Come prevedibile si è immediatamente aperto nell’ambito del centrosinistra un dibattito acceso dopo l’esito del voto che ha bene o male salvato il governo. Di Pietro recita il mea culpa per le cattive scelte in materia di candidati, poi eletti, al Parlamento e protagonisti di voltafaccia che possono sembrare clamorosi solo a chi fa dell’ingenuità un po’ credulona una maestra di vita (bastava sentirli e un po’ lombrosianamente guardarli per capire di che genere si trattasse), a meno che non siano stati scelti per motivi meno nobili e più ispirati alla loro capacità di portare in un modo o nell’altro, consenso elettorale.
Nichi Vendola non si lascia scappare un’occasione fin troppo favorevole per rilanciare la propria candidatura a fronte del vuoto insipiente del gruppo dirigente PD:"Se si andrà alle urne, sono pronto a essere il leader del centrosinistra", ha detto il governatore pugliese ai microfoni di La7...
Bersani ha intanto riunito subito dopo il voto il gruppo dirigente PD di fronte al quale ha difeso le sue scelte. Tramontata a causa del voto parlamentare la possibilità di un governo tecnico o di responsabilità nazionale, la preoccupazione principale del segretario del PD è tenere unito il partito. Operazione non facile: da più parti del gruppo dirigente vengono critiche severe e richieste di cambio di rotta. Tra i critici Walter Veltroni, lo sponsor di uno dei tre transfughi del centrosinistra Massimo Calearo, a lungo corteggiato da Veltroni finchè non è riuscito nella memorabile impresa di portarlo in Parlamento nelle file del centrosinistra (Massimo Calearo nel marzo 2008 ha accettato la candidatura per il Partito Democratico ed è stato eletto alla Camera dei deputati.
Nel novembre del 2009, dopo la vittoria di Pier Luigi Bersani alle primarie, lascia il Partito dichiarando di non essere mai stato di sinistra. È fra i promotori del movimento politico di Alleanza per l'Italia insieme a Francesco Rutelli. Il 28 settembre 2010 abbandona l'API di Rutelli per rientrare nel Gruppo Misto. Il 9 dicembre 2010 con l'avvicinarsi della votazione sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV, dà vita al Movimento di Responsabilità Nazionale insieme con Bruno Cesario e Domenico Scilipoti. Il 14 dicembre 2010 vota contro la mozione di sfiducia al governo Berlusconi.
Come ha scritto il Fatto Quotidiano qualche giorno fa Calearo: “Veltroniano perfetto, è del Pd ma anche del Pdl. Non è un venduto: è un diversamente coerente”.). Intanto massimo D’Alema ha definito ''Mentecatti'' in un colloquio con 'Repubblica' quelli che ora mettono in discussione il sogno democratico di un governo di responsabilita' nazionale con il terzo polo di Casini e Fini.
''Credo - ha detto inoltre D'Alema - che nessuno nel Pd sia cosi' stupido da poter sollevare questa obiezione. Cosa dovevamo fare? Votare la fiducia a Berlusconi per non fare sponda con Fli e Udc? Roba da mentecatti, appunto. La politica non e' fatta di scenari, e' una scelta semplice, basta ragionare''.
A proposito dei dissensi sulla linea del partito, da Renzi ai veltroniani e a Parisi, D'Alema ha così amabilmente risposto: ''Cretini in giro ce ne sono sempre. Ma spero che nel Pd non vengano fuori''.
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