martedì 19 aprile 2011

CESANO - 350 firme per salvare “Oltre il Nido”

Sotto la scure dei tagli sembra destinata a cadere anche l’esperienza di “Oltre il Nido”, un servizio molto apprezzato, in funzione da quasi un decennio, e dedicato ai bambini da 0 a 36 mesi, accompagnati da un adulto e gestito da alcune educatrici. Motivo del taglio, la mancanza di fondi che affligge tutte le casse degli Enti Locali. Ma a molti cittadini del cesanese, e non solo, la scelta non va giù. Ecco quindi la petizione di cui forniamo una sintesi, che invita l’Amministrazione a tornare sulla sua scelta:...


“…tagliare la struttura denominata con felice intuizione anni fa “Oltre il Nido”, ci sembra un po’ semplicistico nonché ininfluente a sanare il compromesso bilancio comunale. Che per mettere una pezza ad un problema ben più vasto vadano a rimetterci sempre le categorie più indifese, bambini e anziani, ci sembra veramente ingiusto…. La sfida che qui Vi chiediamo di cogliere, a dispetto dello scarso senso civico imperante, a dispetto del disconoscimento dei principi etici e morali, è proprio quella di continuare a credere e ad investire in questo tipo di servizi ai cittadini, poiché questa è la strada per recuperare e infondere quei valori di cui oggigiorno ci sentiamo defraudati.

La struttura di “Oltre il Nido” non è un di più, ma un necessario se si crede in quello che da sempre si predica, e cioè l’importanza della crescita psichica e fisica del bambino nei suoi primi tre anni di vita che ne condiziona il futuro, l’importanza del sostegno ai nuclei familiari, e non ultima la capacità di una Amministrazione di rispondere in modo flessibile e adeguato ai reali bisogni dei cittadini.
L’utenza  che accede a Oltre il Nido è perlopiù composta da: 
  • famiglie giovani con madre non lavoratrice a volte per una scelta coraggiosa, quella appunto di vivere insieme al figlio i suoi primi importanti tre anni di vita;
  • famiglie giovani con madre non lavoratrice, non per scelta, ma per mancanza di figure parentali o di persone affidabili che possano prendersi cura del figlio e permetterle di dedicarsi alla difficile ricerca e mantenimento di un posto di lavoro;
  • famiglie giovani con madre lavoratrice, il più delle volte per necessità, o comunque anche per una legittima realizzazione di se stessi, con affido del piccolo alla cura in massima parte dei nonni o altre figure di riferimento.
E’ evidente che in questo quadro, l’Amministrazione Comunale, cui competono i servizi sociali, viene sollevata dal grave onere di farsi carico della cura e dell’assistenza del bambino, con un notevole risparmio per la comunità.

Ma l’aspetto più importante e da non sottovalutare, se si crede in quello che si va da sempre dicendo, riguarda proprio il bambino, il futuro cittadino, che nei suoi primi anni di vita non viene lasciato solo con la madre o con figure anziane, non supportate minimamente, ma impara a socializzare con i suoi coetanei, a rapportarsi con altre figure anche educative, e a prepararsi alla scuola materna e al futuro…

Non abbiamo assolutamente la presunzione di insegnare come si amministra un bilancio e non vogliamo guerre fra poveri, ma siamo certi che la sensibilità  e la capacità dei nostri amministratori riuscirà a scovare tra le pieghe del bilancio una soluzione per il prolungamento di questo servizio.

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