Come avevamo annunciato la scorsa settimana il Comune rientrerà in possesso della piscina. Una vittoria sotto tutti i punti di vista: tecnico, politico, giuridico. Il Tribunale amministrativo regionale ha, infatti, dato ragione all'Amministrazione condannando la società ricorrente a un risarcimento danni di 1 milione e 137mila euro, a 72.000 euro di penali, a 18.000 euro per spese di lite e a 11.000 euro da versare al perito (CTU - Consulente tecnico d'ufficio) oltre agli oneri fiscali.
Si chiude così un capitolo importante nella lunga vertenza che ha visto contrapposto il Comune e la società promotrice di un project financing che avrebbe dovuto portare alla realizzazione della piscina comunale in via Vespucci...
La sentenza è immediatamente esecutiva e sarà l'ufficio legale incaricato dalla Giunta a garantire l'attuazione delle decisioni del Tar. “Una volta conclusi tutti gli aspetti legali e giuridici – precisa il sindaco D'Avanzo – potremo rientrare in possesso della nostra proprietà e individuare una soluzione che ci permetta di riprendere i lavori al più presto”.
Nel giugno di due anni fa, il sindaco aveva inviato alla società promotrice del project financing una diffida ad adempiere, contestando una serie di addebiti. Una decisione alla quale si è arrivati dopo una lunghissima trattativa, suggerita dai legali del Comune, in una vicenda molto intricata, nella quale c'era di mezzo anche un'operazione finanziaria, della quale l'Amministrazione era stata tenuta all'oscuro, con un derivato (swap) che a metà del 2010 segnava un saldo negativo superiore a 500.000 euro.
“Il nostro obiettivo era ed è – sottolinea il sindaco D'Avanzo – consegnare la piscina ai cesanesi. Per questo avevamo cercato un percorso di conciliazione, coinvolgendo l'intero Consiglio comunale che aveva votato un ordine del giorno con il quale impegnava la Giunta a perseguire ogni azione utile ad acquisire quote della società di progetto. Pensavamo di poterne acquisire il 70% con poco più di trecentomila euro e far proseguire i lavori alle tre aziende che avevano il restante 30%. Quando poi abbiamo scoperto l'esistenza di uno swap – precisa il primo cittadino - abbiamo bloccato tutto e avviato le procedure per arrivare alla risoluzione del contratto”.
Una scelta che non è stata accolta con favore dalla Cesano sport management che ha presentato ricorso al Tar, il quale però le ha dato torto.
Tutti gli incartamenti sono stati trasmessi dal Tribunale stesso alla procura della Corte dei Conti. “Un atto dovuto – conclude il sindaco – che confermerà ulteriormente la correttezza, la linearità e la massima trasparenza, nell'interesse pubblico, che la mia Amministrazione ha perseguito”.
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