sabato 19 marzo 2011

“La nostra natura ci spinge a reggerci in piedi da soli, per quanto disperati possiamo essere.”



Alcune volte bastano pochissimi minuti per vedere la nostra vita completamente capovolta, cambia così il senso di ogni cosa, tutto quello che credevamo indistruttibile si sbriciola e crolla. Cambia il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di credere, cambiano i sogni e con loro le nostre aspettative...
Un minuto prima pensavamo a dove saremmo voluti arrivare ed un attimo dopo ci troviamo a fare i conti con una realtà che ci ha bleffati e che non ci farà andare lontano, ci terrà stretti lì a guardare forzatamente quello che non abbiamo più. Con le mie poche righe questa settimana voglio unirmi al dolore che il Giappone vive in queste ore, a quelle persone che hanno perso tutto compresa la voglia e l’energia di andare avanti. Proprio in questi giorni in cui il nostro meraviglioso Paese celebra i 150 anni dalla sua unione, per un altro stato dall’altra parte del mondo un pezzo di storia è stata cancellata in una manciata di minuti… e proprio verso di loro vola il mio pensiero. Io amo il mio Paese. Amo i variegati paesaggi dell’Italia, i suoi profumi, amo vedere che questa terra comunica il suo calore attraverso il sorriso delle persone che ne fanno parte. Il disastro successo in Giappone mi fa riflettere e mi porta a stringermi in maniera ancora più forte a questa Italia a volte piena di contraddizioni. Io non celebro solo un unione di territori, io celebro il forte senso di appartenenza ad un popolo e alla sua cultura. 

La terra trema e mette in ginocchio un paese tanto piccolo sulle cartine geografiche quanto grande nella sua cultura ed io sento di dover dare il mio piccolo tributo di solidarietà a quelle persone che oggi hanno bisogno di unione, di calore, a quelle persone che hanno bisogno di non sentirsi sole.  Quando parliamo di cucina nipponica la prima cosa che ci viene in mente è il sushi o il sashimi, ma è piuttosto riduttivo pensare soltanto a questo. La cucina Giapponese è molto più ricca di sapori e di profumi di quanto voi crediate. Insalate, zuppe, carne, verdure e ancora molto altro. Noi oggi parliamo di TEMPURA (o Tenpura) il cui nome ha origine proprio dai primi scambi che i cristiani ebbero con il Giappone. Sgusciamo i gamberi lasciando attaccata la parte finale della coda. Pratichiamo delle piccole incisioni sulla polpa del gambero che ci serviranno a far penetrare bene la pastella prima della cottura. Laviamo le carote e priviamole della buccia esterna e tagliamole a striscioline finissime lunghe circa 10 centimetri. Laviamo le zucchine e le melanzane e tagliamo anche queste a striscioline. A questo punto prepariamo la pastella unendo in una terrina l’uovo sbattuto con l’acqua, aggiungiamo la farina tutta insieme e mescoliamo leggermente (non troppo altrimenti in frittura non avremo il risultato leggero e croccante che vogliamo ottenere). Disponiamo la pastella in frigorifero per almeno un’ora perché al momento del suo utilizzo dovrà essere ghiacciata. Scaldiamo abbondante olio in una padella ampia dai bordi larghi, infariniamo leggermente le verdure e i gamberi, immergiamo ogni singolo pezzo nella pastella e friggiamo per pochi istanti, fino a quando non saranno ben dorati, ma fate attenzione perché ci vuole davvero poco. Mettiamo pochi pezzi per volta per ottenere una frittura più croccante e per evitare che la temperatura dell’olio scenda drasticamente. Facciamo asciugare la frittura su carta assorbente per qualche istante e serviamo ben caldo. 
La pioggia cadrà, l’erba diventerà verde e la vita ricomincerà…
(Banana Yoshimoto)

Ingredienti per 4 persone 
8 gamberi di grosse dimensioni 
2 carote 
2 zucchine 
120 gr di farina 
1 uovo 
1 bicchiere di acqua ghiacciata preferibilmente frizzante (se avete anche qualche cubetto di ghiaccio è perfetto) 
3 Olio per frittura (semi di arachidi)



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