Ribatte colpo su colpo Vincenzo D’Avanzo agli “attestati di sfiducia” e alle critiche che gli arrivano da più parti. Il sindaco accusa la SEL di usare due pesi e due misure e lo fa richiamandosi proprio alle parole del leader carismatico della nuova formazione politica della galassia di sinistra. Scrive infatti in un comunicato: “Un giudice e la procura dicono che non c’è alcun rilievo penale nel mio atteggiamento e nemmeno un profilo di malcostume”. Parole mie? No, no. Sono di Nichi Vendola, il leader di Sinistra Ecologia e Libertà...
Eppure non mi risulta che qualcuno abbia chiesto le sue dimissioni, lo abbia sfiduciato o messo in dubbio la sua integrità morale dopo la pubblicazione delle intercettazioni dal quale risultava che avrebbe addirittura chiesto di modificare una legge pur di nominare un alto dirigente a lui gradito. Perché Vendola si definisce un “garantista da sempre” e sottolinea che “Non [bisogna] dimenticare mai che fino a prova contraria e a condanna avvenuta un cittadino è innocente, non presunto colpevole”. Per un assessore della sua Giunta è stato chiesto l'arresto. Altri, del suo entourage, sono stati indagati. Però, evidentemente, da sud a nord per Sel esistono due pesi e due misure”.
Il primo cittadino cesanese non nasconde la sua irritazione quando ancora scrive: “Voglio ringraziare tutti gli amici Sel di Cesano per il sostegno dato sempre con lealtà e onestà al sindaco e alla giunta. Soprattutto in un momento come questo, in cui tanti, da destra e da sinistra, trovano comodo esercitarsi al tiro al bersaglio in cerca di un'effimera visibilità!
Vi ringrazio, perché in fondo avete tolto la fiducia a un sindaco che:
- non ha mai usato le istituzioni per fini personali, politici e/o economici
- non è il cittadino più ricco di Cesano, ma di certo è, da sempre, tra i primi contribuenti
- non ha mai percepito compensi in nero, né ha avuto bisogno di fare affari con chicchessia
- non ha mai progettato o commesso abusi edilizi”.
Riferendosi poi alle voci circolate di un contrasto tra lo stesso D’Avanzo e il suo partito di appartenenza,il PD, il sindaco così replica: “Ora si arriva ad affermare, addirittura, che il mio partito mi avrebbe imposto di ritirare le deleghe a un assessore di un'altra lista.
Io credo che la questione richieda una valutazione politica d'insieme, perché il Pd, come mi hanno più volte confermato i vertici provinciali, non mette in alcun modo in discussione l'integrità morale e l'onestà di ciascun componente della mia Giunta e della mia maggioranza. Caso mai potrebbe essere solo una questione di opportunità politica.
Siamo quasi a metà mandato e ho quindi chiesto a tutti gli assessori, così come alle segreterie cittadine e ai gruppi consiliari, di analizzare con attenzione la situazione sempre più cupa che ci attende. Come portare avanti un percorso che continuerà ad essere in salita e che richiederà molti più sacrifici rispetto a quelli fino ad ora fatti”.
Opportunità politica o no, se l'assessore in questione fosse stato una persona seria si sarebbe già dimesso di sua iniziativa da un pezzo.
RispondiEliminaD'Avanzo scherza con il fuoco.
RispondiEliminaNon condivido le riflessioni del sindaco su Sel. Nessuno mai, nè tantomeno Sel ha posto una questione di legalità nei suoi confronti.
RispondiEliminaCiò che non è stato gradito, ma non solo da Sel, è questa interlocuzione trasversale ed opaca con personaggi che dietro le quinte venivano accreditati come importanti referenti di uno schieramento politico avverso. Credo che si possa anche ammettere d'aver sbagliato "in buona fede". Forse Sel, ed altri, lo gradirebbero; il sarcasmo ad effetto nei confronti di alleati naturali non credo che alla lunga paghi.
Ha ragione invece il sindaco quando dice che nessuno ha messo in discussione "l'integrità morale" di ciascun componente dell sua giunta, ed è apprezzabile che introduce la questione di opportunità politica. Come pure è apprezzabile la volontà di fare un bilancio dell'azione di governo e se del caso introdurre dei correttivi, coinvolgendo nuovamente coloro che in questo frangente hanno ritenuto a torto od a ragione di ritirargli la fiducia. Luigi Stolfa