lunedì 16 gennaio 2012

BUCCINASCO - Comunicato dei candidati Sindaco alla primarie della Coalizione del Centrosinistra

Riceviamo e pubblichiamo - Con riferimento alle fantasiose illazioni che ipotizzano interventi di disturbo nella partecipazione al voto delle Primarie del Centrosinistra del 29 gennaio prossimo, tanto da poterne inficiare il risultato, i partiti, la lista civica e tutti i candidati sindaco, affermano la loro fiducia nell’assoluta maturità e nel senso civico di tutti i cittadini.

Respingono eventuali interventi tesi a privilegiare l’uno o l’altro candidato attraverso operazioni di invio di truppe cammellate da parte di chiunque...

Rifiutano di considerare la possibilità che gli elettori di Buccinasco siano massa di manovra nelle mani di screditati personaggi all’origine degli eventi che hanno colpito nel profondo la città e condotto al commissariamento il nostro Comune.

Si impegnano alla massima vigilanza e all’utilizzo di tutti gli strumenti legali consentiti perché le operazioni di voto si svolgano nell’assoluta regolarità al fine di preservare l’evento nel suo alto valore di partecipazione democratica, di serietà e di autorevolezza.

Gianni Maiorano
Rino Pruiti
Gloriana Venturini
Pietro Gusmaroli
Vittorio Ciocca 

1 commento:

  1. ‘La macchina del fango’ è quel meccanismo attraverso il quale si tenta di delegittimare una persona, giornalista, scrittore, poeta che sia, la quale prende una posizione esplicitamente critica nei confronti di un determinato potere. Esso può essere un governo, un regime o anche un’organizzazione criminale. Il compito della ‘macchina del fango’ è quello appunto di infangare la vittima, non elencando dei suoi reati o criticando in maniera costruttiva il suo operato, bensì, attraverso i media, tentando di imbarazzarlo agli occhi dell’opinione pubblica con il gossip.

    Spesso si ordiscono a danno della povera vittima strategie davvero subdole per poterlo screditare, magari inventandosi notizie a suo sfavore o inventandosi storie sui suoi gusti sessuali, il tutto per poter far dire alla gente che “Quello è uno dei tanti, critica, critica, ma alla fine fa le stesse cose di coloro da cui lui stesso prende le distanze”.

    Ma da dove nasce questo bisogno di delegittimare una persona anche dopo che è morta per una causa per cui si batteva? Queste le parole di Saviano. “Perché se pensi che ha agito bene, quella morte ti deve far muovere, se fino a quel punto sei stato indifferente quella morte ti deve far muovere, la tua vita deve cambiare. Ma se ti dici, se te la racconti, che quella persona là a terra centra in qualche modo, è stata uccisa perché in fondo se lo meritava, stava dentro alle schifezze, anche lei è sporca, se inizi a ragionare così, la tua vita non la puoi cambiare, puoi non dover prendere una posizione, puoi stare tranquillo, puoi non sentirti coinvolto. Oggi chiunque conosca le dinamiche politiche, giornalistiche, sa che se ti poni contro il governo, contro il potere, non sarai criticato, sarai delegittimato, sa che nel momento in cui prenderai una determinata posizione arriverà il gossip, arriveranno le mani nella tua vita privata, arriverà la rottura della possibilità di condurre la tua vita. La strategia che porta avanti il potere non è di difendersi, il meccanismo che sta passando alle nostre orecchie è: “Ma guardate queste cose le fanno tutti, voi non le fate? Chi siete voi? Tutti hanno scheletri nell’armadio”. Tutti sporchi, nessuno sporco”.

    Tuttavia la macchina del fango può essere fermata. “A tutto questo sono profondamente convinto che bisogna rispondere anche individualmente. Tu singolo uomo o donna, puoi fermare tutto questo in ogni momento, ogni volta che ti arriva la voce, ogni volta che ti sembra che non c’è una critica, ma quando senti il fango, quando senti che si sta diffondendo qualcosa che è il solito atavico “Ma sono tutti la stessa schifezza”. E’ lì che si può intervenire, è lì che puoi fermare, è lì che puoi dismettere la selezione dei peggiori e aiutare la difesa di chi cerca almeno un percorso diverso, non di essere un migliore, ma di essere diverso. Quando senti che in questo Paese, persino dinanzi alla morte, questi caduti, tale è la parola da usare, hanno subìto un’onta così grande, così enorme, beh, ti viene lo sconforto. L’omaggio a queste persone non è semplicemente un gesto di buona educazione verso i familiari, è un gesto di buona educazione verso se stessi per capire qual è la strada, rincuorarsi, avere quel carburante che ti fa dire quando legittimamente ti svegli e dici “Dannazione mi sembra tutto inutile, mi sembra che siano premiati sempre i peggiori”, quando ti viene questo momento, se pensi a queste persone cadute e non, è lì che hai la voglia di dire “Ma allora si può, ma allora il percorso c’è, ma dai posso partecipare a questo, posso realizzarmi, posso fare bene il mio mestiere, posso giocarmela e se perdo chi se ne frega, e se perdo me la sono giocata”.

    “Questo è il messaggio che dò alle macchine del fango” – ha terminato Saviano – “E ora infangateci tutti”.

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