Anche in occasione del “caso Maiolo”, giunto finalmente in Consiglio comunale con la mozione delle opposizioni che ne chiedevano le dimissioni, Loris Cereda si rivela gran maestro nell’arte dello smussare gli angoli, stemperare le asprezze, accomodare i conflitti. Seguace delle strategie del Conte Zio di manzoniana memoria (ricordate? Quello del "Sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire... No, punizione, no: un provvedimento prudenziale, un ripiego di comune convenienza, per impedire i sinistri che potrebbero...”) il sindaco affronta la vicenda...
che vide l’assessore Maiolo universalmente sotto accusa per il suo incauto parallelo tra educazione dei cani e Rom, semplicemente minimizzando. La frase è stata male interpretata, la Maiolo non ha mai detto certe cose, anche se certo l’esempio non è stato felice e poi la stessa mozione delle opposizioni riconosce il nostro lavoro a favore dell’integrazione dei Sinti di Buccinasco e anche lei fa parte dell’equipe che ha lavorato in questa direzione e poi non facciamoci condizionare dal sistema mediatico che ingigantisce, enfatizza, crea le notizie più che riportarle.
Queste in buona sintesi le argomentazioni messe in campo dal primo cittadino. Senza dimenticare il ruolo che la Maiolo ha avuto, grazie alle sue conoscenze, nel ridisegnare le linee del trasporto pubblico a Buccinasco. “Abbiamo avuto una corsia preferenziale grazie al rapporto di amicizia che Tiziana Maiolo ha con il presidente dell’ATM Catania, e questo va a suo merito”. Il che è senza dubbio vero e testimonia dell’affetto del sindaco per la sua città al punto da fargli dimenticare che è altrettanto vero che il piccolo episodio suona comunque come una campana a morto per il funzionamento del sistema Italia, dove a quanto pare contano ancora le amicizie, i rapporti personali, le vie traverse che si rivelano poi le più dirette, a dispetto delle regole, delle procedure codificate, dei luoghi deputati che sembrano un ostacolo da scavalcare in qualche modo e non un normale percorso amministrativo.
Anche la stessa Maiolo si adegua al sottotono con una pacata autodifesa, cita Voltaire per dire che non vuole essere impiccata ad una frase infelice e non smentisce di essere facile alle “voci dal sen fuggite” quando definisce la trasmissione radiofonica La Zanzara, dove avvenne il misfatto, una “trasmissione satirica, anche un po’ stupidina” con buona pace del conduttore Cruciani e di Radio24 che si vedono bollare come un po’ stupida una delle trasmissioni di punta dell’emittente; l’assessore ribadisce poi che si trattava di un esempio magari infelice ma non insultante e tanto meno razzista, ricorda il suo impegno in passato per nomadi e immigrati in genere e il suo lavoro come assessore, dal censimento delle imprese, all’organizzazione di una tappa del tour di Miss Italia che ha permesso contatti con molti esponenti del mondo dell’imprenditoria , allo speed job; ed è proprio qui che convince meno, l’elenco è un po’ scarno, non eclatante.
E gli interventi delle opposizioni, da Pruiti a Carbonera a Benedetti lo sottolineano, anche se forse è proprio questo il punto più debole di una mozione che, partita dalla gaffe sui Rom ,approda alla messa in discussione dell’operato della Maiolo, affronta cioè un terreno sdrucciolevole e, per definizione, opinabile. In sostanza era un po’ troppo chiedere ad una maggioranza di smentire l’operato di un membro di una compagine di governo che è un collettivo e che necessariamente condivide l’operato dei suoi esponenti, salvo casi particolarmente gravi e probabilmente restare sul terreno più circoscritto della gaffe avrebbe aiutato a raccogliere una qualche benevola attenzione in più.
Il che non viene dai banchi della maggioranza che riconferma la sua fiducia all’assessore contestato. Ma a proposito di veleno nella coda, è proprio l’atto finale a guastare un po’ la sapiente ricucitura minimalista di Cereda: assente la consigliera Basile che abbandona l’aula prima della discussione del caso Maiolo, la fiducia passa con soli 9 voti a 8, due consiglieri infatti si assentano di proposito dal voto e uno, il neo leghista Cardilli, si astiene.
Le motivazioni della diserzione non sono esplicitate e non sono chiare nemmeno a chi scrive e a quanto pare neppure ai presenti in aula. E’ probabile però che debbano ascriversi a quella legge non scritta, ma sempre rispettata, che è in vigore tra i consiglieri di maggioranza: al sindaco bisogna lasciar fare buone ciambelle ma nessuna deve venirgli con il buco.
Caro Fulvio, come al solito sei di un livello superiore e riesci a trasformare in cultura un fatto di piccola portata politca. Così mi hai dato occasione di recuperare un po' di critica letteraria a proposito del "Conte Zio". La figura non è certo di quelle che nell'esegesi del pensiero manzoniano si colloca tra quelle positive. Manzoni divideva il mondo in figure positive (Fra' Cristoforo, Federigo Borromeo, Agnese) e negative (Don Abbondio, Don Rodrigo, Azzeccagarbugli) solo per citarne alcune.
RispondiEliminaIl Conte Zio per lui è la rappresentazione di chi, privo di qualità, usa la retorica, l'autorità, e le amicizie (diremmo oggi le lobbies) per "restare a galla".
Certo, preferisco essere il Conte Zio, piuttosto che essere il Don Abbondio che, di fronte a qualche pressione, avrebbe potuto affermare "questo Assessore non s'ha da tenere".
Ma, forse, mi sentirei più vicino al povero Renzo Tramaglino che, pur vagando di qua e di là per la Lombardia, pur trovandosi coinvolti nei moti per la rivolta del pane, e pur privo di grande intelligenza, alla fine, la Lucia Mondella è riuscito a sposarsela.
Mi rendo conto che questo paragone avrebbe però suscitato altri problemi; sicuramente con mia moglie che non avrebbe apprezzato di sentirsi esclusa da un romanzo che si fosse delineato con Loris e Tiziana come protagonisti.
Che altro fare allora, Frate Cristoforo? No, poi sarebbero sorte tutte le discussioni sulla mia subalternità a CL, e poi, chi lo sente Arrigoni che nel ruolo è certo più indicato.
L' Innominato? E dai, come spiegare la notte di penitenza con Tiziana?
Magari la Monaca di Monza, perchè forse, sotto sotto, un po' puttana lo sono anch'io. Ma avrei reagito male, letteraccia, e poi che ci avrebbe azzeccato?
Alla fine insomma, ben venga il Conte Zio, almeno fin tanto che l'ambiente resta quello dei Promessi Sposi. Se, però, in altra occasione, ti pungezza vaghezza di un nuovo paragone letterario, beh, allora non dimenticarti di Josef Knecht, qui veramente non avrei proprio nulla da ridire.