venerdì 16 settembre 2011

Il referendum elettorale “anti-porcellum” e “anti-casta”


I sostenitori del referendum sostengono che l’attuale legge è antidemocratica e pro-casta, perché pochi capi partito decidono in pratica chi deve essere eletto, mentre gli elettori si devono adeguare alle loro indicazioni.

Dal 1° agosto, il comitato promotore sta raccogliendo le firme per promuovere il referendum abrogativo in materia elettorale (per sapere dove e come firmare, si può consultare il sito http://www.firmovotoscelgo.it)...

Entro il 30 settembre, le richieste di referendum con le firme raccolte dovranno essere depositate presso la Corte di Cassazione. Si vuole eliminare il cosiddetto “porcellum”, introdotto dalla legge 270/2005.

Il sistema elettorale attuale può essere così sintetizzato:
1) L’elettore esprime il voto tracciando sulla scheda un solo segno nel rettangolo contenente il contrassegno della lista prescelta per la Camera.
Per effetto di tali disposizioni, insomma, il voto è espresso per la lista, e non esiste la preferenza per l’uno o l’altro candidato.
2) I soggetti inseriti nella lista sono eletti secondo il numero di seggi assegnato alla lista, e nell’ordine nel quale sono inseriti. Per essere eletti, pertanto, bisogna essere collocati più in alto possibile nelle liste, secondo la decisione dei partiti che le presentano.
3) Sono previsti sbarramenti affinché le liste votate siano contemplate per l’attribuzione dei seggi: per la Camera il 4% dei voti a livello nazionale); per il Senato l’8% dei voti a livello regionale, perché l’elezione per quest’ultimo è organizzata a base regionale.
4) E’ previsto un premio di maggioranza per la lista o la coalizione di liste, che consegue la maggioranza relativa: vengono attribuiti tanti seggi quanto ne bastano per raggiungere 340 per la Camera); oppure quanti ne bastano per raggiungere il 55 % di quelli spettanti a ciascuna Regione, per il Senato .

Quindi chi vince, anche di pochissimo, prende tutto.

I sostenitori del referendum sostengono che tale legge è antidemocratica e pro-casta, perché pochi capi partito decidono in pratica chi deve essere eletto, mentre gli elettori si devono adeguare alle loro indicazioni.
Aggiungono che, durante l’attività parlamentare, gli eletti devono adeguarsi servilmente a quanto stabiliscono i capi-partito, pena il mancato inserimento nelle posizioni “giuste” delle liste, all’elezione successiva.
Inoltre, le soglie di sbarramento ed i premi di maggioranza non consentono a molte forze politiche di essere rappresentate: per questa ragione tecnica, ad esempio, sono scomparsi dall’attuale parlamento i partiti di estrema sinistra.

Il referendum si propone di abrogare la legge 270/2005, ed è proposto in due versioni: in una sarebbe abrogata tutta la legge; nell’altra solo quelle norme che regolano il procedimento elettorale.
Nell’uno e nell’altro caso, i promotori sostengono che l’abrogazione della legge 270/2005 farebbe rivivere le leggi del 1993 (n. 276 e n. 277), che avevano introdotto il sistema elettorale misto, con si era votato sino al 2001, il cosiddetto mattarellum, dal nome del parlamentare Mattarella.

Quel sistema prevedeva l’elezione del 75% dei seggi con il sistema maggioritario in collegi uninominali, cioè dove correvano i singoli candidati (ovviamente sostenuti dai partiti o dalle coalizioni) l’uno contro l’altro. Quelle competizioni erano distinte in numerosi collegi, nei quali era diviso il territorio nazionale-

Il restante 25% dei seggi era assegnato sulla base di liste bloccate, similmente all’attuale porcellum.

2 commenti:

  1. Dov'è che si può firmare invece per chiedere l'abolizione dell'articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana?

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  2. Che questa legge elettorale sia criticabile non ci sono dubbi, sostenere però che la reintroduzione delle preferenze darebbe maggior potere agli elettori mi pare sbagliato.
    Con l'attuale livello di disattenzione verso i temi elettorali che l'opinione pubblica (con molte giustificazioni) manifesta è ben difficile che ad emergere siano i candidati più preparati.
    Con tutta probabilità i partiti organizzerebbero comunque la macchina elettorale per far convergere le preferenze sui candidati graditi: con l'aggravante che la competizione farebbe spendere una montagna di soldi nella campagna elettorale.
    Faccio un esempio dalla realtà. Il mio Partito candidò alle recenti europee Licia Ronzulli, ragazza simpatica e capace, ma priva assolutamente di esperienza politica e di voti, eppure venne eletta con moltissimi voti. Se in Europa si fosse votato con il Porcellum Licia sarebbe comunque stata eletta e la sua campagna elettorale sarebbe stata molto meno costosa.
    Al di là quindi del sistema elettorale quello che può (e dovrebbe fare la differenza) è una partecipazione più critica degli elettori alla valutazione dei candidati, come fare? Non lo so.
    Io, nel mio poco e nel mio piccolo, ho cominciato il Progetto Politica Giovane, non posso avere la certezza che attorno a me ci saranno ragazzi eccellenti, ma almeno giovani e motivati a fare politica guadagnandosi il consenso casa per casa.

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