venerdì 2 dicembre 2011

CORSICO - Un patto europeo contro l'illegalità

Un confronto continuo sulle buone prassi, sulle strategie che si possono mettere in campo per contrastare ogni forma di illegalità, da quella più piccola a volte anche involontaria, a quella premeditata. E il “Laboratorio legalità Corsico” è diventato un punto di riferimento e di confronto anche a livello internazionale

Nei giorni scorsi, infatti, la sindaca Maria Ferrucci è stata invitata come relatrice al convegno, tenutosi a Bruxelles, dal titolo European Caravan for Legality: models and tools to promote legalità...

Un'occasione per consolidare la sinergia tra istituzioni e associazioni, come Libera, impegnate soprattutto sul fronte della cultura della legalità. “Dobbiamo incidere sulle radici del problema – dice Ferrucci – cercando di innescare dei circoli virtuosi, che possano essere emulati e diventare un esempio di buoni comportamenti. Solo così garantiremo soprattutto equità e giustizia sociale, che è quello che i cittadini onesti chiedono con insistenza alle istituzioni, soprattutto ai Comuni con i quali hanno un contatto più diretto”.

L'iniziativa d'oltralpe è stata organizzata in partnership con diverse associazioni europee, tra le quali anche Avviso Pubblico – enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie, della quale il Comune di Corsico è membro e coordina il gruppo di lavoro per la definizione del database di monitoraggio del territorio, per prevenire situazioni a rischio. 

All'incontro di Bruxelles hanno partecipato anche Andrea Campinoti e Pierpaolo Romani, rispettivamente presidente e coordinatore nazionale di Avviso Pubblico.

Durante il convegno, che ha visto la partecipazione di rappresentanti di diversi paesi europei, sono stati presentati i risultati del progetto “European Caravan for Legality”, promosso da Arci Nazionale, in partnership con una serie di altre associazioni, tra cui Avviso Pubblico. 

I risultati del progetto, presentati da Luigi Lusenti di Arci, sono stati: più di 20.000 km percorsi con i furgoni della Carovana antimafie, più di 40 ONG coinvolte, più di 30 enti locali coinvolti, più di 100 iniziative realizzate con il coinvolgimento attivo di 15.000 cittadini. “Non ci può essere mafia senza rapporti con la politica- sottolineano Campinoti e Romani - ma ci deve essere una politica senza rapporti con la mafia. 

Per questo dobbiamo sostenere chi pratica la buona politica, intesa come servizio per il bene comune. Una buona politica garantisce una buona democrazia, una buona economia, garantisce la coesione sociale, garantisce i diritti e riduce i conflitti”. Il presidente e il coordinatore nazionale hanno sottolineato come Avviso Pubblico si stia operando per raccogliere e diffondere buone prassi che garantiscano “trasparenza, partecipazione e convenienza della legalità”. 

Avviso Pubblico ha attivato un gruppo di lavoro dedicato ai rapporti internazionali per creare una rete di enti locali anche all’estero – a livello europeo ed extraeuropeo – che sia in grado di prevenire e di contrastare il fenomeno mafioso e di fornire utili indicazioni sul riutilizzo dei beni confiscati, tematica sulla quale l’Unione Europa ha dimostrato un particolare interesse.

1 commento:

  1. Se si vuole "incidere sulle radici del problema" allora che vengano presi a calci nel c..o da tutte le segreterie di partito anche quegli amministratori che seppur non violando alcuna legge, vengono beccati in compagnia di "amicizie compromettenti" o peggio ancora intercettati con i boss, anzichè difenderli a spada tratta come fanno SEMPRE (PD e PDL in primis).

    Perchè come diceva il giudice Borsellino: "L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi altri fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto. Il sospetto dovrebbe indurre soprattutto i partiti politici quantomeno a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati."

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