Sa molto di brillante escamotage quello trovato da Mario Monti per abolire le province senza apparentemente abolirle. Ci vorrebbe una legge costituzionale per farlo, ma lo scoglio sembra essere stato aggirato. La parola chiave è “riorganizzazione”, in realtà una vera e propria ristrutturazione. Il decreto prevede infatti l’abolizione delle Giunte e la riduzione a dieci al massimo del numero dei consiglieri (che oggi possono arrivare a 45), si stabilisce che le province abbiano la mera funzione di organi di indirizzo e coordinamento e che vengano tagliate le spese per tutti i compiti che possono essere svolti da altri enti, ovvero Comuni e Regioni...
Inoltre le cariche di giunta decadranno entro il 30 novembre del 2012, quindi nel giro di un anno. I dipendenti delle province passano alla Regione o al Comune. Di fatto, l'unica carica esecutiva che resta è quella del presidente della Provincia. Dal provvedimento si prevede un risparmio nell’immediato che si aggira attorno ai 500mila euro. Non abolite, perché per questo ci vorrebbe appunto il lungo iter previsto da una legge costituzionale, ma di fatto svuotate da ogni funzione.
I provvedimenti non colpiscono comunque le sole province, sparisce infatti il gettone di presenza nei consigli di zona, e in generale diventano gratuite tutte le «cariche elettive negli organi territoriali non previste nella Costituzione», che quindi si «considerano a titolo onorifico». Per quanto riguarda gli Enti previdenziali confluiscono nell’INPS, già definita SUPERINPS, sia l’INPDAP (dipendenti pubblici) che l’ENPALS (lavoratori dello spettacolo), con un risparmio previsto di 180 milioni da qui al 2014. Il numero di commissari delle otto autorità di garanzia scenderà inoltre dagli attuali 50 a 28.
L'Agcom (garante delle comunicazioni) passa da otto commissari a quattro, l'autorità che vigila sui contratti pubblici da sette a cinque, l'Autorità per Energia Elettrica e Gas scende da cinque a tre commissari, così come l'Antitrust e la Consob (che vigila sul mercato borsistico). L'Isvap (assicurazioni) passa da sei a tre, la vigilanza sui fondi pensione da cinque a tre, così come i componenti della commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche. Infine, passano da nove a cinque i membri della commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
F.S.
“La casta non siamo noi”
L'idea di essere immolati da soli all'altare della crisi non piace affatto agli amministratori provinciali. Nel corso dell'assemblea nazionale dell'Upi (Unione Province italiane), convocata a Roma, il coro di "no" ai tagli annunciati dal governo Monti si è levato compatto e granitico. "La casta non siamo noi", ha scandito il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, "spalleggiato" da Nicola Zingaretti, che ha invitato l'esecutivo a rivolgere altrove la propria attenzione.
I costi oltre le Province - La drastica razionalizzazione delle Province annunciata due giorni fa dal presidente del Consiglio, Mario Monti, ha fatto infuriare i diretti interessati. "La casta non siamo noi - ha detto ieri il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione - e i dati lo dimostrano. Ammonta a 7 miliardi di euro il costo degli enti intermedi nel nostro Paese, di cui 2,5 miliardi vengono spesi solo per i consigli d'amministrazione: ecco i veri costi della politica".
Concetti che Castiglione ha rinforzato anticipando i risultati di un'indagine condotta dall'Università Bocconi, secondo la quale la soppressione delle Province comporterebbe un ulteriore peggioramento della situazione economica nazionale. "Se spostassimo le funzioni delleProvince ai Comuni e alle Regioni - ha spiegato Castiglione - l'efficienza dei servizi diminuirebbe ed aumenterebbero i costi".
Gli italiani preferirebbero tagli al Parlamento
Il 30% degli italiani è favorevole al mantenimento delle Province, a fronte di un 27% che è invece favorevole alla loro abolizione, un altro 30% che è favorevole a "interventi di razionalizzazione con riserva" e il 9% a una razionalizzazione: è quanto emerge da un sondaggio dell'Ipsos presentato nel corso della prima giornata dell'Assemblea nazionale dell'Upi, l'Unione delle Province d'Italia.
Secondo lo studio, realizzato ascoltando un panel di 1000 italiani, ammonterebbe al 67% il parere degli intervistati che si dicono favorevoli all'abolizione o a interventi di razionalizzazione delle Province (tra questi anche un 7% che le cancellerebbe solo all'interno di grandi città come Roma e Milano), contro un 28% di contrari. Altro dato esaminato è stato quello relativo all'abolizione della Provincia in cui si vive: a questa domanda, informa l'Ipsos, il campione ha risposto no per il 60% e sì per il 38%.
Secondo la ricerca inoltre sarebbe cospicuo il numero dei nostri connazionali secondo i quali "non bisogna abolire le Province ma accorpare quelle più piccole" (37%), anche se è ancora alta la percezione di essa come solo un ente amministrativo' (30%). Grande uniformità di vedute viene espressa invece sui tagli, che l'82% del campione farebbe sul Parlamento, seguito da un 8% sul consiglio provinciale, un 4% su quello regionale e un 2% su quello comunale.
Ottimo! Adesso aspettiamo il taglio dei contributi ai giornali!
RispondiEliminaGentile Anonimo,
RispondiEliminase il suo commento...per caso...voleva "alludere" a qualcosa, sappia che con me sfonda una porta aperta. SIoNo non riceve un solo centesimo come contributo dallo Stato.
In questo periodo non sa quanto farebbero comodo questi "regali" di cui in molti usufruiscono. Tuttavia ritengo sia corretto che questi vengano tagliati totalmente.
Che ognuno, nell'editoria in particolare, impari a camminare con le proprie gambe, senza facili "stampelle" o veri e propri tapis roulant.
Se non voleva alludere, comunque la ringrazio per avermi dato l'occasione di offrire il mio punto di vista.
Cordialità
Non capisco a cosa avrei dovuto alludere...io parlavo di giornali non d blog!
RispondiEliminaQui vede il nostro blog, ma esiste una versione cartacea di quanto legge. Un settimanale distribuito nel sud ovest milano. Da qui nasce il dubbio all'eventuale allusione.
RispondiEliminaGrazie per il suo contributo
Buona serata
Hanno gia' rimediato non si annullano piu' le province! W LA CASTA! WI TECNICI!
RispondiEliminaCome al solito paga solo la povera gente!!!!!!!!! Ditelo sul vostro blog!
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