In mattinata annuncia le dimissioni e convoca una conferenza stampa per spiegare al mondo le ragioni del suo gesto (larga parte di mondo si sarebbe comunque accontentata delle dimissioni anche senza spiegazioni), poi nella stessa conferenza stampa annuncia invece i motivi per cui non si dimette. Questi i tratti salienti della farsa ingaggiata dal presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, nella giornata di ieri. Naturalmente le ragioni di tanto tormentoso percorso sono tutte da trovare nella volontà del nostro di onorare il patto stretto con i cittadini all'epoca delle sue elezioni. Risultato finale è stata la convinzione che lo si onora meglio continuando a fare il presidente...
C’è chi insinua che le dimissioni fossero dovute alla volontà di candidarsi per le prossime elezioni politiche. La norma prevede infatti l’abbandono della carica, almeno 6 mesi prima del voto e ieri più o meno scadevano i termini, tanto che altri presidenti di provincia come ad Asti, Biella e Napoli, meno sensibili all'esigenza di onorare il patto con i cittadini, le dimissioni le hanno date per davvero. Insomma Podestà rinuncia alle politiche, ma resta il sospetto che nelle ore trascorse tra il fatidico annuncio e la mancata decisione, qualcuno abbia fatto sapere al molto onorevole presidente che la sua candidatura non fosse poi così certa e garantita.
Meglio quindi stare sul sicuro, avrà forse pensato il presidente molto onorevole. Mentre scriviamo si viene a sapere che l’annuncio sarebbe stato un errore del suo portavoce, che quindi si sarebbe dimesso a sua insaputa. Quindi Podestà fa il suo trionfale ingresso nell’ampia schiera degli “insaputisti”, coloro che non sanno quel che fanno e che quindi come tali andrebbero cacciati sui due piedi da qualsiasi carica essendo per loro stessa ammissione incapaci di intendere e volere. Ma quando vogliono “sanno”.
La gestione del molto onorevole Podestà infatti è appena finita nell’occhio del ciclone per i milioni spesi in consulenze esterne, nonostante i 1800 dipendenti, per i catering e i pranzi di rappresentanza da migliaia di euro, per l’elenco, spesso al limite del surreale, delle attività sovvenzionate con i fondi pubblici (mostra di funghi dal vero, progetti come “vivere con la badante”, corsi di formazione tipo “come migliorare il benessere dei gatti liberi in colonia, premi internazionali quale l’MAB per la danza intitolato alla memoria di Maria Antonietta Berlusconi, sorella di Silvio).
Da segnalare, per completezza di informazione, le dimissioni di Luigi Cesaro, detto “Gigino a’ purpetta”, presidente della Provincia di Napoli, divenuto famoso per la sua travolgente pronuncia dell’inglese con la presentazione del “Uouowar Urban Forum” (testuale, voleva dire world ma non ce la faceva, peraltro va detto che stenta anche con la lingua italiana). Insomma giornata agitata ma certo non si può parlare di “cervelli in fuga” dalla Provincia di Napoli. Almeno quello.
Fulvio Scova
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