In un’atmosfera balcanica da guerra per bande si è svolta alla Camera la votazione tanto attesa sulla sfiducia a Berlusconi, che riesce a spuntarla. Questo il risultato: 314 contro la sfiducia e 311 pro sfiducia. Festeggiano i banchi del centrodestra tra insulti a Fini, richieste di dimissioni dello stesso presidente della Camera, canti di inni nazionali e la ministra Brambilla che si copre con un drappo tricolore.
Il risultato mette in luce oltre alla fragilità del progetto di Gianfranco Fini, anche le capacità del premier di saper trattare e soprattutto contrattare il consenso. Defezioni tra le fila dei finiani (Maria Grazia Siliquini e Katia Polidori votano per Berlusconi, tra gli applausi PDL che scatenano una rissa sui banchi del Parlamento e provocano l’interruzione momentanea delle operazioni di voto), la “colomba” Silvano Moffa resta fedele alle consegne ma contemporaneamente chiede le dimissioni da capogruppo Italo Bocchino, Catone vota per il governo...
Ma decisivi sono anche i transfughi e disertori del centrosinistra come l’IDV Scilipoti o l’ex PD Calearo a suo tempo tanto corteggiato, e conquistato, dal più improbabile dei leader del centrosinistra, Walter Veltroni, l’uomo che ha aiutato l’Africa non andandoci come promesso e danneggiato l’Italia, rimanendoci. Resta l’impressione che tutto quanto avvenuto sia stata una partita tutta interna al centrodestra con il centrosinistra a far da spettatore o al massimo a recitare il ruolo del portaborracce.
Intanto subito dopo il voto arriva la notizia del balzo in Borsa del titolo Mediaset, il che dimostra che Berlusconi sa quando è il momento di investire i suoi soldi in uomini e donne e arriva anche la notizia della morte sul lavoro a Numana di due operai, il che dimostra come vanno le cose del mondo fin quando non cambieranno.
Per Berlusconi una vittoria di Pirro? Forse.
RispondiEliminaSicuramente per Fini una sconfitta da Pirla
è andata bene per il Cavaliere, male per il Paese
RispondiEliminaSfiducia respinta: Fini non disarciona il Cavaliere.