giovedì 23 febbraio 2012

CORSICO - Lettera - Paure, realtà ed esagerazioni nella via Cavour

La lettera anonima pubblicata sul settimanale riguardante alcune mamme di Corsico ( testo della lettera e  replica dell'Amministrazione) , sul degrado civile di quella strada, mi porta a delle riflessioni. Perché, pur con delle evidenti esagerazioni nell’uso delle parole come coprifuoco, rotear di sciabole, ecc. si dovrebbe tenere conto di questo stato d’animo, probabilmente non isolato. 
  1. Una denuncia anonima sulle tematiche della sicurezza può essere divulgata per scopi politici e poco nobili, per screditare la Giunta e le Istituzioni. L’altra possibilità è che dei cittadini hanno paura di mettere la propria faccia per possibili ritorsioni. Propendo per questa ipotesi... 
  2. Chiediamoci se questi episodi sono marginali. Come facciamo a misurare il grado d’insicurezza e paura dei cittadini? Se non partiamo dai fatti reali, dati e consuntivi su denunce, reati, e segnalazioni, si rischia di sottovalutare o enfatizzare il problema. Possiamo come cittadini sapere periodicamente dalle Istituzioni, comprese il Comune, qual è la situazione?
  3. In sostanza, se non sappiamo l’entità dei sintomi e la gravità della malattia come possiamo trovare la terapia adatta? 
  4. Comunque si tratta di parlare chiaro. Dobbiamo realisticamente dire ai Cittadini, che purtroppo, dopo tutte le sollecitazioni e proteste da parte del Comune alle forze dell’ordine, (Prefettura, Carabinieri, ecc.) non vi sono le condizione pratiche per presidiare il territorio come tutti vorremmo. Gli stessi militari che, con un accordo tra Prefetto e alcuni Comuni, sono stati giustamente utilizzati nei nostri quartieri, non possono eseguire servizio di pattugliamento di sera o di notte. Disposizioni Ministeriali. Per gli stessi Vigili non vi sono fondi sufficienti per pagare gli straordinari o approntare nuove pattuglie. Purtroppo questo è il contesto, e per riordinare il Sistema Sicurezza in Italia ci vorrà tempo. 
  5. Se le Istituzioni non risolvono il problema, la società civile può ricercare soluzioni alternative. Personalmente vedo una possibile sperimentazione per mettere insieme negozianti, amministratori e condomini, nel predisporre forme particolari di vigilanza privata in alcune ore serali. Praticare una condivisione dei problemi e realizzarne le proposte sarebbe molto positivo. 
  6. Se nelle prossime settimane, fosse confermato che la situazione di un esercizio commerciale mette in pericolo la vivibilità e la sicurezza della popolazione, la Giunta Comunale può richiedere al Prefetto una temporanea chiusura del locale stesso. Situazione già avvenuta in altri casi. 
Per concludere, si può sostenere che tutte queste considerazioni e problematiche debbano essere discusse e decise solo dalle Istituzioni preposte. Appunto, questa discutibile versione in parte è anche il problema.

Non manca forse il ruolo coinvolgente e caratteristico dei Cittadini ? 

Roberto Silvestrini

1 commento:

  1. La delicatezza e complessità dell’argomento implica una conoscenza fondamentale della materia, oltre che una capacità di autocritica, senza la quale vengono meno i presupposti per intraprendere percorsi utili a migliorare il problema.
    Una denuncia anonima non può avere seguito e chi sostiene questa tesi, rispetta scrupolosamente l’ordinamento della procedura penale. Tuttavia, la funzione dell’amministrazione locale abbraccia sfere di più ampia competenza, dall’ordinamento amministrativo a quello di pubblica sicurezza.
    E’ da questo profilo che una segnalazione, seppure anonima, non possa e non deve essere disattesa. Possiamo forse concepire un’operazione di polizia senza sostegno d’informazioni assunte in modo confidenziale?
    Il passo successivo, verificata la fondatezza del problema segnalato, è quello di parteciparlo agli altri organi che per loro istituzione devono condividere interventi specifici.
    Non demandare oneri, quindi, ma condividerli usando ovviamente anche le proprie strutture.
    E’ diventata una consuetudine sostenere che non vi sono fondi e per questo fatto si giustificano, almeno in parte, le mancanze di varia natura. Indubbiamente il problema di finanziamento (mancato) esiste ma in queste situazioni contingenti bisogna saper esprimere il meglio delle capacità, sia organizzative sia di programmazione.
    Quando si afferma che non esiste disponibilità per “pagare gli straordinari” alla polizia locale, si omette di valutare le caratteristiche delle sue incombenze. Per sua natura, la polizia locale ha il compito di vigilare sull’ordinato svolgersi della vita sociale: è quindi il caso di analizzare compiutamente l’utilizzo del personale addetto, stabilendone le priorità sulla base delle forze disponibili.
    Qualora la volontà di affrontare positivamente il problema fosse condiviso, anche con il confronto sindacale, diventa possibile programmare interventi appropriati senza attingere a retribuzioni straordinarie, solo programmando in modo diverso la prestazione d’opera. Certamente devono scomparire situazioni di privilegio, ma nell’economia di gestione prevale indubbiamente l’interesse pubblico. Si deve evitare di delegare ai privati quanto è di esclusiva pertinenza pubblica: la sicurezza pubblica.
    Clementino Re

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