Un gesto disperato, un modo estremo per gridare il proprio disagio e chiedere aiuto. Una scena tra l’altro già vista qualche mese fa. E che forse si vedrà in futuro, con lo stesso protagonista o un altro costretto come lui a sopravvivere ad una vita senza lavoro e senza casa. Mentre una parte dell’Italia discute, organizza, si scandalizza e poi si dimentica, un’altra parte deve fare i conti con una quotidianità troppo grave da sopportare. Forse è per questo che per la seconda volta un cittadino rozzanese di 35 anni, esasperato da una situazione personale nella mattinata di ieri è salito sul parapetto del secondo piano del palazzo comunale minacciando di buttarsi...
Ci aveva già provato otto mesi fa e come allora solo l’intervento del sindaco Massimo D’Avolio ha impedito che portasse a termine il suo proposito.
Dopo aver manifestato verbalmente le sue difficoltà nel trovare lavoro e casa ai Servizi sociali del Comune di Rozzano, l’uomo – spiega l’Amministrazione – è salito dalle scale di emergenza del Municipio e, scavalcando il corrimano, è salito sul tetto. Polizia locale e carabinieri sono subito intervenuti cercando di calmare il 35enne che però non voleva sentire ragioni e continuava a minacciare di lanciarsi nel vuoto. Solo dopo una paziente e ferma opera di persuasione, il sindaco è riuscito a convincerlo a desistere.
“La sua situazione personale è davvero complessa e l’Amministrazione Comunale, attraverso i servizi sociali ha adottato in questi mesi misure concrete per aiutarlo - spiega D’Avolio – stiamo cercando di mediare anche una difficile condizione familiare che non gli permette avere le minime certezze di una normale quotidianità. Comprendo dal punto di vista umano il disagio e la disperazione dell’uomo ma le manifestazioni eclatanti non sono la leva per la risoluzione dei problemi."
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