venerdì 21 giugno 2013

BUCCINASCO - La Cassazione respinge il giudizio in Appello nel processo Parco Sud. Torna libero il figlio del superboss



Papà Antonio e figlio Domenico Papalia da una parte. Rocco, fratello di Antonio e zio di Domenico, e Salvatore Barbaro, suo genero, dall’altra. I protagonisti, secondo le cronache, di due dei principali rami della Mafia del Nord sono sempre loro: movimento terra, appalti truccati, violenze, avvertimenti, azioni spietate...

Per riassumere tutto questo, potremmo usare una parola sola: la ‘Ndrangheta a Buccinasco e dintorni.

O meglio, questo è quanto si apprende vivendo in prima linea il territorio del sud-ovest milanese. Evidentemente, quanto abbiamo scritto sopra non è però valido per tutti. Come vi abbiamo raccontato settimana scorsa, infatti, la Corte di Cassazione ha respinto le condanne dell’Appello per quanto concerne il Processo Parco Sud e ha richiesto lo svolgimento di Appello Bis che avverrà nei prossimi mesi. Come per il Processo Cerberus, dunque, per la Cassazione di Milano l’Ndrangheta a Buccinasco non è ancora comprovabile e non ne sono delineabili i protagonisti.

I primi effetti del respingimento delle condanne in Appello per il Processo Parco Sud, al contrario della vicenda Cerberus, stavolta però sono tangibili. Domenico Papalia, erede di un vero e proprio impero, è infatti di nuovo un uomo libero. Lo è da giovedì 13 giugno scorso, quando è stato scarcerato dall’Istituto Penitenziario di Pavia. Era dietro le sbarre dal 24 gennaio 2011, quando si era consegnato alle autorità competenti dopo oltre un anno di latitanza; una latitanza che lo ha visto nascondersi per tutta l’Italia, dopo che era giunto sulla sua testa il mandato d’arresto firmato dal gip del Tribunale di Milano Giuseppe Gennari, nel novembre 2009. L’accusa? Associazione mafiosa.
Un reato che però oggi, con la cancellazione della sentenza della Corte d’Appello di Milano, è decaduto. La Legge di riferimento che lo aveva condannato era la 416 bis, quella riguardante i reati legati alla Mafia; l’aggravante, invece, quella dell’Articolo 7 che invece racchiude in sé il cosiddetto metodo mafioso.

Soltanto pochi mesi fa il gip Giuseppe Gennari, ospite del sindaco Giambattista Maiorano e del Presidente del Consiglio comunale Rosa Palone, durante uno degli incontri dell’iniziativa ‘Buccinasco contro le Mafie’ era stato protagonista di un vero e proprio clinic sulla questione. Gennari aveva spiegato per filo e per segno metodi, modi, strane sinergie e dinamiche dell’Ndrangheta del sud-ovest milanese. E l’aveva fatto mettendo come premessa a tutto una riflessione: che lo Stato deve essere sempre garante della sicurezza dei suoi cittadini.
Oggi, invece, Domenico Papalia è stato scarcerato per scadenza dei termini. E magistrati, investigatori, addetti ai lavori e cittadini ora temono un’escalation di violenza per riequilibrare i poteri mafiosi.

La dissonanza tra recente passato e presente è insomma assordante. Ai cittadini della “tranquilla” Buccinasco non resta che rimanere in attesa di un nuovo giudizio. E si spera, di un nuovo giorno .

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