Venerdì 27 gennaio, ore 10. Andiamo al mercato di via Trento, parcheggiando l’auto in via Kolbe, una piccola strada perpendicolare all’area del nuovo mercato cittadino. Ma quale mercato? Inizialmente pensiamo di aver sbagliato giorno, dalla macchina vediamo qualche auto nel parcheggio che il venerdì dovrebbe ospitare le bancarelle. Ma le bancarelle non ci sono. Di fronte, ce ne sono solo tre e vendono frutta e verdura. Gli avventori si contano sulle dita di una mano.
È servito a poco evidentemente l’incontro organizzato la settimana precedente dall’Amministrazione comunale: qui i mercatali non ci vogliono tornare, per loro il luogo è inadatto e dal Comune non si sentono tutelati.
Qualcuno però resiste, ma non si sa per quanto: “Ho qualche cliente, vengo solo per loro”, ci spiega Filippo Buonfardieci, “ma non è possibile andare avanti così: noi siamo disposti anche a fare prezzi stracciati ma tanta gente non sa che c’è il mercato”...
Lo conferma una signora che abita nelle vicinanze: “Ho saputo da poco di questo mercato perché ho ricevuto una mail da una collega, ma il Comune non l’ha pubblicizzato per niente: dovrebbero organizzare qualche evento per attirare la gente”. Un’altra, residente in via Cottolengo, vi arriva per la prima volta ed è visibilmente delusa: “Che peccato, io verrei volentieri qui al mercato, è molto più comodo di quello di via Repubblica: in un periodo di crisi come questo perché non incentivare chi vende prodotti a km 0?”.
Proprio venerdì, con lo sciopero degli autotrasportatori, i prezzi sono più alti, il costo di frutta e verdura è aumentato all’Ortomercato e di conseguenza per il pubblico. Se poi si vende poco o nulla, è tutto da buttare e l’investimento è perso per chi si è alzato oltretutto alle 3 del mattino. Lo spiega Buonfardieci e gli fa eco il collega Daisse Salah: “Sono l’unico algerino a vendere frutta e verdura in tutta Milano”, ci tiene a precisare. Lui all’incontro con l’Amministrazione non ha partecipato, perché la licenza dal Comune di Cesano Boscone non l’ha ottenuta, pur avendo tutte le carte in regola (ma la sua iscrizione alla Camera di Commercio è troppo recente): in via Trento è presente come “spuntista”, ossia un commerciante itinerante non in possesso di un’area stabilita che acquisisce punteggio partecipando al mercato settimanale qualora ci fosse un posto libero.
In via Trento il problema del posto certamente non manca: “Non so se tornerò la prossima settimana, non si vende nulla”. Da Cesano il signor Salah ha ricevuto una doppia delusione: l’esclusione dalla graduatoria prima, il mancato incasso poi. Per giunta proprio venerdì 27 i vigili sono venuti a riscuotere il plateatico: “Mi hanno chiesto 30 euro per l’occupazione del suolo: ma come? Se non ci siamo noi, non c’è nessuno e per giunta non si vende niente, come posso pagarlo?”.
Di fronte alle due bancarelle, c’è un altro spuntista, Domenico Blaise, giovane calabrese che vende arance e mandarini, oltre ad altri prodotti della sua terra: “Al sabato a Corsico in tre facciamo fatica a servire i clienti, qui non passa nessuno”. Arriva una signora per comprare le arance: anche lei vive nei dintorni: “Qui fa comodo un mercato, ma se le bancarelle non ci sono, che veniamo a fare?”.
“All’inaugurazione avevamo lavorato tutti”, ha ricordato Buonfardieci, “abbiamo anche regalato tanto: io non ho saltato un venerdì da quando abbiamo iniziato, ma così non si può andare avanti”.
Gli abitanti del quartiere continuano a disertarlo, forse non lo conosce, forse lo ritiene scomodo e certamente non aiuta l’assenza di tanti operatori. Neanche l’Amministrazione però si è fatta vedere (nemmeno per gli auguri di Natale previsti invece negli altri mercati), ma qualcosa dovrà fare, così si è impegnata in Consiglio comunale.
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