Lunedì 30 aprile scade il termine per iscrivere i propri figli ai nidi comunali cesanesi e rientrare nella graduatoria per l’anno educativo 2012/13. Chi ancora non l’avesse fatto, deve quindi affrettarsi. Ancora però non ci sono certezze sul servizio dell’anno prossimo, che potrebbe cambiare rispetto all’offerta attuale: e le famiglie sono sul piede di guerra. Dopo la riunione del 27 marzo tra il gruppo di genitori referenti dei nidi e l’assessora alle Politiche sociali Lilia Di Giuseppe, il comitato dei genitori ha preso carta e penna inviando al Comune una lettera con la richiesta di chiarimenti proprio in merito alla gestione dei nidi. Perché ci sono novità in arrivo, ma ancora non sono chiare e chi deve iscrivere i figli è praticamente obbligato a farlo senza sapere quali saranno le nuove tariffe e la nuova offerta educativa...
Un paradosso che certamente non aiuta le famiglie in una scelta importante e sofferta. Tra l’altro, fanno notare i genitori, le strutture private possibili alternative al servizio pubblico ad oggi non accettano più le prenotazioni per il prossimo anno educativo o stanno esaurendo le disponibilità.
Ma quali sono i cambiamenti in vista?
Secondo quanto spiegato a fine marzo, a partire da settembre il servizio nei due nidi comunali potrebbe essere differente in base alla frequenza: nel nido La Coccinella (via Garibaldi) dovrebbero andare solo i bambini iscritti a tempo parziale, nel nido Montessori (via Gramsci) solo quelli iscritti a tempo pieno o prolungato. Un cambiamento che, secondo il comitato dei genitori, avrà un “impatto sostanziale sulle famiglie che mandano i bambini al nido”. In particolare per chi già lo frequenta e sarà costretto ad un nuovo adattamento e inserimento.
“Preso atto che la pianificazione di aspetti così importanti richieda tempo, riflessione e condivisione con tutte le parti, è comunque necessario che eventuali modifiche ad aspetti gestionali e finanziari per l'erogazione del Servizio Nido siano definiti e comunicati ai genitori in tempo utile per effettuare le scelte più adeguate alle proprie esigenze economiche ed organizzative”, scrivono i genitori nella lettera inviata all’Amministrazione già il 3 aprile.
Le famiglie chiedono pertanto che le nuove regole vengano definite “non meno di 6 mesi prima dell’inizio dell’anno educativo e di continuare ad applicare per il prossimo anno gli attuali criteri gestionali già noti a tutti i genitori”.
Altre due novità sostanziali si prospettano inoltre per le famiglie: una nuova revisione delle tariffe e una nuova organizzazione delle classi, con la formazione di gruppi disomogenei.
Le tariffe
La questione delle tariffe aveva scatenato polemiche già lo scorso anno, quando solo a fine giugno l’Amministrazione aveva comunicato la formazione di nuove fasce di reddito (con aumenti sostanziali per le fasce più alte, ma anche le medie). Ora di nuovo, a iscrizioni già presentate, il Comune di Cesano intende ripensarci: le possibilità indicate durante l’incontro di marzo sono due. La prima ipotesi spiegata dall’assessora Di Giuseppe prevede di mantenere inalterato l’attuale criterio di tariffazione basato su una quota fissa e una variabile (con la detrazione dei giorni di assenza). In questo caso però verrebbe introdotto un nuovo limite di reddito per la definizione della quota massima ovvero la creazione di nuovi scaglioni tra i 19 mila e i 30 mila euro di Isee. Per i redditi entro gli 11 mila euro di Isee ci sarebbe una cospicua riduzione, una minima riduzione per le fasce tra i 12 mila e i 25 mila, un cospicuo aumento per le superiori.
La seconda ipotesi invece prevede di modificare il criterio di tariffazione inserendo una quota fissa mensile (indipendentemente dai giorni di assenza). Anche in questo caso comunque verrebbero inseriti nuovi scaglioni tra i 19 mila e i 30 mila euro di Isee. La quota comunque consentirebbe un sostanziale risparmio entro i 19 mila euro e un lieve risparmio anche per i redditi medio alti (oltre i 30 mila).
Riorganizzazione delle sezioni e progetto educativo
In corsa però il Comune pare voler cambiare anche altro, “per rispondere ai nuovi bisogni espressi dalla famiglia in sede di iscrizione/inserimento”. Per andare incontro ai continui cambiamenti del tessuto sociale, si sta lavorando ad una suddivisione delle classi non esclusivamente in funzione dell’età – con i classici tre gruppi: 3 mesi-1 anno, 1 anno-2 anni, 2 anni-3 anni) – ma in funzione dello sviluppo dei bambini.
Sono diminuite infatti le richieste di iscrizione per bambini sotto gli otto mesi: probabilmente le mamme decidono di rimanere a casa più a lungo per accudire i propri figli posticipando l’inserimento dei nidi.
Ma siamo sicuri che sia una vera e propria scelta? O forse è un passo obbligato visto il costo dei nidi? E forse non sarebbe possibile se non ci fossero i nonni: tanto è vero che tra le donne che lasciano il posto di lavoro dopo la gravidanza (e sono oltre il 40%), la maggior parte non può contare sull’aiuto dei nonni.
Secondo la nuova riorganizzazione in fase di studio, comunque, anche per le mamme che tornano prima al lavoro, c’è la possibilità di portare i figli al nido prima degli otto mesi (così come prevede la Carta del Servizio). I loro piccoli però finirebbero in classe con i più grandi: “il cambiamento sarà relativo invece alla formazione di gruppi omogenei in virtù delle effettive iscrizioni comunali”. Meglio aspettare il compimento dell’ottavo mese, quindi, e inserire eventualmente i bambini non a settembre ma a gennaio.
E intanto perdere il lavoro.
Maria Ficara
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