martedì 14 dicembre 2010

Dopo il sì a Berlusconi - I commenti

D’Alema: “Voti comprati” - Pisanu: “Del doman non v’è certezza” - La Russa: “Assalto fallito” 

Fioccano i commenti dopo quella che è stata definita la “giornata del giudizio”. E sono commenti quasi speculari: trionfalismo sul versante del centrodestra che enfatizza una vittoria numerica ma politicamente densa di incognite; auto consolatorio il versante del centrosinistra che sminuisce la vittoria numerica ed enfatizza le difficoltà politiche cui la maggioranza andrà incontro.

Per Massimo D’Alema si tratta di  "Un episodio abbastanza vergognoso nella storia parlamentare. In sostanza il Governo vince per 3-4 voti comprati, alcuni in modo palese altri meno"...


Pier Luigi Bersani rivendica l'impegno del Pd per tentare di far cadere il Governo: "abbiamo ottenuto il massimo in questo momento". Il leader Pd risponde anche a chi lo accusa di aver sbagliato a seguire Fini e Casini: "non vedo lo sbaglio, la maggioranza aveva 60-70 voti di vantaggio e ora ne ha solo tre", ovviamente chi è avvezzo alle sconfitte è anche particolarmente dotato nelle consolazioni.

Italo Bocchino ricorre invece ai paralleli storici, dimenticandosi che almeno in questo caso non è molto lecito confrontare le grandi cose del passato  a quelle miserrime dell’oggi: "Quando Pajetta occupò la prefettura contro Scelba, Togliatti gli disse: bravo, ora che ci fai? Ecco, a Berlusconi bisogna dire: e mò che hai preso la fiducia per tre voti in più, che ci fai?".

Si rifugia invece, con maggior eleganza, in Lorenzo de’ Medici, il presidente dell’Antimafia Pisanu: "La fiducia è una buona cosa, ma le maggiori difficoltà cominciano adesso. Comunque, almeno per ora, "chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza".

Militaresco come si addice ad un ministro della Difesa, Ignazio La Russa: "Non siamo noi ad avercela fatta, sono loro che hanno fallito con il loro assalto".
"Dimettiti coglionazzo" è invece l’elegante invito che alcuni deputati del PDL (liberi e vernacolari) rivolgono a Gianfranco Fini che attraverso il suo portavoce fa sapere di non averne alcuna intenzione (ma che per la tensione fuma la sua prima sigaretta dopo un anno di astinenza).

Nessuna dichiarazione al momento da Walter Veltroni il padrino politico di Massimo Calearo eletto con il PD e passato armi e bagagli dalla parte del governo come chiunque dotato di un minimo, ma proprio di un minimo, di capacità politica avrebbe compreso fin dall’inizio.

Berlusconi si appresta intanto a salire al Colle, che si suppone salirà con orgogliosa sicurezza dopo aver temuto di doverlo fare in disordine e senza speranza.

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