Da poco concluso l’intervento al Senato di Silvio Berlusconi, prima tappa di quello che potrebbe essere o l’atto finale o l’avvio di una nuova fase dell’attuale compagine governativa. Un discorso che non contiene particolari elementi di novità né alcun tipo di colpo di teatro. Trentacinque minuti è durato l’intervento del premier che ha rivendicato quanto fino ad ora realizzato dal suo governo e rivolto un appello ai parlamentari del PDL eletti nel 2008: “So che non dimenticherete la strada che abbiamo percorso insieme e so che tutti sapete nel vostro intimo che non abbiamo demeritato”. Una “follia politica” aprire la crisi, così si è espresso Berlusconi. Non è mancata anche una captatio benevolentiae nei confronti degli indecisi, in particolare del fantomatico Partito liberale della cui (irrilevante a parere di chi scrive) opinione si terrà conto, ma come noto la fiducia oggi si gioca anche sui voti parlamentari dei micro partiti...
“Nessuno deve distruggere l’unità dei moderati – ha concluso il premier – e ricordatevi che prima viene il popolo dei moderati poi i partiti, perché è il popolo che sceglie i leader e i partiti e non i partiti e i leader che si scelgono il popolo”. L’appello ai moderati mette in pratica tutti sullo stesso piano, UDC compresa.
Al termine del suo intervento Berlusconi ha offerto un nuovo patto di legislatura sostenendo che non la sua figura è in gioco bensì la stabilità e la governabilità del Paese, in caso di sfiducia si è comunque detto certo che l’elettorato saprà valutare da che parte schierarsi.
Fulvio Scova
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