martedì 5 aprile 2011

ASSAGO - La maggioranza, ma non tutta, approva il bilancio. Si venderanno aree e si costruirà

bilancio di previsione per il 2011 del Comune di Assago
Il 31 Marzo si è svolto il Consiglio Comunale di Assago nel corso del quale sono stati dibattuti, fra gli altri, 2 punti di un’importanza rilevante per le sorti future del territorio del Comune. Al Consiglio veniva infatti sottoposta l’approvazione del piano dei beni pubblici soggetti a vendita ed il bilancio di previsione per il 2011...


La prima delibera conferma quanto è stato anticipato nei giorni scorsi circa la volontà dell’Amministrazione Musella di porre in vendita parte dei beni pubblici di proprietà fra i quali si annoverano le aree di Via Roma/Sardegna (attuale campo di calcio libero)  l’area retrostante i civici  di Via Matteotti n. 9/15/19, l’area di Via Volta dietro stante la RSA Pontirolo precedentemente destinata quale ubicazione per le residenze degli anziani autosufficienti.

Le aree in questioni risultano inquadrate allo stato fra le aree verde standard o aree a destinazione agricola. L’intento della Giunta Musella è quello di consentire l’edificazione di tali aree in barba ad ogni forma di rispetto delle attuali destinazioni ed alle promesse elettorali, contenute nel programma di mandato, della stessa Lista Musella, Sindaco che aveva promesso mai più un metro di cemento se non veniva approntata la nuova viabilità.

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Il motivo per il quale la Giunta Musella ricorre allo stratagemma della vendita dei beni pubblici di cui sopra, ai quali bisogna aggiungere due capannoni di proprietà comunale e una quota rilevante della farmacia comunale ancora da realizzarsi, sta nel fatto che con le politiche portate avanti nel corso di questi 18 mesi si è prodotto un buco di bilancio di quasi 8 milioni di euro

In sostanza si sono già spesi 8 milioni di euro e quindi bisogna trovare le soluzioni. Le opposizioni, in particolare l’ex sindaco Raimondo, hanno messo in luce comportamenti a dir poco irrituali rispetto ai quali, lo stesso gruppo si riserva ogni iniziativa per perseguire l’invalidità del documento di bilancio e la conseguente protezione delle aree verdi e beni pubblici. In particolare l’ex Sindaco ha fatto rilevare il mancato rispetto di alcuni postulati di bilancio quali ad esempio quello della veridicità in ragione del fatto che le aree da assoggettare a vendita, nelle intenzioni della maggioranza, sono prive di un documento di stima ad opera di un esperto o di uno dei responsabili delle aree tecniche del comune. 

Tale circostanza, confermata dal Segretario comunale all’interno della riunione dei capo-gruppo, avvalorata dal fatto che in bilancio è stata inserita una cifra a dir poco rilevante pari a 6.9 milioni ottenendo il relativo pareggio finanziario, a parere di Raimondo viola principi fondamentali di stesura del bilancio preventivo.

Raimondo nel corso del suo intervento ha anche proposto alla maggioranza una soluzione che avrebbe messo al riparo il bilancio, senza essere costretti a perseguire la vendita dei beni pubblici. In sostanza Raimondo ha proposto che la realizzazione di alcune importanti opere previste nel piano delle opere pubbliche triennali, non avendo il requisito dell’urgenza, potevano essere rinviate agli anni futuri. Fra queste si cita per pura sintesi il “bosco in città” per un importo di 1.8 milioni, la realizzazione della “Sport-house” nel centro polisportivo di Via di Vittorio per un importo di 1.2 milioni, la realizzazione della caserma della “Guardia di Finanza” per 0.2 milioni, la sistemazione della “Piazza Padre Pio” per 0,550; tali risparmi aggiunti ad altre voci minori avrebbero comportato un’esigenza di entrate inferiore di 5.3 milioni; la maggioranza avrebbe dovuto recuperare solamente la differenza ricorrendo alla stipula di un mutuo di scopo.

La proposta non è stata presa neanche in considerazione. Le proposte della maggioranza sono così passate al vaglio del voto, ma tra le fila di Musella va annotata la defezione dei consiglieri Flavio Vettorel e Ivo Simone (assessore al Commercio), il che fa pensare a un qualche dissenso interno.

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