In campo musicale si chiama tournèe. A Corsico è stata invece rinominata e pubblicizzata dalla stessa amministrazione comunale come Giunta itinerante. Sette incontri, da lunedì 10 a giovedì 13 giugno, per entrare in contatto con varie parti della cittadinanza e per andare alla ricerca delle principali problematiche dei quartieri: dal Giorgella al Curiel, dal Centro a piazza Europa, sino al Burgo...
Sette incontri che, al di là degli aspetti economici sui quali ci concentreremo di seguito, hanno riscontrato una partecipazione molto bassa della cittadinanza. Tolti un paio di appuntamenti, infatti, il numero di presenti non ha mai raggiunto quantità esorbitanti; talvolta, anzi, gli “spettatori” si sono quasi potuto contare sulla punta delle dita delle mani.
Ad ogni modo la sindaca Maria Ferrucci, insieme a tutti gli assessori della sua giunta che a turno hanno presenziato nei vari incontri, ha voluto presentare ai cittadini principalmente quello che sarà il Bilancio 2013 e quella che è la genesi del documento che andrà all’analisi del Consiglio comunale entro fine luglio.
La grave situazione in cui si trovano le casse comunali di Corsico è stata il filo conduttore di tutti gli incontri. Sostanzialmente sempre l’assessore al Bilancio e alla Finanza Emanuele Schmidt ha aperto gli appuntamenti della Giunta itinerante con l’esposizione di quelli che sono stati e sono i parametri utilizzati dall’amministrazione: rispetto del Patto di Stabilità come prima prerogativa, mantenimento dei servizi a fronte di un appesantimento dell’imposizione fiscale locale, spending review delle spese correnti di 700.000€ circa e vendita di immobili privi di particolari priorità strategiche.
Come si può immaginare, la situazione è drammatica. Georges Bernanos, nel suo famoso romanzo “La Francia contro i robot” scriveva: “Un mondo dominato dalla forza è un mondo abominevole, ma il mondo dominato dal numero è ignobile”. Possiamo dire che, al di là di Corsico, in effetti, il mondo amministrativo vissuto dai Comuni di oggi è ignobile, che essi siano guidati da giunte di centrodestra o di centrosinistra. Infatti, come ci tengono a sottolineare più amministratori locali della nostra Grande Città, oramai con le restrizioni economiche presenti, chi governa un Comune tende a fungere spesso da contabile più che da amministratore. I numeri del Bilancio, che una volta venivano studiati in meno di un mese per la redazione finale del documento, oggi sono al centro di ogni attenzione per tutta la durata dell’anno. E per ragioni e scelte giunte da molto più in alto.
Ma inoltriamoci nella realtà corsichese e andiamo a vedere quali sono questi numeri che vanno a comporre il Bilancio. L’assessore Schmidt ha voluto evidenziare come un mantra per tutti e sette gli incontri due particolari. Prima di tutto, dal 2010 al 2013 i fondi giunti dallo Stato sono diminuiti di circa cinque milioni di euro; in secondo luogo, il celebre e temuto Patto di Stabilità ha costretto Corsico a conservare mediamente ogni anno circa due milioni di euro, il che ha portato il Comune a racimolare un tesoretto di sette milioni che però non può spendere per Legge e che rimane fermo nelle casse centrali dello Stato. Non è necessario essere matematici, né laureati in Economia per capire che in un periodo di tempo ristretto, Corsico si è vista costretta ad utilizzare 12 milioni di euro in meno, una cifra che rappresenta quasi la metà delle spese correnti attuali.
Ma non finiscono qui i problemi delicati. Tra tutti i punti che sono stati espressi nei sette incontri uno è stato motivo di particolare attenzione: quello relativo all’Imu. E’ bene ricordare che la Giunta Ferrucci ha deciso di aumentare all’1,06 per cento l’aliquota relativa ai fabbrica industriali, mentre ha mantenuto gli inasprimenti già attuati l’anno scorso sulle altre abitazioni (prima casa, case Aler, seconda casa e così via). Fin qui nulla di inaspettato, viste le recenti correzioni di Bilancio che vi abbiamo già raccontato nelle scorse settimane; si tratta di un aumento certamente gravoso, perché innalzare al massimo l’aliquota a coloro che hanno un’attività non segue propriamente i dettami della logica economica, andando a colpire il mondo delle imprese che già arrancano a causa di una condizione terribile di pressione fiscale nazionale.
Ma la questione centrale è un’altra. E potrebbe nascere qualora il Governo Letta dovesse decidere di abolire l’Imu senza rimborsare i Comuni. Lo scenario per Corsico (ma, dicono sicuri dalla Giunta, il punto di non ritorno non riguarderebbe solo Corsico) sarebbe spiazzante: “Molto semplicemente, falliremmo” ha affermato laconicamente l’assessore Schmidt, “perché se dovessero abolirlo a settembre, noi in tre mesi non troveremmo il modo di rimpiazzare i quasi due milioni di euro che tale imposta porta nelle nostre casse. Abolirla e lasciare a noi di trovare il modo per rimpiazzare quell’entrata significherebbe disastro”.
Davide Mamone
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