Panico da terremoto. Solo così si può definire la paura che si è diffusa dopo le ultime scosse registrate in mattinata nel milanese. Un timore però ingiustificato. Nella zona sud di Milano, secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il valore di pericolosità sismica è compreso tra 0,025 e 0,050, il più basso dell'intera area intorno al capoluogo lombardo. E a tutte le persone che si sono rivolte in mattinata agli uffici comunali di Corsico è stato spiegato che non ci sono motivi per allarmarsi.
D'altra parte abbiamo spiegato più volte, nel corso degli anni, durante incontri specifici organizzati in diverse classi e con le insegnanti che la nostra zona ha un rischio sismico uguale praticamente a zero, perché siamo su una falda acquifera e non avvertiamo le onde sussultorie, quelle cioè che provocano i danni maggiori. Abbiamo inoltre detto cosa fare in caso di scosse anche lievi: rifugiarsi sotto i banchi, allontanarsi dalle finestre, mettersi vicino ai muri portanti".
Invece i dirigenti (non tutti, in verità) hanno fatto uscire i bambini nei cortili o nei giardini, invitando i genitori a ritirarli prima della conclusione delle lezioni. Una decisione che potrebbe rivelarsi addirittura più rischiosa, perché si può verificare il distacco di parti di tetto o di muro.
"Ai dirigenti che ci hanno contattato direttamente - prosegue Petita - abbiamo precisato che non vi era alcuna necessità di provvedere all'evacuazione degli stabili". Nessun rischio sismico. Nessun problema alle strutture. Nessun allarme diramato dal prefetto o dal sindaco.
La Protezione civile comunale di Cesano Boscone dal canto suo tranquillizza i genitori dei quasi 780 bimbi che frequentano il primo circolo, invitati poco dopo le ore 13, dalla direzione didattica a ritirare i propri figli da scuola.
Il sindaco Vincenzo D'Avanzo, per rassicurare le famiglie, ha voluto che un ingegnere strutturista verificasse già nel pomeriggio tutti gli edifici che ospitano le scuole cittadine. Il tecnico ha accertato la sicurezza statica di ogni stabile. Quindi non vi è alcun rischio.
Il provvedimento di evacuazione non è stato comunque assunto dal secondo circolo e dalla presidenza della scuola media. Le lezioni possono svolgersi regolarmente.
Rimane la paura tra i piccoli, che dovranno necessariamente essere accompagnati dalle loro insegnanti in un percorso di conoscenza più approfondita dei terremoti e a superare il momento di panico vissuto oggi.
Anche perché il rischio sismico nel sudovest milanese è, secondo gli esperti, praticamente uguale a zero.
Per favore non parliamo più di rischio zero
Fanno bene autorità e Protezione civile a mitigare i timori che, come naturale, si sono diffusi tra la popolazione a seguito delle scosse sismiche chiaramente avvertite anche nel Sud Ovest milanese, anche se va detto che non solo qui sono state evacuate le scuole (per la cui evacuazione vengono inoltre effettuate periodiche esercitazioni e anche se forse si sottovaluta la complessità di esecuzione dei consigli dati in un’aula scolastica, tipo rifugiarsi sotto i banchi e mettersi accanto ai muri maestri).
Evitare che si creino fenomeni di isteria collettiva è senza dubbio cosa saggia. Ma per favore non parliamo più di rischio zero, perché con la sola eccezione, forse, della Sardegna, nessuna area del territorio nazionale è classificabile a rischio zero, anzi il rischio zero “supposto” ha senza dubbio creato più danni che vantaggi. Basti pensare che le stesse zone dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto in questi giorni erano classificate, fino al 2003, quando la mappatura è stata rivista, come zone a basso se non bassissimo rischio.
Il rischio legato ad eventi sismici non è legato solo alla conformazione del terreno: è abbastanza evidente che un terremoto di fortissima intensità in un’area desertica ha effetti ben diversi da quello che si verifica in un’area ad alto tasso di urbanizzazione. Il rischio sismico infatti è dato anche dal tasso di antropizzazione dell’area interessata (nuclei abitativi o produttivi, opere dell’uomo in poche parole) e dalla sua intensità abitativa. L’Italia rispetto ad altri Paesi, come la California o il Giappone, nei quali la pericolosità è anche maggiore, ha una vulnerabilità molto elevata, per la notevole fragilità del suo patrimonio edilizio, nonché del sistema infrastrutturale, industriale, produttivo e delle reti dei servizi.
Non è cioè un Paese preparato, colpevolmente, agli eventi sismici. Nella stessa giornata del 29 maggio in Giappone si sono segnalati terremoti di grado superiore di due o tre decimali a quello dell’Emilia Romagna, l’evento non è stato neppure segnalato dalla stampa locale, in quanto assorbito da strutture, tecnologie e adeguata preparazione degli abitanti, quindi evento consueto e non rilevante. Siamo dunque un Paese ad elevato rischio sismico, inteso come perdite attese a seguito di un terremoto, in termini di vittime e danni alle costruzioni, a prescindere, oltre una certa soglia, dall’intensità sismica che non può essere intesa come un valore assoluto ma va inserita nel contesto ambientale in cui si esplica. E’ giusto invitare tutti ad una valutazione razionale delle cose e a mantenere i nervi calmi, ma è assai discutibile continuare a diffondere l’illusione del rischio zero.
Fulvio Scova
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