“Dalla centrale costruita dove un tempo aveva sede la storica cartiera Burgo, parte una rete di teleriscaldamento che la società che ha acquistato la centrale, ha sviluppato in convenzione con il Comune per servire utenze pubbliche e private producendo energia elettrica e calore...
"Una produzione efficiente e integrata per un ambiente più pulito – spiega il presidente di Atecc Marino Camagni – la rete di teleriscaldamento è un valido contributo per la riduzione delle emissioni inquinanti andando incontro alle esigenze dei cittadini". Il maxi impianto, uno dei primi nel Sud Ovest milanese sarà in grado di offrire molteplici vantaggi, non solo all’ambiente. Il rapporto costi-benefici infatti non ha paragoni con un abbattimento delle spese stimato intorno al 20%. Rendimenti maggiori, meno consumi e un’applicazione dell’iva al 10%: ecco alcuni vantaggi a cui si aggiunge il risparmio sulle operazioni di manutenzione delle singole caldaie”. Questo appena proposto è lo spaccato di un articolo de Il Giorno, datato 23 ottobre 2010. Vogliamo partire da qui, per raccontare la storia attuale del teleriscaldamento a Corsico. Il quadro costruito in prospettiva, nelle righe appena qui sopra, non poteva che considerarsi positivo: meno spese, più vantaggi, minore inquinamento, maggiore convenienza. Per i cittadini della zona e per l’ambiente. Sembrava proprio il classico progetto innovativo al quale di solito l’Italia arriva sempre in ritardo: un’occasione da non perdere. E in effetti, se i fatti avessero ripreso fedelmente quelle che erano le promesse (e le premesse), la situazione ad oggi sarebbe di prim’ordine. Il problema è che non è andata proprio così.
Per fare la fotografia di quella che è la realtà ad oggi nel Quartiere Burgo, abbiamo deciso di incontrare alcuni esponenti del Comitato Teleriscaldamento Corsico, che in questi anni hanno vissuto quotidianamente una situazione diversa.
Tutto parte ben prima del 2010, ci troviamo infatti nel biennio 2005/2006: la crisi era un qualcosa di lontano per tutti, il Governo Berlusconi stava per lasciare il proscenio al Governo Prodi e a Corsico amministrava ancora l’ex sindaco Sergio Graffeo. Questo per inquadrare il periodo storico, quando all’epoca il quartiere non era ancora stato costruito e il cantiere era sul punto di partire.
Ai futuri residenti vengono proposte le condizioni del contratto, spiegando loro l’efficacia e l’efficienza del sistema con il quale avrebbero dovuto convivere: l’impianto di teleriscaldamento e di cogenerazione sarebbe stato costruito sulle basi delle esperienze dei Comuni di Brescia e di Milano e avrebbe portato solo vantaggi. Inoltre i costi relativi a tale impianto sarebbero stati posti in convenzione con l’amministrazione comunale corsichese. Amministrazione che accettò di sostenere quello che era (ed è, se vogliamo) un progetto ambizioso e innovativo, potenzialmente sviluppabile anche per “coprire” la rete di tutta la città.
Allora, alla sottoscrizione della convenzione (datata luglio 2007), a gestire il servizio del teleriscaldamento era la società Rete S.p.A. con la quale i condomini hanno dovuto sottoscrivere un contratto dalla durata di 30 anni, fino al 25 luglio 2037. L’articolo 5 della convenzione prevedeva e prevede tutt’oggi che “il sistema applicato per il teleriscaldamento dovrà comportare l’applicazione di una tariffa che non sia superiore a quella applicata nel territorio di Corsico per gli impianti funzionanti a gas naturale”.
In realtà le tariffe sotto Rete S.p.A non si rivelano, con l’arrivo delle prime bollette, così convenienti: in un documento che ci è stato inviato dal Comitato Teleriscaldamento Corsico, leggiamo che fino al gennaio 2011 la tariffa è stata di 97,16€/Mwh. Solo con l’avvento di Atecc S.r.l, la società che dal 2011 ha acquistato gli impianti e la gestione del servizio nel Quartiere Burgo, i prezzi sono calati a 93,00€/Mwh. “Ben lontani comunque dagli 87,4192€/Mwh della perizia fatta dagli uffici del Comune” ci raccontano gli esponenti del Comitato.
Il problema si ingrandisce nel gennaio 2012, quando i prezzi che leggiamo nel documento scattano alle stelle: 100,92€/Mwh. “E a questi 100€ e rotti” hanno aggiunto dal Comitato, “c’è da aggiungere il costo dell’Iva, la quota fissa bimestrale di 10€ e il costo relativo alla manutenzione straordinaria dell’impianto. Alla fine ci conveniva avere la caldaia come tutti forse”.
A questi problemi se ne possono aggiungere altri, relativi alla dispersione di energia (nel passaggio che va dalla centrale alle abitazioni) e al fatto che i residenti non hanno diritto di accedere ai dati relativi all’erogazione di tale energia: “Atecc è fatturatrice ed erogatrice del servizio, noi quindi vorremmo semplicemente avere da loro un riscontro ufficiale dei numeri, per una questione di trasparenza”.
La situazione è a tutt’oggi in una fase di stallo: in questi anni di alta tensione (e di alte bollette) si sono susseguiti Collegi Tecnici, incontri, analisi delle perizie degli ingegneri Turco e Bosetti, deliberazioni di Giunta ed interpellanze. “Ma nulla è ancora cambiato” ci dicono compatti gli esponenti del Comitato, che amaramente concludono: “Se non ci saranno dei cambiamenti, saremo costretti ad intraprendere azioni legali, anche sotto forma di class action. Così non si può più andare avanti”.
Davide Mamone
COME FAR NAUFRAGARE UNA BUONA IDEA
RispondiEliminaPurtroppo questo Teleriscaldamento, che poteva diventare, come altre esperienze nel nostro territorio(es. Cesano) una grande opportunità di praticare scelte innovative tecniche/ambientali,viene percepito negativamente non solo dalle centinaia di famiglie del quartiere, ma dall'intera comunità Corsichese.
Oltre ai dati esposti nell'articolo, si consuma complessivamente il 28% in meno del combustibile primario, l'abbattimento dello zolfo e la diminuzione tra il 21% e 27% delle polveri,ossido di azoto e anidride carbonica.
Come attivista di Legambiente mi preoccupa che tutte queste positive utilià siano fortemente compromesse dalla gestione di questo impianto. Si deve porre la parola fine a questo atteggiamento dilatorio e inconcludente di ATEC, se non prevale il buon senso, inevitabilmente sarà compito della magistratura imporre la soluzione.
Roberto Silvestrini.
energia pulita, consumi ridotti, tasse minori.. e come al solito "ci magnate sopra" invece di spendere di meno si spende di più, è ora di finirla
RispondiEliminaCategoria: TUTELA AMBIENTALE - ENERGIA - TUTELA ANIMALI
RispondiEliminaMessaggio: Salve, vi contatto perch? salendo sul ponte del quartiere "Burgo" adiacente alla ferrovia e allo stabilimento "Masotina S.P.A." si notano cumuli di rifiuti con evidente difficolà? nello smaltimento di esso. i cumuli superano diversi metri arrivando a sfiorare il tetto della struttura ed emanano maleodore che rende l'aria circostante irrespirabile. Inoltre voci vicine allo stabilimento raccontano di un taglio al personale con conseguente difficoltà nello sgombro dei rifiuti. Vi allego foto fatta in data 4/06/2013 per darvi un i'dea ( http://i44.tinypic.com/1zgtg0l.jpg ). Come potete notare non è presente solo CARTA ma si nota la presenza di qualsiasi tipo di RIFIUTO! La preoccupazione maggiore ? che spero che non si arrivi a quello che ? successo anni fa, UN VASTO INCENDIO! ( http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/21/Incendio_azienda_recupero_Corsico_centinaia_co_2_010221288.shtml) Come intendete porre rimedio? i padiglioni sono stracolmi. Spero che qualcuno vada a mettere il naso lì dentro!! Cordiali saluti.