quattrini (in questo voi di Sì o No siete esperti e mi riferisco alla pubblicità).
    Nel vostro blog sono paragonato a Pinocchio. Io sono un uomo libero e dico quello che penso e che sento. Non ho secondi fini.
    Ricordati: in dubio libertas ma amche, aggiungo io, veritas.
    In ogni caso ti auguro una Buona Pasqua di Resurrezione già in questa vita, un passaggio dall'uomo vecchio all'uomo nuovo, una metanoia. Ed è quello che auguro anche a me e a tutti gli esseri umani.

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  3. Gentile professor Corallo,

    non entro in merito al contenuto di quanto indirizzato al collega Scova. Mi permetto solo di fare un paio di considerazione sulla "forma".
    cito:
    "Ieri sera ho scritto un post su questo blog in cui precisavo alcune cose importanti che chiarivano la mia posizione.
    Del mio post non c'è ancora nulla. Ancora una volta il silenzio come risposta?"

    Quello che lei chiama "ieri sera" era MEZZANOTTE e 16 minuti. Cosa si aspetta? Che stia al pc di sabato notte per poter pubblicare i commenti a qualsiasi ora del giorno e della notte??!!

    Se poi aggiungiamo che si tratta di sabato... scusi tanto se non siamo la Redazione di un quotidiano sempre aperta e se abbiamo una vita privata... almeno nel week end!

    L'altro suo simpatico accenno alla pubblicità... Il giornale vive solo ed esclusivamente grazie alla pubblicità, non riceve un solo centesimo da Stato, Enti o quant'altro. Come dovremmo provvedere, mi dica?

    Questa mattina (DOMENICA) scrive un altro commento in cui lamenta la mancata pubblicazione del suo commento di mezzanotte e subito ci vede "dietro" una censura.
    Beh, l'accenno alla Pasqua di Resurrezione l'ha fatto lei, quindi ben saprà che oggi è la Domenica delle Palme. Mi perdoni se non mi sono portato il pc a messa per pubblicare i suoi commenti.

    Forse avrei dovuto bloccare il prete e correre a casa?...Bah...

    Ha ragione, lei dice ciò che pensa, ed è più che lecito. Se posso darle un umile consiglio, dal basso della mia posizione: importante è anche pensare a ciò che si scrive...

    Cordialità

    ps. Ho comunque contattato Scova, mi ha detto che è impossibilitato a risponderle nell'immediato. Sa, è domenica...

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  4. Dopo ben 10 giorni il professor Corallo trova finalmente il tempo per replicare al nostro commento alla sua lettera aperta ai cittadini e alle cittadine di Buccinasco del 27 marzo scorso. Il professor Corallo cova e medita la sua risposta per dieci giorni, ma non concede a noi 10 ore (notturne e festive) per pubblicare il suo commento. Si irrita e si inalbera, il che aggiunto alla sua concezione dell’informazione per cui un evento è rilevante o meno a seconda della pubblicazione di una sua lettera, ci induce a pensare che il professore abbia del proprio ego una visione se non smisurata, un tantino alterata; parlarne con qualche persona di sua assoluta fiducia che possa aiutarlo a ritrovare una visione più realistica delle cose non potrebbe che fargli bene. Ma questo attiene ai comportamenti soggettivi. Ciò che è più grave è constatare come il professor Corallo ha utilizzato i 10 giorni che si è preso per metter su una replica al nostro commento. Purtroppo dobbiamo prendere atto che li ha utilizzati per coprire una menzogna con un’altra menzogna, dimenticando che una menzogna non lava l’altra ma ci si somma, determinando così l’infelice risultato di due menzogne. Perché vede, professor Corallo, nella sua lettera lei non si riferisce per nulla alla manifestazione di aprile ma a quella di dicembre, perché è in quella, come le foto possono dimostrare, che venne utilizzato lo striscione da lei citato e le parole d’ordine che lei ricorda. Il tentativo di retrodatare gli eventi per i quali noi saremmo rimasti un po’ indifferenti si giudica da sé, ma non basta. Infatti anche omettere una parte della verità è una sorta di menzogna. E’ vero che nel numero dell’8 aprile noi dedicammo due colonne (che comunque non sono poche e per di più, al contrario di quanto lei afferma, erano esaustive e dettagliate nel racconto dei fatti) e nessun richiamo in prima pagina alla manifestazione della settimana precedente. Ciò che lei finge di non ricordare è che la prima pagina era dedicata alla scomparsa di Papa Giovanni Paolo II (deceduto il 2 aprile e i cui funerali si svolsero proprio nella giornata dell’8, un accadimento che ebbe una certa risonanza su tutta la stampa mondiale e non solo sul nostro settimanale), mentre l’ultima pagina e un inserto speciale all’interno, erano dedicati ai risultati delle elezioni regionali e a quelle comunali di Corsico. Due eventi tra loro diversissimi ma che per noi avevano una rilevanza fuori dall’ordinario e che inevitabilmente finirono con il collocare in un piano inferiore (ma non certo in ultimo piano) le altre notizie di quella settimana. Ancora una volta quindi ci troviamo di fronte ad un suo tentativo, peraltro ancora maldestro, di falsificare l’andamento dei fatti, una pratica alla quale si dedica con un accanimento degno di cause sicuramente migliori. Stando così le cose la tranquillizzo non solo per i quattrini, che nessuno le ha chiesto come risarcimento danni, ma anche riguardo le scuse. Se le tenga pure, dubito che conterrebbero un nucleo di verità.
    Fulvio Scova

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