Un passo indietro sul mercato di via Trento, l’aumento (il raddoppio) dell’addizionale Irpef comunale, la presentazione del nuovo piano di zonizzazione acustica comunale, a tarda notte la necessità di rinunciare alla navetta interna nonostante una raccolta di firme di cittadini.
Questi gli argomenti discussi nel corso del Consiglio comunale pre-natalizio di Cesano Boscone. Che ha messo sotto l’albero dei cesanesi già alle prese con la grave crisi economica, l’aumento della benzina e l’arrivo dell’Imu (la nuova tassa sulla casa), oltre alla possibilità dell’aumento dell’Irpef regionale, un regalo davvero amaro. Il raddoppio dell’Irpef che l’anno prossimo passerà dal 4 all’8 per mille...
“Una scelta di assoluta necessità”, ha spiegato l’assessore al Bilancio Giovanni Bianco, “per reperire le risorse per continuare a garantire i servizi. Questo non significa che non continueremo a ridurre le spese”.
È contraria tutta l’opposizione, con Santi Raimondo ed Ennio D’Ercole del Pdl che propongono almeno di rimandare la questione al bilancio di previsione.
La maggioranza invece approva l’aumento, prevedendo però la possibilità di rivedere l’aliquota in base al bilancio ed eventualmente pensare ad aliquote diverse a seconda delle fasce di reddito.
“È necessario approvare oggi questo aumento, per avere diritto ad un acconto dallo Stato nei primi mesi del 2012”, ha spiegato il capogruppo del Pd Simone Negri che ha anche riportato alcune stime dell’Anci e di alcune associazioni di categoria secondo cui la manovra salva Italia lascerà i Comuni a bocca asciutta nonostante l’aumento delle tasse locali.
Secondo la Cgia di Mestre, infatti, la reintroduzione dell'Ici, la rivalutazione delle rendite catastali e l'ulteriore anticipo al 2012 dell'Imu (su immobili che non sono abitazioni principali) dovrebbero garantire nel 2012 un gettito complessivo di 21,8 miliardi di euro, con un incremento del gettito delle tasse locali rispetto ad oggi di 11 miliardi di euro. Nel decreto ''salva-Italia'' però vi è una norma (art. 13 comma 11) che attribuisce allo Stato il 50% dell'Imu sugli immobili diversi dalle seconde case, ovvero 9 miliardi di euro. E per i Comuni i maggiori introiti effettivi saranno appena 2 miliardi di euro.
Però il comma 17 (sempre dell'articolo 13) dispone la riduzione del Fondo sperimentale di riequilibrio dei Comuni delle Regioni ordinarie e dei trasferimenti statali ai Comuni delle altre Regioni per un ammontare complessivo di 2 miliardi di euro. Secondo la Cgia il risultato è quindi questo: lo Stato, tra incassi diretti e risparmi di spesa, porta a casa 11 miliardi di euro, mentre i Comuni zero.
A pagare però saranno sempre i cittadini.
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