mercoledì 18 gennaio 2012

In carcere l’ex assessore regionale Ponzoni

Un provvedimento di custodia cautelare per bancarotta in relazione al fallimento della societa' Pellicano e' stato emesso nei confronti dell'ex assessore regionale Massimo Ponzoni, che si è costituito alla Guardia di Finanza. In un primo momento sembrava che Ponzoni si trovasse all’estero, circostanza poi smentita. Inquietanti particolari stanno intanto emergendo dall’indagine come un movimento di denaro destinato alla ‘ndrangheta che transitava sul conto della nonna dell’ex assessore. Il presidente della Regione Formigoni intanto ha dichiarato di essere del tutto estraneo alla vicenda: "Questa sinistra è diventata integralmente giustizialista - ha detto - altro che riformista... 


Quando hanno indagato Penati, nessuno ha messo Bersani sul banco degli imputati"."Le accuse sono gravi - ha ammesso - ma riguardano comportamenti personali che nulla hanno a che fare con Regione Lombardia". Intanto Ponzoni si è dimesso dall'incarico di segretario dell'Ufficio di presidenza ma non da quello di consigliere regionale. Tradotto, significa che Ponzoni si è tenuto ben stretto il lauto stipendio della Regione, e questo nonostante soggiorni in una cella del carcere di Monza. Certo non si può dire che la sua sia una pratica solitaria. 

Quella di rinunciare all'incarico istituzionale ma non all'indennità di carica fu un'opzione già introdotta da Filippo Penati, anche lui indagato per corruzione e storie di tangenti. A proposito di quest’ultimo, l’ex  Pd Filippo Penati, sotto accusa per il “sistema Sesto San Giovanni”, fa parte della squadra di undici consiglieri lombardi della Commissione d’inchiesta che indaga sul crac dell’ospedale San Raffaele. Non lo ha chiesto lui, attualmente nel gruppo misto, né è stato nominato da qualcuno: la burocrazia della Regione Lombardia si è incaricata da sola di realizzare il paradosso di inserire un plurindagato  per investigare le ragioni della bancarotta miliardaria della creatura dell’appena scomparso Don Verzè.

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