Ci volevano i sinti a riunire le forze politiche di Buccinasco, da sinistra a destra (tranne la Lega). Quelle forze politiche responsabili, però, della situazione in cui si trova il quartiere Terradeo, dove alcune famiglie rischiano di finire in mezzo alla strada tra pochi giorni, perché nessuno fino ad oggi è riuscito a sanare le illegalità sul territorio comunale affidato alla comunità sinta. Sono abusive infatti le casette di legno in cui vivono sei famiglie...
Casette da sempre tollerate da tutte le forze politiche e che oggi devono essere rimosse, come stabilito dal commissario straordinario Francesca Iacontini. Perché le leggi vanno rispettate.
Tutto vero, tutti d’accordo, a partire dall’associazione Apertamente (di cui gli stessi sinti fanno parte), che tuttavia chiede anche il rispetto delle persone e dei diritti delle minoranze.
Ed è per questo che negli ultimi giorni si sono svolti due incontri tra l’associazione, il commissario e la sua vice Anna Pavone e si sono mobilitate Caritas e parrocchie, così come i gruppi politici di Buccinasco (Partito democratico, Federazione della Sinistra, Sinistra e Libertà, Lista civica “Per Buccinasco” e PDL, a cui va aggiunto anche l’Udc), che hanno inviato una lettera a Francesca Iacontini, in cui invitano il commissario a valutare con attenzione le proposte di Apertamente.
Proposte e impegni, d’altra parte, che lo stesso commissario aveva chiesto appunto ai sinti. Che si sono subito adoperati per trovarli.
L’associazione Apertamente ha richiesto almeno una unità abitativa da assegnare alla famiglia più numerosa che attualmente occupa le casette di legno. Una famiglia, spiegano Ernesto Rossi e Augusto Luisi di Apertamente, che comprende anche minori con problemi sanitari e “dispone di un reddito stabile, ed in grado di sostenere costi di affitto e utenze”.
Per le altre famiglie l’associazione chiede al Comune di acquistare cinque o sei case mobili usate e concederle ad affitto calmierato (con possibilità di riscatto attraverso il pagamento del canone).
Anziché affidare ad una ditta di demolizioni l’eliminazione delle casette abusive, inoltre, potrebbero essere gli stessi abitanti a provvedere “allo smontaggio e allo stoccaggio, o eliminazione, o rivendita dei materiali recuperati, in modo da poter rientrare in parte dei risparmi investiti nella loro realizzazione”, continuano Rossi e Luisi, che rinnovano all’Amministrazione anche la richiesta di affidare a cooperative sociali presenti nel territorio lavori come la pulizia dei marciapiedi, lo svuotamento dei cestini, piccole riparazioni o altro, “col patto esplicito che queste cooperative debbano prioritariamente ricorrere alla manodopera presente nel Quartiere”.
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