martedì 19 luglio 2011

REGIONE - Formigoni, le camicie, la location e i tickets sanitari



Non sono tempi facili per il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Passino le camicie sfavillanti e per lo più floreali con cui recentemente si è presentato in televisione e passino anche gli sgargianti abiti arancioni (un ossimoro politico cromatico si direbbe) indossati anche in seriose occasioni ufficiali. Ma la gaffe sulla location dell’ultima intervista rilasciata al TG3 lascia perplessi e induce a pensare a una qualche carenza di concentrazione sia sua che del suo staff... 

Tema dell’intervista: i sacrifici che, noi, dobbiamo fare per salvare il Paese dalla bancarotta e i sacrifici che la classe politica in genere, dovrebbe fare ma che si guarda bene dal fare, quelli simbolici compresi (c’è sempre il rischio che da cosa nasca cosa o addirittura che qualcuno pensi che dalle parole si debba passare ai fatti). Fin qui tutto bene, tra l’altro va riconosciuto che sotto questo aspetto la Lombardia non è certo tra le Regioni più spendaccione. 

Ma dove, sia detto con tutto il rispetto, casca l’asino? Casca nella location scelta per l’intervista: una delle località turistiche più prestigiose e salate quanto il mare di fronte al quale si trova, con tanto di sfondo di yachts di superlusso, tranquillamente ormeggiati al riparo da qualsiasi tassa patrimoniale che l’orda bolscevica, mai del tutto sopita, sogna di imporre loro. In tutta franchezza non è parso il luogo migliore per dire le cose migliori e naturalmente sul web proteste e sfottò si sono sprecati: la scena assomigliava troppo a quei luculliani banchetti che la FAO organizza in occasione dei convegni che tiene per discutere della fame nel mondo, fatte ovviamente le debite proporzioni. 

Insomma in un’epoca in cui si cerca di salvare il salvabile, nell’elenco delle cose da salvare non sarebbe male metterci anche il buon gusto e il senso dell’opportunità. Ci sarà pur stato a Porto Ercole (o dove diavolo è stata registrata l’intervista) un muretto incolore che non grondasse sfacciata ricchezza no? Che ne so il retro di un ristorante da 150 euro a pasto ad esempio, tanto per salvare capra e cavoli.

Ma non è finita qui, c’è anche la questione dei ticket sulla sanità inserita dalla recente manovra economica. Sono infatti ben 7 le regioni che non li applicheranno: Veneto, Umbria, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e Sardegna.  Un elenco abbastanza trasversale dunque e non certo animato da intenti polemici a carattere politico-ideologico nei confronti del governo centrale. In questo elenco la Regione Lombardia non appare

E ciò sembra davvero strano se andiamo a leggere le dichiarazioni dello stesso Formigoni in occasione dell’approvazione del bilancio della Regione anno 2010 da parte della Corte dei Conti  che promuovendolo lo definì solido e ben strutturato, al punto da spingere lo stesso Formigoni a dichiarare che: “La Corte dei Conti ha riconosciuto gli sforzi messi in atto da Regione Lombardia per tenere i conti sotto controllo senza però penalizzare cittadini e imprese. Sono particolarmente soddisfatto di questo giudizio e sono convinto che, come ha ricordato anche il presidente della Sezione Nicola Mastropasqua, un’analisi così attenta dei dati di bilancio e una collaborazione propositiva fra magistratura contabile e istituzioni locali possano essere uno stimolo alla buona amministrazione e un modello concreto per altre aree del Paese”. Insomma non proprio uno scenario da collasso finanziario fino al punto di avere bisogno dei ticket sanitari per tirare avanti. 

E c’è di più : “L’osservazione che più mi ha colpito dichiarò all’epoca  l’assessore Colozzi – riguarda la riconciliazione patrimoniale e finanziaria operata sul settore della sanità: in pratica i giudici e i tecnici della Corte hanno esaminato in modo approfondito i bilanci delle strutture sanitarie lombarde, analizzandone debiti e crediti e la loro corrispondenza nel bilancio di Regione Lombardia, certificandone l’assoluta trasparenza e la piena coincidenza. Chissà se tutte le Sezioni regionali della Corte abbiano mai avviato simili verifiche incrociate con la stessa attenzione dimostrata dai magistrati lombardi? Sono sicuro che ne avremmo viste delle belle”. 

L’assessore avrà sicuramente avuto ragione, ma al momento quello che si vede è che buona parte dei cittadini lombardi vedranno sfilarsi delle “belle banconote” dalle tasche per farsi curare. Il governatore della Regione da parte sua ha comunque dichiarato: “la Lombardia sta valutando se riuscirà ad abbassare il ticket, non dico eliminarlo del tutto ma almeno abbassarlo, ma - ha avvertito - dobbiamo poi togliere servizi da un altra parte. I conti alla fine devono tornare”. 

E che debbano tornare è fuori discussione, è quando partono che la gente si preoccupa.

Nessun commento:

Posta un commento