mercoledì 9 marzo 2011

Cesano - Relazioni pericolose: le opposizioni chiedono le dimissioni di D’Avanzo

La vicenda è quella ben nota dell’operazione contro la criminalità organizzata denominata Parco Sud che a suo tempo coinvolse un noto imprenditore di Cesano Boscone, Alfredo Iorio, presidente del gruppo immobiliare Kreiamo, arrestato nel 2009 e condannato in seguito a un anno e mezzo di carcere a seguito di patteggiamento. Una vicenda che lascia strascichi pesanti o che almeno da qualche parte tali si vuol fare apparire. Dalle  intercettazioni telefoniche effettuate nel corso delle indagini emersero infatti anche alcune conversazioni tra lo stesso Iorio e il sindaco di Cesano Boscone, D’Avanzo...
 

Conversazioni rimaste “in sonno” per un lungo periodo, ma evidentemente rimaste sotto traccia come un fiume carsico, e tornate improvvisamente di attualità; riemerse, diciamo così, dalle carte giudiziarie in modo non chiarissimo, un po’ una sorta di rigurgito come avviene quando i tombini stradali non riescono ad assolvere al loro compito e buttano acqua e anche qualcosa d’altro. 

Sia come sia, dalle conversazioni non emergono particolari indizi da cui dedurre che tra il primo cittadino e l’imprenditore, incensurato al momento delle telefonate, esistessero rapporti discutibili o illegittimi. Così come assai dubbie sembrano essere “le rivelazioni”, riportate e non intercettate, espresse dallo stesso Iorio a proposito di una presunta richiesta di aiuto elettorale che sarebbe venuta dallo stesso D’Avanzo, preoccupato, sempre secondo quanto riportato, più della lealtà di amici e compagni di partito che dalla forza degli avversari. 

Resta il dato politico di una frequentazione che solo in seguito, comunque, si è rivelata a rischio e questo dato politico non sfugge alle forze di opposizione a cui, del tutto legittimamente, non par vero di avere una così ghiotta occasione per mettere in discussione la figura del primo cittadino. “Noi che sulla vicenda di peccati non ne abbiamo, noi che non abbiamo né padrini né padroni, possiamo urlare a voce alta che il sindaco D’Avanzo deve dimettersi a seguito dei suoi fallimenti politici e a seguito di quanto emerge dal documento della DIA che oggi circola per Cesano Boscone” , dichiara infatti Santi Raimondo, capogruppo PDL in Consiglio comunale, che allude anche alle presunte divisioni interne alla maggioranza quando aggiunge: “Se è vero, come qualcuno sostiene, che anche alcuni esponenti della maggioranza imbarazzati dalla vicenda, vorrebbero archiviare la pagina D’Avanzo, questa è l’occasione per non tirarsi indietro”. 

L’occasione è quella della mozione di sfiducia che le forze di opposizione intendono presentare in Consiglio e nella quale si chiede allo stesso Consiglio di approvare “la mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco a causa del suo comportamento lesivo dei valori della trasparenza, della legalità e dell’onestà”. La mozione inoltre insinua anche dubbi sulla regolarità della consultazione elettorale che ha portato all’elezione dell’attuale sindaco, regolarità messa in discussione dalle frequentazioni del sindaco con personaggi in seguito risultati discutibili. 

Secca la smentita del sindaco D’Avanzo che non si tira certo indietro: “La storia è sempre la stessa – prosegue il sindaco - farcita con chiacchiericci e  strumentalizzazioni che non meriterebbero alcuna considerazione, se non fosse che il centrodestra vorrebbe venire a far lezione in casa del centrosinistra, nella speranza di trovare, evidentemente, qualche porta o finestra aperta. Viene gettata fanghiglia sul tavolo del dibattito politico – sottolinea D'Avanzo - solo per nascondere l'incapacità di fare proposte concrete, di lavorare per il bene della città”. 

E ancora: “Sono stato attaccato in ogni modo possibile, nel tentativo di sovvertire chi, con onestà, trasparenza e nel pieno rispetto delle leggi, governa la città. Sono state riesumate delle intercettazioni che risalgono al 2008, relative a un piano di intervento proposto da imprenditori locali allora incensurati, la cui istruttoria è durata ben tre anni. Un piano che non ho voluto, in prima istanza, che venisse approvato perché mancava la necessaria condivisione dell'intero Consiglio”. 

Non manca nella replica del sindaco una curiosa “memoria storica” quando ricorda agli esponenti di centrodestra “che fino a un certo punto il loro candidato di spicco era un esponente di Kreiamo, all'interno della quale lavorava anche il segretario cittadino del Pdl e che era legata, a doppio filo, con il loro capogruppo”. Insomma, le relazioni pericolose non erano una sua esclusiva, a quanto pare.

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