mercoledì 5 giugno 2013

CORSICO - “Il canto delle cicale”. La vicenda Hitman in un libro: presentazione con l’amaro in bocca


Il titolo è molto simbolico: partendo da un mito di Platone ho voluto conferirlo a questo racconto che tratta di una vicenda spigolosa, difficile, enorme. Il canto delle cicale è il canto di chi parla, parla e continua a parlare per non fare nulla, come i vertici della Hitman; ma è anche e soprattutto il canto di chi, come le lavoratrici, invece ha espresso per anni di lotta un sentimento di libertà e di giustizia”...

Giuseppe Augurusa ha presentato così il suo romanzo “Il canto delle cicale” (Ed. Minerva) mercoledì 29 maggio presso la Biblioteca comunale di Corsico. Presenti all’incontro la sindaca corsichese Maria Ferrucci e l’assessore all’urbanistica Emilio Guastamacchia, a mediare il dibattito la giornalista de Il Giorno Francesca Santolini.

L’incontro durato fino a mezzanotte inoltrata si è grosso modo diviso in due parti.
Nella prima, la presentazione si è aperta con il riepilogo della trama e della storia, che per la maggior parte ha voluto riprendere in maniera piuttosto fedele quelle che sono state le reali vicende della Hitman. Una storia che ha segnato i destini non solo delle vite delle dipendenti, ma anche delle giunte che si sono susseguite e degli andamenti economici di quello che era un colosso nel campo dell’abbigliamento maschile.

Dal crack Fin.Part (che dal 2002 aveva in gestione la Hitman al 100%), la società in crisi economica ma alla quale è stato permesso di riprendersi più volte grazie ai multi-prestiti dalle banche e ad una finta operazione di ricapitalizzazione da parte della società Lafico (di Mu’ammar Gheddafi); al tentativo di ripartenza del 2008, con la vittoria dell’asta pubblica del ramo d’azienda di Hitman srl da parte dell’azienda ATS di Salvatore Graniglia. “Una persona”, ha detto la sindaca Maria Ferrucci, “che io ritengo tutt’oggi dalla dubbia moralità imprenditoriale, perché a lui non è mai interessato produrre, ha sempre ragionato dal punto di vista finanziario e non come impresa”.

La sindaca corsichese in uno dei suoi interventi ha voluto proseguire spiegando il sistema nato e cresciuto grazie alla società che è invece proprietaria dell’immobile e del terreno: la società Valore Reale Sgr. Quest’ultima, ha spiegato la prima cittadina “va dove ci sono aziende decotte, divide il ramo aziendale da quello commerciale, concede la gestione della condizione dei lavoratori ad operatori come Graniglia e una volta risolta la parte commerciale licenzia i dipendenti. La Hitman è solo uno dei casi in cui, tramite le decine di fondi a disposizione, la Sgr ha provato ad agire in questo modo. In questi termini, non si può dire che Graviglia avesse mai realmente pensato all’occupazione delle lavoratrici ed è per questo che ogni tentativo di accordo è sempre fallito”.

Il rischio, in una presentazione di questo tipo, era che si potessero riaccendere vecchi malumori e che si ripresentassero antiche incomprensioni mai passate in secondo piano: cosa che in effetti nella seconda parte dell’incontro è avvenuta.

Gradualmente quella che doveva essere la presentazione di un libro - del quale infatti vi stiamo raccontando poco, perché poco si è detto limitatamente alla sua struttura - si è trasformata in un tavolo di confronto, corposo quantomeno per quanto accaduto in passato: il presente infatti è sin troppo chiaro, con appena sette dipendenti ad avere il posto di lavoro e le altre donne in mobilità, mentre per il futuro non si può che immaginare un enorme punto di domanda.

Si è scatenato insomma col passare dei minuti un reiterato botta&risposta, con l’autore del libro Augurusa che è finito per fare da mediatore tra la giunta e i suoi rappresentanti da una parte e le lavoratrici presenti in sala con il loro rappresentante sindacale dall’altra. Alla fine, i temi che sono emersi sono quelli conosciuti a tutti, a partire dall’accordo mai concretizzatosi partorito dalla giunta Graffeo nel febbraio 2010: quello che prevedeva, di fatto, “la costruzione della nuova Hitman nell’area ex Burgo e la riqualificazione della precedente area, un’operazione urbanistica enorme per un valore complessivo di circa 36 milioni di euro”, ha ricordato l’assessore Emilio Guastamacchia.

Di tutta l’odissea relativa ai fatti accaduti negli ultimi dieci anni, ripercorsi con la ripresa delle già consolidate divergenze tra giunta e lavoratrici, rimangono ben poche certezze. In primis, che il fallimento della Hitman rappresenta l’emblema dell’andamento attuale dell’economia, un mondo che ha scisso in modo paradossale il ramo produttivo dal ramo finanziario, creando delle contraddizioni importanti. Inoltre è ben chiaro il fatto che fallimenti di questo tipo non sarebbero mai accaduti se l’Italia fosse stata un Paese con una struttura di controllo vera ed efficiente: tutto è iniziato dal disastro della Fin.Part del resto e le dinamiche di tale tracollo non devono mai essere dimenticate in sede di analisi della vicenda.
Infine una consapevolezza, scontata e fastidiosa: che a rimetterci e a pagare le conseguenze di azioni non loro sono come sempre i lavoratori, in questo caso le lavoratrici.

Stremate, stanche, arrabbiate e sfiduciate, dopo dieci anni di lotta sono ancora prive di una risposta definitiva alla loro legittima domanda di certezze. Come detto in precedenza, in questa presentazione del libro in sé se ne è parlato sin troppo poco. Ci auguriamo – ma siamo sicuri di sì - che questo grido inascoltato da chi aveva la responsabilità di captarlo ai vertici, sia stato ripreso con la meritevole attenzione dall’autore Giuseppe Augurusa, tra le pagine del suo romanzo. Al quale non ci resta che rimandarvi.

Davide Mamone

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