martedì 20 settembre 2011

PIEVE EMANUELE - A scuola nella classe tagliata in due

Una brutta sorpresa per i bambini e le famiglie delle classi quinta e prima B della “Gemelli”

In pratica, per far posto ad una nuova prima, visto che la scuola non aveva un numero di aule sufficienti, è stato alzato un muro che divide un’aula


I primi giorni di scuola, si sa, sono i più belli. Si ritrovano i compagni dopo l’estate, c’è l’entusiasmo di un nuovo inizio. Per chi va in prima elementare, in più, la sensazione di diventare grandi.
Non è andata esattamente così per alcuni alunni della scuola primaria “Gemelli” di Pieve Emanuele: lunedì 12 settembre la loro aula non c’era più. O meglio, era stata divisa a metà...

Una brutta sorpresa per i bambini e le famiglie delle classi quinta e prima B, con rispettivamente quindici e diciotto studenti.
In pratica, per far posto ad una nuova prima, visto che la scuola non aveva un numero di aule sufficienti, è stato alzato un muro che divide un’aula, con una parte un po’ più piccola (destinata alla quinta) ed una un po’ più grande, per la nuova prima. I bimbi capitati nella sezione A, invece, sono stati più fortunati: a loro è destinata un’aula intera. 

I genitori si sono arrabbiati, tanto da non mandare i figli a scuola per protesta, per qualche giorno: “Non è un modo dignitoso di trattare i bambini”, si lamentano. “A vedere come sono stretti, viene da piangere”, spiega una mamma: “Dopo le nostre proteste hanno spostato i banchi di fronte alla lavagna”, racconta, “ma i primi giorni rischiavano pure di farsi venire il torcicollo, perché i banchi erano disposti in modo perpendicolare”.

“Non hanno spazio nemmeno per alzarsi ed andare in bagno”. In pratica non si possono muovere. Perché devono vivere la giornata a scuola in poco più di venti metri quadrati. Con un muro che divide tra le aule pure una finestra.
Eppure secondo l’Ufficio tecnico del Comune, lo spazio è idoneo. Così dice la relazione consegnata al sindaco Rocco Pinto che nei giorni scorsi ha incontrato una delegazione di genitori con cui avrebbe discusso possibili soluzioni. 

“Le classi sono consone ad ospitare il numero di alunni presenti”, afferma il primo cittadino, “ma se qualcuno vuole mettere in dubbio la relazione dei nostri uffici, lo faccia pure: se un’autorità superiore mi comunica che non ci sono le condizioni per ospitare gli alunni, faccio chiudere le classi e le mando in via dei Pini, dove c’è una struttura dello stesso circolo con aule disponibili”, ha spiegato, “oppure con i genitori abbiamo anche pensato all’ipotesi di trasferire alcuni studenti da una quinta all’altra che ha le stesse insegnanti”.

Il sindaco però difende la scelta di aggiungere una prima nella scuola “Gemelli”: “Abbiamo cercato di dare un’opportunità alle prime di quest’anno, come abbiamo fatto cinque anni fa alle attuali quinte e penso che con la buona volontà e la disponibilità di tutti si sono possa trovare una soluzione”. 

Non la pensa così il Partito democratico di Pieve che accusa il sindaco di comportarsi come Ponzio Pilato: “I genitori si sono recati dal sindaco per ottenere delucidazioni in merito all’accaduto e per tentare di trovare soluzioni che mutassero l’insopportabile situazione attuale, chiedendo anche rassicurazioni in merito alla sicurezza degli ambienti”, ha affermato Paolo Festa, capogruppo del Partito democratico pievese, “ma sono rimasti molto sconcertati dalla risposta che Rocco Pinto ha dato loro, dichiarandosi indisponibile ad adoperarsi in una qualsivoglia maniera, anche perché tanto tra sei mesi il suo mandato finirà”.

La posizione di Pinto è ovviamente inaccettabile”, continua il consigliere, “quando si viene eletti, bisogna assumersi le responsabilità di quel che accade fino all’ultimo giorno di mandato e anche successivamente. Non ci si può comportare come Ponzio Pilato, tradendo così impunemente la fiducia e le aspettative dei cittadini, che hanno il diritto di essere ascoltati e compresi”.
Il Partito democratico sta quindi valutando di presentare interpellanze al sindaco e all’assessore competente.

Interviene anche il consigliere Pd Pierluigi Costanzo: “I genitori non escludono di riprendere la loro protesta anche nelle prossime settimane. Una loro delegazione, ci hanno detto, si è anche recata alla Asl del territorio per denunciare i fatti e richiedere perizie che accertino che le aule rispettino le norme di legge”. Preoccupate anche le consigliere Paola Battaglia e Marica Andreotti.

“Una situazione insostenibile, l’amministrazione ha diviso in due parti una delle aule, innalzando un muro su cui la vernice non si è ancora del tutto assorbita. Il tutto per poter aprire una seconda prima in Gemelli, nonostante la struttura non lo consentisse”.

“Il muro che divide in due lo spazio è sottile, per cui lascia penetrare voci e rumori dello spazio attiguo; le due aree ricavate dall’unica aula iniziale sono talmente angusti da non consentire ai bambini neanche di muoversi liberamente né di disporre di arredi (non è presente nemmeno un armadio in cui mettere la carta igienica o il sapone, che, peraltro, i bambini devono portare da casa a causa dei tagli alle istituzioni scolastiche)”. 

Cosa dicono le norme
Secondo Cisl Scuola, all’atto della formazione delle classi una delle prime verifiche che il dirigente scolastico deve effettuare è quella relativa al rispetto dei parametri previsti da varie norme che impongono limiti all’affollamento delle aule scolastiche.

Le norme sull’edilizia scolastica e la sicurezza si rifanno in primo luogo ad un vecchio decreto ministeriale del 1975, che prevede – “per garantire condizioni igieniche e sanitarie compatibili con l’attività didattica” – come standard minino di superficie 1,80 metri quadrati ad alunno per le scuole dell’infanzia, la primaria e la media (1,96 per le superiori).

Per 15 alunni l’aula dovrebbe essere almeno di 27 metri quadrati. Ma è calcolato qui anche lo spazio per l’insegnante?

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