“Ho chiarito il giorno
stesso degli arresti che l'esperienza di questa Amministrazione si era
conclusa. Però c'erano due modi per arrivare al commissariamento: traumatico,
lasciando così il Comune e la città allo sbando in un periodo dell'anno
particolarmente delicato, soprattutto dal punto di vista dei conti pubblici; accompagnato,
cercando di puntare su due temi fondamentali quali lo schema di bilancio,
che avrebbe consentito alla macchina comunale di non fermarsi, e il regolamento
anti-corruzione. Dimostrando, così, che a Trezzano ci sono politici e
amministratori onesti, che hanno dedicato tempo, energie e affetti al bene
della propria città”...
Le dimissioni contemporanee di dodici consiglieri in
mattinata e di altri quattro nel pomeriggio segnano un epilogo che non è
certamente una sorpresa per Giorgio Tomasino. Il sindaco dimissionario si è
augurato fino all'ultimo che fosse la politica e, in particolare, il Consiglio
comunale ad assumersi la responsabilità di permettere a Trezzano di voltare
pagina, di consolidare quanto di buono è stato fatto dalla sua
Amministrazione in anni molto difficili.
“Ho forse un difetto:
credo molto in quello che faccio. Soprattutto – precisa Giorgio Tomasino – quando
mi assumo un impegno nei confronti di migliaia di cittadini che mi hanno
scelto alla guida della città. Qualcuno ha tradito questo patto con gli
elettori del Pdl e del centrodestra in generale, provocando una ferita
profonda nel mio animo, ma anche la sfiducia da parte dei trezzanesi verso
tutta la classe politica e amministrativa. I fatti contestati – prosegue il
sindaco – sono di una gravità tale che non si poteva far altro che andare
verso elezioni anticipate. Però avrei voluto che i consiglieri di Trezzano
svolgessero fino in fondo il proprio compito, fornendo delle risposte ai
nostri cittadini, senza farli precipitare ancora una volta in un vuoto,
buio e senza spiragli”.
Tomasino non
nasconde il suo rammarico e si rimprovera di aver puntato troppo su persone che
hanno tradito la sua fiducia. Con il Prefetto di Milano, incontrato la
scorsa settimana, aveva chiarito la sua volontà di lasciare al più presto definendo
alcuni punti fermi. “Immediatamente ho precisato – dice il sindaco – che mi
mettevo a completa disposizione delle istituzioni per dare il mio contributo
allo scopo di chiudere definitivamente un capitolo, ma anche di aprirne uno
nuovo che potesse dare una speranza duratura a Trezzano, che sconta una classe
politica troppo ancorata a vecchi modelli. Non si può certo nascondere –
precisa – che qualcuno anche all'interno della Giunta, e non solo coloro che
sono stati arrestati, avesse preferito la commistione tra i ruoli di indirizzo,
da una parte, e di gestione dall'altra. Perdendo di vista il compito
dell'amministratore pubblico, che è quello di impegnarsi per le politiche da
attivare e non certo intervenire a gamba tesa sull'esecuzione delle
stesse”.
Il sindaco replica
anche a chi lo accusa di aver voluto rimettere mano al Piano di governo del
territorio. “Sul PGT ho segnalato la mia disponibilità a un intervento in
autotutela – conclude Tomasino – che poteva limitarsi a una cautela
sull'intervento oggetto di indagini o estendersi ad altro, previo un confronto
più ampio. Nulla di più. Constatato con rammarico il ritiro dalla
maggioranza della Lega, reso pubblico, ma mai comunicatomi direttamente,
nel proditorio silenzio del vicesindaco che ha condotto i suoi al deposito
delle dimissioni inaspettatamente e a mia insaputa”.
Il prefetto di Milano
Camillo Andreana ha nominato venerdì scorso il suo capo di Gabinetto Giuseppa Scaduto commissario a Trezzano
sul Naviglio, in seguito allo scioglimento del Consiglio comunale avvenuto lo
scorso giovedì per la firma in contemporanea di 12 consiglieri comunali. Il neo
commissario ha una lunga esperienza in materia di pubblica amministrazione e ha
anche realizzato studi approfonditi sulla prevenzione delle ingerenze
criminali, ricevendo importanti incarichi dal ministero dell'Interno.
Il commento
Vorremmo smetterla di
raccontare queste storie: Amministrazioni che si sciolgono al sole perché
qualcuno, mai sazio, “mangia” più di quanto gli sia concesso. Il commissario
prefettizio è una figura di moda nella nostra Grande Città, e questo non è un
buon segno. Non lo è mai.
Ancora una volta si
piange dopo per il latte versato (ma soprattutto i soldi spariti) prima. Ancora
una volta la cronaca è più nera che mai. Vogliamo sia, questo come altri, il
capitolo conclusivo di una malagestione della cosa pubblica. E’ il nostro
patrimonio, santo cielo: il nostro territorio, ciò che ci circonda.
Perché? Perché?
Perché??!!
A.D.
A.D.
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