Non sono tempi facili per il
governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Passino le
camicie sfavillanti e per lo più floreali con cui recentemente si è
presentato in televisione e passino anche gli sgargianti abiti
arancioni (un ossimoro politico cromatico si direbbe) indossati anche
in seriose occasioni ufficiali. Ma la gaffe sulla location
dell’ultima intervista rilasciata al TG3 lascia perplessi e induce
a pensare a una qualche carenza di concentrazione sia sua che del suo
staff...
Tema dell’intervista: i sacrifici che, noi, dobbiamo fare
per salvare il Paese dalla bancarotta e i sacrifici che la classe
politica in genere, dovrebbe fare ma che si guarda bene dal fare,
quelli simbolici compresi (c’è sempre il rischio che da cosa nasca
cosa o addirittura che qualcuno pensi che dalle parole si debba
passare ai fatti). Fin qui tutto bene, tra l’altro va riconosciuto
che sotto questo aspetto la Lombardia non è certo tra le Regioni più
spendaccione.
Ma dove, sia detto con tutto il rispetto, casca
l’asino? Casca nella location scelta per l’intervista: una delle
località turistiche più prestigiose e salate quanto il mare di
fronte al quale si trova, con tanto di sfondo di yachts di
superlusso, tranquillamente ormeggiati al riparo da qualsiasi tassa
patrimoniale che l’orda bolscevica, mai del tutto sopita, sogna di
imporre loro. In tutta franchezza non è parso il luogo migliore per
dire le cose migliori e naturalmente sul web proteste e sfottò si
sono sprecati: la scena assomigliava troppo a quei luculliani
banchetti che la FAO organizza in occasione dei convegni che tiene
per discutere della fame nel mondo, fatte ovviamente le debite
proporzioni.
Insomma in un’epoca in cui si cerca di salvare il
salvabile, nell’elenco delle cose da salvare non sarebbe male
metterci anche il buon gusto e il senso dell’opportunità. Ci sarà
pur stato a Porto Ercole (o dove diavolo è stata registrata
l’intervista) un muretto incolore che non grondasse sfacciata
ricchezza no? Che ne so il retro di un ristorante da 150 euro a pasto
ad esempio, tanto per salvare capra e cavoli.
Ma non è finita qui, c’è anche la
questione dei ticket sulla sanità inserita dalla recente manovra
economica. Sono infatti ben 7 le regioni che non li applicheranno:
Veneto, Umbria, Emilia Romagna, Toscana,
Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e Sardegna. Un elenco
abbastanza trasversale dunque e non certo animato da intenti polemici
a carattere politico-ideologico nei confronti del governo centrale.
In questo elenco la Regione Lombardia non appare.
E ciò sembra
davvero strano se andiamo a leggere le dichiarazioni dello stesso
Formigoni in occasione dell’approvazione del bilancio della Regione
anno 2010 da parte della Corte dei Conti
che promuovendolo lo definì solido e ben
strutturato, al punto da spingere lo stesso Formigoni a dichiarare
che: “La Corte dei Conti ha riconosciuto gli sforzi messi in atto
da Regione Lombardia per tenere i conti sotto controllo senza
però penalizzare cittadini e imprese. Sono
particolarmente soddisfatto di questo giudizio e sono convinto
che, come ha ricordato anche il presidente della Sezione Nicola
Mastropasqua, un’analisi così attenta dei dati di bilancio e
una collaborazione propositiva fra magistratura contabile
e istituzioni locali possano essere uno stimolo alla
buona amministrazione e un modello concreto per altre aree del
Paese”. Insomma non proprio uno scenario da collasso finanziario
fino al punto di avere bisogno dei ticket sanitari per tirare avanti.
E c’è di più : “L’osservazione che più mi ha colpito
dichiarò all’epoca l’assessore Colozzi – riguarda la
riconciliazione patrimoniale e finanziaria operata sul settore
della sanità: in pratica i giudici e i tecnici della Corte
hanno esaminato in modo approfondito i bilanci delle strutture
sanitarie lombarde, analizzandone debiti e crediti e la loro
corrispondenza nel bilancio di Regione Lombardia, certificandone
l’assoluta trasparenza e la piena coincidenza. Chissà se
tutte le Sezioni regionali della Corte abbiano mai avviato
simili verifiche incrociate con la stessa attenzione dimostrata
dai magistrati lombardi? Sono sicuro che ne avremmo viste delle
belle”.
L’assessore avrà sicuramente avuto ragione, ma al
momento quello che si vede è che buona parte dei cittadini lombardi
vedranno sfilarsi delle “belle banconote” dalle tasche per farsi
curare. Il governatore della Regione da parte sua ha comunque
dichiarato: “la Lombardia sta valutando se riuscirà ad abbassare
il ticket, non dico eliminarlo del tutto ma almeno abbassarlo, ma -
ha avvertito - dobbiamo poi togliere servizi da un altra parte. I
conti alla fine devono tornare”.
E che debbano tornare è
fuori discussione, è quando partono che la gente si preoccupa.
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