“Per tornare a risalire fino alle stelle”. È il titolo di un intervento arrivato in redazione a firma del capogruppo del Pdl in Consiglio comunale a Cesano Boscone Santi Raimondo, che affida alla stampa una sua riflessione sugli scandali che hanno coinvolto il mondo della politica nelle ultime settimane.
“È sicuramente vero che al peggio non c’è mai fine – scrive Raimondo – ma riteniamo che la politica italiana con gli ultimi avvenimenti di questi giorni abbia veramente toccato il fondo. Siamo disgustati da quello che sta accadendo nel nostro Paese, perché abbiamo da sempre inteso la politica nel senso più nobile del termine”...
Raimondo difende – e rivendica – il lavoro dei tanti militanti che agiscono “non per interesse personale, ma al servizio dei cittadini, in difesa delle istituzioni e di quei valori che rendono degna la vita di essere vissuta”. E si dice indignato, come l’opinione pubblica, per il comportamento “dei Penati, dei Lusi, dei Belsito, dei Fiorito, dei Maruccio, degli Zambetti”. Ma invita a porsi una domanda, ricordando che la classe politica è lo specchio della società: quanti di questi personaggi sono tra noi? “Quanti sono coloro che lavorano in nero ed evadono le tasse? Quanti sono i commercianti che non emettono lo scontrino? Quanti sono quelli che mentono per non pagare il ticket nella sanità? Quanti sono coloro che mentono per non pagare la mensa, le tasse scolastiche, il canone Rai, l’IMU? Quanti sono quelli che percepiscono una pensione senza averne il diritto?”
Raimondo affronta anche il tema della credibilità delle forze politiche, compresi i rappresentanti dei partiti nel territorio che “mettono la faccia”, ascoltano i cittadini e pure devono subire le conseguenze di quel che accade ai piani alti senza averne alcun controllo.
“Se crediamo nella democrazia, se amiamo il nostro Paese dobbiamo assolutamente salvare i partiti che di essa sono il sale. Non c’è democrazia senza i partiti politici – continua il capogruppo Pdl – Io sono orgoglioso di definirmi un politico”.
E conclude: “Personalmente darò il mio modesto contributo, per la sua ricostruzione con l’onestà e l’impegno che ha contraddistinto il mio passato di militante. Non basterà un Fiorito a screditare la storia e la dignità di uomini e donne che in questi anni hanno svolto il loro ruolo di politici con dignità, coerenza ed onestà svolgendo un lavoro di qualità senza usare il partito come un bancomat o una proprietà privata. Ricostruire il centrodestra significa soprattutto questo: ripartire dagli errori del passato per ricostruire insieme un partito trasparente, inclusivo che crede nella democrazia, nella meritocrazia, nella libertà, nella dignità della persona, nella legalità, nella solidarietà. Per tornare a risalire fino alle stelle”.
IL COMMENTO
Mentre sulla navicella spaziale viaggiamo verso le stelle, è opportuno forse sviluppare una qualche riflessione tanto per ingannare il tempo, il viaggio è infatti parecchio lungo. Dunque Raimondo sostiene che il ceto politico è lo specchio esatto della società civile, non aliena da truffe e imbroglietti. Mi permetto di correggere: è lo specchio della peggiore società civile.
Quella, tanto magnificata, dei non professionisti della politica, dei prestati alla politica, che si sono fatti prestare per venire a “prendere” a titolo definitivo, a quanto si vede. Nella società civile c’è sempre stata una parte che sotto traccia abbracciava una cultura dell’illegalità spicciola e grande, ma la selezione della classe politica, dirigente e di opposizione, la teneva ben lontana dalle istituzioni (salvo eccezioni ovviamente).
Einaudi si faceva prestare un cappotto decente da un amico benestante per andare ai consessi internazionali (il suo era lucido e liso per l’usura); De Gasperi è scomparso con le stesse sostanze che aveva quanto era entrato in politica; Berlinguer è morto sul palco di un comizio cercando di resistere all’ictus che lo aveva colpito per lanciare ai suoi elettori gli ultimi messaggi che avevano rappresentato “il sale” della sua vita.
Anche allora c’era chi non pagava le tasse e scansava di emettere scontrini. Ma non li considerava nessuno uomini operosi e di successo degni perciò di essere prestati alla politica.
Fulvio Scova
http://lorisino.blogspot.it/2012/10/che-uomini-da-poco.html#comment-form
RispondiEliminaQuanti sono quelli che non voteranno più Raimondo? delle mezze calzette che si ritengono oneste prestate alla politica non ce ne facciamo niente
RispondiEliminaCaro Cereda, ripresomi dalla cura contro la demenza senile da te consigliata, trovo la forza di rispondere al pezzo che hai scritto sul tuo blog. A dire il vero ritengo opportuno rispondere solo alla parte che riguarda il parallelo libero mercato-preferenze elettorali che mi pare rivelatore di una visione del mondo più ampia. Come ti è noto non sono un grande sostenitore del libero mercato ma non sfugge alla mia, spero, recuperata intelligenza, la differenza che c’è tra mercato e mercato. Nei Paesi meno marci del nostro barare dentro il libero mercato è considerato addirittura un reato penale (si va in carcere per centinaia di supposti anni anche se si è ultraottantenni), la concorrenza sleale è punita come tale, alterare gli indicatori economici pure, corrompere idem. Insomma il libero mercato deve dispiegare le sue virtù in un contesto di lealtà e di accettazione di regole condivise (violate a volte, ma duramente punite in nome di una concezione generale e non tollerate per l’interesse di un singolo). Ti rifaccio un esempio che ho già citato: alle cene elettorali negli Stati Uniti quelli che pagano sono gli invitati (e tanto più sono dislocati vicino al candidato, per esempio delle presidenziali, tanto più pagano), non sono pagati per avere un voto in cambio. La differenza mi pare abissale, sia dal punto di vista politico-culturale sia su quello dello stile se mi permetti. E anche su piani diciamo macroeconomici, le lobbies dell’industria dichiarano apertamente sostegno e finanziamento in cambio di una politica che nel complesso favorisca il loro settore, non singoli capitani d’industria. Naturalmente se si considera il libero mercato una sorta di terreno di caccia dove tutti i colpi a partire da quelli bassi sono leciti, la tua trasposizione nell’arena politica regge benissimo. Ma condividerla è francamente impossibile.
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RispondiEliminaFORSE UN SEMPLICE DECRETO LEGGE
AIUTERA' La POLITICA ?
A proposito della selezione della classe politica e della possibilità di risalire sino alle stelle, andiamo al concreto di quello che potrà succedere nei prossimi mesi.
Il Decreto legge n. 174 del 10 Ottobre, al titolo 2° che riguarda Provincie e Comuni, prevede, probabilmente da Gennaio 2013, che tutti gli Enti Locali con popolazione superiore a diecimila abitanti, sono tenuti a divulgare per tutti i titolari di cariche pubbliche elettive, all'inizio e alla fine del loro relativo mandato, tutti i redditi annuali, i beni mobili e immobili,le partecipazioni in società, fondi d'investimento, ecc. ecc. Insomma una grande opera di trasparenza e verità.
Personalmente prevedo che ci saranno tanti mal di pancia nei nostri Consiglieri, e probabilmente anche qualche dimmissione dall'incarico.
Strano Paese il nostro, quello che i Partiti non sono riusciti a compiere, sarà possibile iniziare con un semplice Decreto Legge ?
Propongo alla Redazione di rendere pubblico il contenuto di questo Decreto e intervistare i Consiglieri della nostra Zona per sapere il loro parere. Credo che di questa tematica i Cittadini siano interessati. Roberto Silvestrini
P.S. Dimenticavo,condivido le riflessioni
di F.Scova
Fulvio, neanche a me piace questo sistema, immaginati, se c'è una cosa che nel PDL ho sempre combattuto è il sistema dei "portatori di voti" e della piramide di porta borse che su essa si instaura.
RispondiEliminaIl problema però è se dare o no un giudizio su Zambelli per il solo fatto che è incappato in un "portatore di voti" marchiato (in modo nascosto) dalla Procura di Milano.
P.S.
Sei sempre in tempo per un bel titolo: "Il Video che incastrava Cereda, Una Clamorosa Bufala"; secondo me sarebbe accattivante per i lettori, rispettoso della verità e gentile nei miei confronti.