venerdì 9 settembre 2011

Crisi: la lunga estate calda degli enti locali


Associazioni senza fondi, piccole e medie imprese strangolate dal credito e dalla burocrazia, ceti sociali deboli indeboliti ancora di più  dalla stretta finanziaria, e anche spazi democratici preclusi 
Rieccoci pronti a riaprire il dialogo con il nostro territorio e spesso oltre, eccoci ancora a raccontare, a raccogliere informazioni, a stimolare dibattiti e confronti.

Estate ansiogena quella appena trascorsa dagli italiani tra paure, allarmi e anche qualche isteria dovuta alla crisi economica, passata, come nella classificazione degli uragani, da “ciclica” ad “epocale”...

Dai televisori sono rimbalzate le immagini delle grandi metropoli mondiali e dei loro centri finanziari, sempre accompagnate da una colonna sonora dai toni drammatici e inquietanti. Chi per borsa ha sempre inteso quella della spesa, è rimasto incollato a guardar grafici che si impennavano, ma all’ingiù e non più verso i vertici del benessere economico e anche il patrimonio linguistico si è arricchito di nuovi termini, “spread” su tutti, sempre forieri di eventi cupi. 

Il tutto accompagnato dalle montagne russe di una manovra governativa che cambiava di ora in ora , si avvitava su se stessa, era disdegnata dai suoi stessi autori appena pochi minuti dopo essere stata dagli stessi esaltata, insomma una manovra sempre orfana di padre e di madre e regolarmente rifiutata anche da eventuali genitori adottivi. Un dato però è stato chiaro e lampante a tutti, una consapevolezza trasversale che ha valicato tutti i confini e gli steccati politici e ideologici: a pagare caro sarebbero stati gli enti locali, i territori, le città e i piccoli paesi, le autonomie locali. 

E con loro il federalismo, mito e chimera degli ultimi due decenni, proprio quando un partito che ne aveva fatto la sua bandiera e il suo “core businness”, si trova sul ponte di comando di una nave che in questi mesi è apparsa ai più sempre più instabile e inaffidabile e con molti tra marinai e ufficiali che hanno spesso dato l’impressione di guardare con particolare attenzione le scialuppe di salvataggio più che la rotta da seguire. 
Ma quale è la situazione sul territorio della nostra area di diffusione? 

Quello che segue è un breve elenco a spot di alcune delle situazioni più rilevanti, qualcuna è un lascito della stagione estiva, altre sono nuove. Un elenco, dicevamo, ma meglio sarebbe dire un indice preventivo di ciò di cui ci occuperemo nei prossimi mesi. E purtroppo è anche un elenco di vittime soffocate dalla crisi: associazioni senza fondi, piccole e medie imprese strangolate dal credito e dalla burocrazia, ceti sociali deboli indeboliti ancora di più dalla stretta finanziaria, eventi e appuntamenti della tradizione popolare penalizzati dalle ristrettezze e anche spazi democratici preclusi alla partecipazione di cittadini, lavoratori, imprenditori. Il tutto, e non è poco, con il condimento, critico anch’esso, di una rappresentatività politica, quella dei partiti tradizionali e non, sempre più fragile.  

BUCCINASCO 
Un paese senza democrazia 
Un paese commissariato, non è il primo, non è la prima volta, non è l’unico. Ma commissariamento vuol dire quasi sempre normale gestione dell’ordinaria amministrazione. Non è questo il caso: l’attuale gestione si è infatti caratterizzata per un singolare attivismo repressivo di ogni iniziativa proveniente dal tessuto culturale e sociale della città. Niente più soldi alle associazioni che qui hanno spesso rappresentato la parte migliore del corpo sociale, provvedimenti urbanistici presi di imperio, totale sordità e indifferenza nei confronti di chi ancora crede nella vita collettiva della comunità, un atteggiamento che a volte è parso esclusivamente punitivo non tanto nei confronti del malaffare quanto verso una comunità intera. Tanto più vero se a lamentarsene sono voci che vengono da sponde assolutamente opposte. Qui la politica e le classi dirigenti hanno fatto parecchio per guastarsi l’immagine ma chi pensa che senza politica e senza strumenti democratici il governo sarebbe più efficiente ha da che riflettere.  

CORSICO 
Fuochi fatui
Il PGT è in cantiere e l’Amministrazione ha cominciato a discuterne con la città. Si parla anche della possibile centralizzazione degli uffici comunali in un nuovo palazzo municipale, si parla di possibili tagli e qualcosa in questo senso è stato fatto. Ma di cosa si parla nelle strade e nei locali pubblici in questi giorni? Del taglio dei fuochi artificiali in occasione di una sagra che ha visto per forza di cose, e saggiamente, rigorose riduzione nei costi. Fuochi artificiali? Fuochi fatui sarebbe meglio dire. 

CESANO BOSCONE 
Chiedo asilo 
Anche qui tempo di festa patronale e tempo di polemiche perché anche qui come altrove gli stanziamenti in merito si sono ridotti, seppure in misure decisamente inferiori rispetto ad altre località. Il dibattito è aperto, ma certo è difficile pensare che in una situazione drammatica come quella che l’intero territorio sta vivendo ci possano essere aree intoccabili e davvero buttarla in politica e ideologismi sembra fuori luogo.
Intanto c’è chi chiede asilo (nido) e non lo trova, o meglio lo trova ma a caro prezzo, per alcuni anche troppo e chi non troverà asilo sarà costretto a trovar casa (della nonna, della zia, di chi può). 

ASSAGO 
Vendesi 
Già coi sonni turbati dal grande flop della metropolitana (comunque vada in futuro, come flop sarà in ogni caso ricordata) qui si pensa a far cassa e si vendono i gioielli di famiglia (aree verdi comprese). 

ROZZANO 
Signori in carrozza! 
Nuova gestione dei trasporti, nuova società e tante promesse rassicuranti. Ma i precedenti non sono incoraggianti: qui la Milano-Pavia, altrove la nuova società per la ferrovia Milano-Torino (grandi proclami sul nuovo futuro delle strade ferrate, ma l’ultima fermata sono stati i libri contabili in Tribunale). Comunque i cittadini, insomma la clientela, non pare entusiasta, tanto meno del prezzo. 

TREZZANO SUL NAVIGLIO 
Squadra tutta nuova, a differenza di quanto accade nel calcio il mister è rimasto e ha cacciato i giocatori. Non resta che aspettare, la squadra si sta allenando ma non ha ancora esordito sul campo. 

Fulvio Scova 

9 commenti:

  1. La metro di Assago è considerata un flop, ma solo da quelli che non la prendono mai.

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  2. La Follia che si è ormai impadronita di alcune Procure italiane potrebbe sembrare un problema minore, rispetto alla crisi finanziaria che riempie le pagine dei giornali, tuttavia non lo è affatto e, anzi, ha in sé i germi mortali che stanno dilaniando il nostro paese.
    La relazione tra la Follia e la crisi economica è solo in piccolissima parte relativa allo sperpero di denaro pubblico per indagini su fatti privi di qualsiasi concreto profilo penale, lo è invece massimamente in relazione a tre fattori chiave che pesano come un macigno sulla già affaticata schiena del nostro paese.
    In primo luogo i Magistrati che cercano costantemente di screditare e attaccare la classe politica (e in misura macrospica il Presidente del Consiglio) sono devastanti per la credibilità democratica del nostro paese. Un paese democratico deve poter vivere su un equilibrio tra poteri istituzionali e sulla collaborazione ed il rispetto tra gli stessi. Laddove un potere travalica l’altro e ne mina la legittimità democratica è evidente che il sistema entra in crisi. E’ normale che all’estero si chiedano quale potere reale abbiano i rappresentanti regolarmente eletti e quindi che garanzie reali possano dare di rispettare gli impegni presi; ed è normale che i cittadini italiani si sentano sempre di più estranei al gioco democratico. Questa perdita di credibilità è uno dei fattori più critici della nostra attuale situazione finanziaria
    In secondo luogo non si può tacere come questo accanimento abbia inevitabilmente ridotto la capacità di reazione del Presidente del Consiglio che, alla prese con uno dei momenti più difficili per il nostro paese, si trova costretto a difendersi da cani affamati che lo azzannano in ogni modo possibile non disdegnando il volgare e scandaloso frugare nelle sue privatissime vicende di letto.
    Infine va aggiunto che la Follia delle Procure ha creato nella classe politica un panico inaudito e paradossale che rischia di bloccare ogni tipo di progetto. Oggi i politici hanno paura di parlare al telefono perché sanno che c’è una magistratura che passa il tempo a leggersi le loro conversazioni cercando di costruire su di essi teoremi accusatori. In un momento quindi dove l’economia avrebbe bisogno di politici svelti e reattivi, la Follia li riduce al ruolo di burocrati spaventati della loro ombra che prima di prendere una decisione o di valutare un progetto preferiscono rivolgersi all’avvocato.

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  3. Cereda? Delirante... ci sono politici nazionali e locali che non hanno affatto paura di parlare al telefono e sono trasparenti, ben vengano i controlli a fronte di una corruzione che ci costa (quella si realmente) diversi punti di PIL all'anno con un evasione fiscale di 120 miliardi all'anno!

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  4. Sono così delirante che tu non ti firmi nemmeno... magari sei un politico onesto e trasparente??
    Se non lo sei ti assicuro che MOLTI tra coloro che fanno politica su argomenti che possono prestarsi ad equivoci dicono "di queste cose è meglio parlarne di persona". Io ero tra quelli che non si preoccupava e parlava apertamente con tutti...

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  5. Per favore Loris, per favore smettila, sono un giornalista professionista e ho letto tutte le carte: intercettazioni, ordinanza di custodia cautelare, fine delle indagini etc. , posso darti atto che si è esagerato nella dinamica dell'arresto che ritengo potesse anche non avvenire, ma le parole! Le parole che hai pronunciato! di cui dici di non "esserti preoccupato" ti rendono orgoglioso e ti lasciano tranquillo? Questo al di la dei fatti che non sta a me giudicare ma solo riportare quotidianamente per dovere di cronaca.
    Resto anonimo ma per deformazione professionale ti faccio una domanda: ti hanno/ vi hanno poi rinviato a giudizio????
    MP

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  6. Tu, caro Anonimo, forse lavori nel quotidiano dei Servizi Segreti che non puoi esplicitare il tuo "prestigioso" nome. Certo è che la lettura degli atti non ti da nessun adito a sentenze (sei un giornalista e non un magistrato). I toni del Cereda sono - per me - eccessivi ma si è fatto novanta giorni di custodia cautelare nell'albergo a 0 stelle di Bollate, sicché bisogna correttamente parametrare le sue parole rispetto alle esperienze. Guarda che io sono ben lontano da CL (ma proprio distante).

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  7. caro il mio giornalista anonimo che butticchi il tuo fanghetto dietro l'anonimato. Mi sono fatto tre mesi di carcere per difendere la mia dignità e la mia specchiata onestà, pensi mi possano far paura le tue pilloline di veleno... và a ciapà di rat... e se vuoi discutere parla della Follia così come da me delineata, porta argomenti logici sul tema... le offese di un anonimo mi fanno ridere: non ho niente di cui vergognarmi e giro a testa più alta di prima, caro anonimo.

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  8. Caro Loris, ma se tu porti la discussione sulla tua esperienza personale perchè poi non ti si può rispondere? Ti rendi conto che tutto questo è surreale?

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  9. Non vedo una riga del mio scritto sull'esperienza personale, comunque getta pure tutto il fango che vuoi, è un onore per me ricevere sputi dagli anonimi, mentre ricevo strette di mano e abbracci da tutti

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