lunedì 14 maggio 2012

TREZZANO - “Non è giustizia”, Butturini racconta la sua verità

Venerdì 25 maggio alle ore 19, presso il Salone Centro Parrocchiale Sant’Ambrogio di via Rimembranze 1 a Trezzano s/N , sarà presentato il libro – memoriale di Tiziano Butturini sulla vicenda giudiziaria che l’ha coinvolto. Espiata la pena per corruzione, l’ex manager di importanti società del ciclo idrico racconta la sua verità e l’esperienza vissuta specie nei centoventi giorni di custodia cautelare a San Vittore. Ne esce una storia sofferta e ricca di emozioni. 

La riflessione percorre le fasi del procedimento inquadrandolo nel contesto della nuova tangentopoli lombarda e delle inchieste milanesi contro la criminalità organizzata...

Ritenendo di non avere avuto giustizia, Butturini argomenta la sua innocenza e ne spiega le ragioni, pone in risalto gli eccessi di una Magistratura che, secondo l’autore, è andata oltre il dovuto.

Tiziano Butturini (Brescia 1956) è stato Presidente dei consigli di amministrazione di TASM spa e AMIACQUE srl, promotore delle Case dell’Acqua. In passato funzionario del PCI-PDS, sino a metà degli anni ’90 ha ricoperto la carica di Sindaco del Comune di Trezzano sul Naviglio.

5 commenti:

  1. Due pagine per inquadrare il personaggio di cui sopra: nella prima le accuse e nella seconda la sua difesa.

    http://www.milanomafia.com/home/trezzano

    http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_maggio_7/20120506BRE05_18-20163193366.shtml

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  2. Il Problema però è un altro, se si combatte per una giustizia diversa bisogna farlo con coerenza fin dall'inizio, non si può accettare il "patteggiamento" e poi scrivere il libro. Il carcere è un'esperienza dura e dolorosa, ma ogni giorno che passavo lì pensavo a chi ha fatto anni e anni lottando per un mondo migliore, ho pensato a chi combatte da una sedia a rotelle contro la SLA, ho pensato a tanto e a tutto, e oggi sono qui, in piedi, a combattere ancora, per il mio libro dovrete aspettare.

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    1. E’ strano questo risentimento di Cereda nei confronti di Butturini.
      Soprattutto da parte di uno che ha subito la stessa drammatica esperienza carceraria (Butturini è stato un po' più a lungo in carcere ed in condizioni di salute precarie).
      Certamente singolare è l’idea che “non si può accettare il "patteggiamento" e poi scrivere il libro” quasi che la pena escludesse per sempre il diritto ad esprimere le proprie opinioni e le proprie verità.
      Butturini in “Non è giustizia” racconta con dovizia di particolari come lui ritenga di essere stato costretto a “subire” il patteggiamento.
      Prima di esprimere giudizi così netti e trancianti sarebbe doveroso almeno leggere il libro.
      Fino a prova contraria ogni indagato (o imputato) è innocente e questo vale certamente anche per il signor Cereda, non mi piace però il suo garantismo a corrente alternata.

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  3. Caro Edoardo, la mia solidarietà verso Butturini e verso la moglie lo dimostrai quando ancora la macchina della Giustizia non mi aveva toccato, quindi credo le sbagli valutazione.
    Detto ciò, il patteggiamento è quello che vogliono le Procure (che altrimenti non lo accetterebbero nemmeno), la tattica è semplice, si inventa un colpevole, gli si costruisce sopra un reato con un teorema, lo si tiene in carcere per fargli confessare colpe che non ha e, alla fine, si insabbia tutto con il patteggiamento. Ecco, io credo che l'unico modo per scoprire il gioco e battersi per fare dell'Italia un paese davvero libero, sia quello di rifiutare ogni compromesso ed ogni patteggiamento, battendosi con coraggio come tutti quelli che, molto prima di noi e rischiando ben più di noi, lo hanno fatto contro ogni genere di soperchierei e di abuso di potere.
    Amicizia quindi e solidarietà a Tiziano e a Lilliana, ma critica verso la sua "resa" ad un potere che, se nessuno grida, non sarà mai sconfitto.

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  4. Ho conosciuto ... quasi per caso Lorenzo Bacchetti ... mi ha consigliato il suo libro. L'ho letto in una sera e mezza.
    Penso che la giustizia non faccia parte di questo mondo e dell'uomo in generale (almeno allo stato attuale della società).
    Utopismi e utopie non ne sono rimaste (Liotard e la fine dei grandi racconti); ma come uomini ne sentiamo urgentemente bisogno, quantomeno per tracciare la linea tratteggiata che serve per ipotizzare un futuro migliore. Un futuro condiviso, una nuova utopia concreta (E.Bloch).
    Ne abbiamo tutti un gran bisogno, quantomeno per allontanarci da una realtà cruda e crudele in cui il potere è fine a se stesso e si autoalimenta modificando persone , fatti e realtà.
    Non la conosco, ma le sono comunque vicino come sono vicino a tutte le persone "ingiustamente giustiziate da una giustizia ingiusta".
    Giulio Manera.

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