Non potevo mancare all’appuntamento annuale con “Fa’ la cosa giusta”, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Proprio quest’anno è stata una scelta obbligata la mia, e non perché dovessi lavorare o avessi obblighi di partecipazione. La mia è stata una scelta dettata dal desiderio di “evasione” (in tempi di crisi, bisogna saper accontentarsi). Una sorta di stupefacente, più che legalizzato per perdermi e ripartire. Per qualche ora la mia testa non è stata bombardata da ciò che accompagna quotidianamente le nostre giornate con una serie di mantra: spread, tasse, benzina, imu, manovra “si salvi chi può”, crisi, crisi, crisi...
Potrà sembrare un’esagerazione la mia, ma è esattamente quello che ho provato varcando i cancelli della Fiera. Una distesa di biciclette parcheggiate, come se magicamente Milano avesse capito che per fare 2-3 km non è necessario prendere l’auto (per chi mi conosce, detto da un pigro come me il tutto può stridere, ma la “vista” mi ha subito colpito).
All’interno della Fiera due padiglioni ricchi di… “altro vivere”: il sempre più fiorente mercato del km zero, dell’orto fai da te e del biologico, con assaggi da ogni parte del nostro Paese e la possibilità di acquistare le loro delizie (ndr, fantastico poter buttare nell’umido le posate e i piatti, erano tutti biodegradabili!). Gli stand dedicati al turismo responsabile, perché viaggiare in angoli di paradiso non deve deturpare il paradiso stesso e chi lo abita stanzialmente.
Forte la presenza di espositori legati al mondo del risparmio energetico e delle energie rinnovabili (auto comprese) con la speranza che possano diventare sempre più accessibili e fruibili.
E poi il vasto, variegato mondo del no profit in tutte le sua sfaccettature colori e musiche. Tanta gente che si dona per chi ha di meno e permettere di rompere le diseguaglianze.
Un turbinio allucinogeno il mio, che tutto è meno che artificiale. Qualche anno fa proprio in questa fiera ho comprato una maglietta con la scritta “Un Mondo diverso è possibile”. Lo è, l’ho visto.
Mi auguro non resti solo all’interno di una Fiera.
Andrea Demarchi
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