martedì 24 gennaio 2012

TREZZANO - Bidoni in fiamme, incendio alla Brenntag

A pochi giorni dalla visita del sindaco e della Giunta alla Brenntag, poco prima delle 13 di venerdì scorso si è scatenato un incendio nel deposito dell’azienda di via Boccaccio: in una zona nelle adiacenze della ferrovia (poco dopo il passaggio di un treno), sono andati in fiamme alcuni bidoni vuoti in plastica.

L’incendio è stato domato immediatamente dalla squadra antincendio della società, una ventina di persone appositamente formate, proprio perché “l’unico rischio che abbiamo nella nostra azienda”, ha spiegato l’operation manager Mauro Parenti, “è proprio l’incendio e nel corso degli anni abbiamo speso diversi milioni di euro per affrontare qualsiasi tipo di emergenza e dotarci di attrezzature tra le più moderne”. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco, gli agenti della Polizia locale e il sindaco Giorgio Tomasino con alcuni esponenti della Giunta e il funzionario dell’area ambiente... 

Con le operazioni di spegnimento dell’incendio, sono iniziate immediatamente le indagini per capire cosa abbia provocato le fiamme, con verifiche e accertamenti documentati sia con foto che con i filmati delle telecamere di sicurezza attive 24 ore su 24: la causa dell’incendio sarebbe un “ponte elettrico” provocato dalla cabina elettrica della ferrovia, posizionata a ridosso del muro di cinta. (vedi video)

“Non avevamo dubbi che la causa scatenante provenisse dall’esterno”, ha dichiarato l’amministratore delegato Nicola Tortorella.

Già dai primi controlli sui filmati delle telecamere di videosorveglianza era evidente la presenza di una scintilla, di qualcosa di luminoso, seguito da una colonnina di fumo bianco quasi impercettibile. Però non c'era la certezza sull'origine. L'unico dato appurato anche dai vigili del fuoco intervenuti sul posto quando la squadra antincendio di Brenntag aveva completamente domato le fiamme è che non poteva trattarsi di autocombustione. I “cubi” in polietilene, sistemati in gabbie di metallo, erano infatti completamente vuoti e non hanno mai contenuto sostanze infiammabili. 

“La sera stessa”, ha spiegato Parenti, “abbiamo sgomberato l'area, ma ci siamo accorti che in alcuni momenti il filo spinato diventava incandescente. Abbiamo allora voluto approfondire la cosa e, fin dalle prime ore di sabato mattina, filmando l'area dell'incendio ci siamo accorti che probabilmente un arco elettrico tra lo stesso filo posizionato lungo tutta la recinzione e una delle due cabine elettriche delle ferrovie provoca una scarica che fonde il metallo”. Per essere certi, i controlli sono proseguiti anche sabato e domenica, fino a lunedì mattina, quando il responsabile della sicurezza ha individuato sul posto alcuni pezzi fusi di metallo. 

“Metteremo tutta la documentazione a disposizione delle autorità competenti per collaborare, anche in questo caso, affinché la sicurezza per tutti i cittadini sia sempre garantita, anche al di là delle mura della nostra azienda”, ha concluso l’ad Tortorella. Ora toccherà anche alle Ferrovie verificare che le cabine elettriche posizionate lungo la linea ferroviaria siano adeguate, per evitare incidenti simili anche altrove.

Da parte sua il Comune, già a poche ore dall’incendio, aveva deciso di notificare all’azienda un’ordinanza per prescrivere la sospensione di tutte le attività di stoccaggio nell’area interessata e imporre una serie di interventi tecnici per garantire la massima sicurezza. 


Comitato vs Comune
L’avevano chiamata “operazione trasparenza”: a proporla la scorsa settimana il sindaco di Trezzano e la sua Giunta dopo una visita allo stabilimento dell’azienda chimica classificata, come è noto, a rischio di incidente rilevante. La delegazione aveva verificato le varie fasi di lavorazione e i sistemi di sicurezza, proponendo a tutto il Consiglio comunale di visitare lo stabilimento e all’azienda di avviare una campagna di comunicazione per rassicurare i cittadini su due temi importanti, la salute e la sicurezza.

Non si è fatta attendere la reazione del Comitato per la tutela dell’uomo e dell’ambiente che da anni si batte per la delocalizzazione della Brenntag, denunciando la pericolosità di un’azienda del genere vicino ad un centro abitato e ad una ferrovia. Angela De Leo ha scritto al sindaco per “constatare con rammarico che anche in questa occasione ha manifestato insofferenza nei confronti dei cittadini” e chiedendo di poter partecipare “con facoltà di parola” alla prossima visita alla Brenntag, in programma nel pomeriggio di martedì 31 gennaio.

“Nulla osta alla partecipazione di un rappresentante del Comitato durante la visita dei consiglieri”, risponde il sindaco, non comprendendo il tono spazientito della lettera: “In ogni occasione, istituzionale o pubblica, ho ribadito che stiamo lavorando alacremente al Piano di governo del territorio per prevedere, nel suo ambito, la delocalizzazione dell’azienda”. 


Brenntag: “Per noi la sicurezza è al primo posto”
“Il nostro impegno per la salute, la sicurezza e l'ambiente – spiega l'ing. Mauro Parenti, operations manager di Brenntag – va al di là delle prescrizioni di legge. In ogni sito operativo, tra l'altro, vengono applicati sistemi di gestione in grado di garantire i più elevati standard di categoria (ISO 9001, ESAD, Responsible care di AssICC) e il deposito trezzanese è stato anche considerato tra i sedici siti più sicuri dei circa duecento di Brenntag presenti in Europa”. 

D'altra parte, dal 1998 a oggi sono stati investiti oltre 5 milioni di euro nelle strutture e negli impianti del deposito, con il potenziamento dell'impianto antincendio, delle apparecchiature per la movimentazione dei prodotti e dei sistemi di infustamento, e per l'adeguamento e il miglioramento degli impianti elettrici.

1 commento:

  1. si la sicurezza è al primo posto? non penso visto che fate lavorare da casati dei giardinieri con dei macchinari che possono produrre ritorni di fiamma... sicurezza non vuol dire caschetto ecc...

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