foto di Stefano Parmesani "rubata" da facebook |
Serata calda e discretamente affollata ma trascorsa senza intoppi, quella del primo Consiglio comunale della nuova Giunta guidata da Giambattista Maiorano. La preoccupazione principale, più o meno di tutti, è quella di stabilire un clima possibilmente più disteso e meno reciprocamente polemico di quello a cui si era abituati in passato. Salvo un piccolo incidente di cui parleremo più avanti, tutti si adeguano con grande sforzo di autocontrollo perfino da parte di Luigi Iocca che incassa senza batter ciglio anche le critiche più severe alla precedente Amministrazione. Un segno di continuità con il passato è dato solo dall’infernale marchingegno del voto elettronico, che funziona a singhiozzo, rallenta i lavori, rende difficile per chi è in sala capire chi vota a favore o contro o si astiene...
Strumento tecnologico indubbiamente utile in un Parlamento con più di 600 membri si rivela un’inutile zavorra in un aula dove votano 17 persone che potrebbero ben farlo alzando semplicemente la mano e rendendo il tutto più comprensibile. In tempo di “spending review” sottoponiamo la cosa all’attenzione di chi di dovere. Disbrigate le faccende formali, dal giuramento del neoeletto sindaco all’ufficializzazione dei consiglieri in carica, si passa alla prima questione “politica” della serata, l’elezione del presidente del Consiglio comunale. A sorpresa, o forse no, Serena Cortinovi in nome di una ristrutturazione condivisa delle regole propone Fiorello Cortiana, che accetta la candidatura.
Da parte della maggioranza si fa invece il nome di Rosa Palone e forse sia la candidata sia la controproposta delle opposizioni meritavano una qualche parola in più. L’elezione di Rosa Palone passa comunque senza intralci fin dalla prima votazione, in un clima un po’ algido. Molte sono invece le parole di cui si avvale Giambattista Maiorano, non sintetico come nel suo stile, ma in fin dei conti è la sua serata, basta che non diventi un’abitudine. Il sindaco non si nasconde le difficoltà del compito che lui e la sua squadra dovranno affrontare, sottolinea la necessità di recuperare alla partecipazione il vasto corpo elettorale che si è astenuto, ringrazia l’UDC per l’appoggio dato al ballottaggio che almeno al momento appare del tutto disinteressato, quindi espone una lunga serie di punti programmatici che, uniti al caldo infernale dell’aula, stremano un po’ tutti i presenti.
Saranno i toni usati, saranno i contenuti che devono ancora essere messi alla prova dei fatti, sta di fatto che Maiorano incassa l’astensione delle opposizioni sulle linee di indirizzo di governo. Il primo ad annunciare l’astensione è Fiorello Cortiana preoccupato soprattutto che il confronto da qui a venire si svolga sul concreto delle cose e non sulle distinzioni pregiudiziali. Lo seguono Arceri, come ovvio, e anche il gruppo del PDL, non si capisce se per convinzione o per evitare di rimanere isolato all’interno dello stesso schieramento di opposizione.
Cortinovi è meno collaborativa di Cortiana e non può in ogni caso fare a meno di aprire un confronto polemico che vede al centro argomenti un po’ stanchi e stancamente ripetuti, dalla tendenza alla tassazione indiscriminata che caratterizzerebbe il centrosinistra ogniqualvolta si trova a governare fino ad una puntata sull’Area C milanese (insomma non è ora di merenda ma i cavoli non mancano). Il basso profilo viene messo momentaneamente in secondo piano quando la rivale di Maiorano chiede allo stesso scuse formali per una frase pronunciata in campagna elettorale. La frase incriminata è la seguente “Serena Cortinovi è circondata da una corte di mascalzoni”. La frase a chi scrive era sfuggita e certo avremmo avuto qualcosa da dire sull’uso improprio del termine “corte”, comunque Maiorano non si scusa e attribuisce il tutto a certe pesanti insinuazioni rivolte alla sua persona.
Per la cronaca a fianco di Serena Cortinovi erano seduti da una parte il consigliere Rapetti e dall’altra il consigliere Luigi Iocca. Maiorano, lo abbiamo detto, non ha ritenuto di doversi scusare. E’ stato questo come dicevamo l’unico momento di frizione della serata , insomma la nuova Giunta parte in clima soft, anche se vien da chiedersi quanto sia il fuoco che cova sotto le ceneri. Ma non vorremmo essere accusati di intentare processi alle intenzioni.
Fulvio Scova
Grazie dei fiori, ma in futuro evitiamo
Verrebbero mai regalati a dei consiglieri comunali maschi in occasione del loro esordio delle pipe, o dei sigari, o un pallone da calcio o quant’altro fa parte dell’universo edonistico maschile? No, non verrebbe in mente a nessuno, perché la loro elezione è considerata ovvia, scontata, nella natura delle cose. A sottolineare invece l’eccezionalità dell’evento, la sua separatezza da ciò che si considera norma, ecco puntuali, in tutti Consigli comunali che abbiamo conosciuto non solo a Buccinasco, che arrivano i fiori per le “signore” e “signorine” neo elette.
Un fatto di “galanteria” direbbe qualcuno, forse dimenticando che la “galanteria” altro non è che il guanto di velluto che racchiude il pugno di ferro dell’affermazione maschile sull’universo femminile. In futuro sarebbe bello evitare questa stucchevole cerimonia e sarebbe significativo che anche le neo elette la rifiutassero: i fiori sono una gran bella cosa ma qualche prezzo va pagato anche per le pari opportunità e la pari considerazione della propria persona.
8 giugno 2012: il primo giorno di scuola
RispondiEliminadi Adriano Carena
Ieri sera c’è stata la prima riunione del nuovo Consiglio Comunale. La forma è stata rispettata: fiori alle signore, strette di mano tra tutti, interventi moderati (almeno sino a quando sono rimasto). La sostanza un po’ meno.
Al momento di eleggere il Presidente del Consiglio comunale, prende la parola la già candidata sindaco Cortinovi e designa per la carica Cortiana, argomentando la candidatura con una breve relazione in cui si esprime il desiderio che venga accolta una richiesta di discontinuità: nominare un esponente dell’opposizione che per caratura personale, competenza ed indipendenza è riconosciuto in grado di svolgere una funzione istituzionale di garante del rispetto delle procedure e di stimolo per la da tutti invocata promozione della partecipazione attiva della cittadinanza.
Prende la parola Cortiana, che ringrazia della candidatura e conferma contenuti e stile che intenderebbe dare alla carica ove fosse eletto. Insomma un approccio chiaro e adeguatamente motivato .
Prende ora la parola Arboit, capogruppo del PD, e dice: “a nome della maggioranza candido Rosa Palone”. Punto e stop.
Si passa alla votazione palese: la maggioranza vota compatta: tutti si per Rosa Palone, tutti no per FIorello Cortiana. Anche l’opposizione vota compatta: tutti si per Cortiana, tutti no per Palone. Seguono applausi bipartisan alla neo eletta.
La candidatura di Cortiana, secondo la “vecchia politica” (quella che a livello nazionale si era espressa il giorno prima sulle candidature RAI) era destinata a soccombere. Ma la maggioranza non aveva l’obbligo di eleggere uno di loro, e soprattutto non aveva l’obbligo di non dedicare neppure una parola di commento al perché dell’appoggio al suo candidato ed al rifiuto del candidato dell’opposizione.
Non una parola: arroganza del potere appena conquistato ? incapacità di trovare almeno un esponente della maggioranza in grado di esprimere un ragionamento che avesse un senso ? Certamente incapacità di concretizzare la tanto strombazzata “discontinuità”.