L'oggetto del contendere è il calendario
dei due nidi comunali: l'Amministrazione vorrebbe garantire alle famiglie più
giorni di apertura; le educatrici chiedono, invece, di chiudere durante le
festività natalizie e pasquali e di poter usufruire dei giorni di ferie in
altri periodi dell'anno.
“In un primo momento avevamo chiesto alle
dipendenti comunali – sottolinea il direttore generale Giuseppe Cremona, che ha
guidato la delegazione trattante – di assicurare un'apertura anche nel periodo
almeno natalizio, così come chiesto da molti genitori...
Dopo diversi tentativi
di intermediazione avevamo valutato insieme l'ipotesi della chiusura solo nella
settimana di Natale, arrivando poi fino a Capodanno. In cambio, però – precisa
Cremona – abbiamo chiesto loro di garantire il servizio nido alle famiglie per
un periodo maggiore, durante il resto dell'anno. Invece le organizzazioni
sindacali sono irremovibili”.
Tanto che il sindaco, che segue la
vicenda fin dalle prime fasi, intende promuovere un percorso di partecipazione
rivolto alle famiglie per valutare se la maggioranza di loro è d'accordo su una
maggiore apertura o meno del servizio.
Il servizio asilo nido, infatti, non è
come quello offerto dalla scuola in generale. Ha una peculiarità sociale,
perché garantisce un supporto a una fascia d'utenza particolarmente delicata,
cioè bambini da 0 a
3 anni. Sono quindi fondamentali soluzioni organizzative sempre più flessibili
per far fronte alle crescenti difficoltà di conciliazione tra tempi familiari e
di lavoro (nuclei, sempre più monoparentali, privi di appoggi per la cura dei
propri figli durante l’attività lavorativa extradomestica, soprattutto delle
mamme).
“Le altre questioni, come il rapporto
educatrice/bambino o l'ipotesi di alienazione dello stabile che ospita l'asilo
nido Garibaldi – precisa il direttore generale – sono solo pretestuose. Nel
primo caso, perché si tratta di parametri stabiliti da specifiche norme. Nel
secondo, in quanto è stato detto in tutte le sedi istituzionali che il servizio
continuerà a funzionare, anche quando verrà individuata una nuova sede”.
D'altra parte, sia il sindaco Vincenzo
D'Avanzo sia la sua vice Lilia Di Giuseppe, che ha anche la delega alle
politiche sociali, hanno ribadito più volte che l’asilo nido pubblico rimane
uno dei servizi cardine ed essenziali per supportare le famiglie che hanno
scelto di non sacrificare il desiderio di avere figli ma che, per questo, si
dibattono quotidianamente nel tentativo di conciliare al meglio le esigenze di
cura con contratti di lavoro sempre più atipici e temporalmente limitati.
Posizioni duramente contrastate dalle organizzazioni
sindacali che hanno proclamato lo stato di agitazione e promettono un settembre
caldo e non solo sul Nido. Sotto accusa il direttore generale Giuseppe Cremona
accusato di comportamento antisindacale e di chiusura rigida alle esigenze dei
lavoratori. Questi ultimi chiedono di non avere ferie imposte, assicurano la
loro disponibilità anche nei giorni di chiusura utilizzabili per aggiornamenti
e programmazione.
Chiedono in pratica che, così come è per gli altri dipendenti
sia loro permessa una scelta minima di cui avvalersi per le ferie per ragioni personali.
Una richiesta che pare ragionevole al sindacato considerato che i lavoratori
del Nido fino a poco tempo fa erano riotenuti un fiore all’occhiello
dell’amministrazione cesanese proprio per la loro professionalità mentre ora si
trovano sul banco degli imputati. Tagli e limitazioni si effettuano, sempre
secondo le organizzazioni sindacali, dietro il comodo alibi delle manovre
restrittive del governo, senza cercare soluzioni che vadano in direzione delle
esigenze della cittadinanza.
Da settembre prenderanno quindi il via, in assenza
di novità, scioperi e manifestazioni, di cui il direttore generale sarà il
bersaglio privilegiato. E non solo per il Nido, anche l’interruzione delle
trattative con il Comune di Corsico a proposito del servizio associato di Polizia
locale viene imputata all’indisponibilità di Giuseppe Cremona. Come se non
bastasse altra legna sul fuoco viene dalla vicenda dell’ufficio distaccato
presso il centro commerciale Auchan, sede considerata invivibile soprattutto
d’estate, per il personale distaccato. Secondo il sindacato c’è l’intenzione di
spendere alcune migliaia di euro per rimediare alla situazione. Spesa eccessiva
e destinata ad una soluzione provvisoria per un servizio la cui utilità è
seriamente messa in discussione.
Se le educatrici del nido rappresentano delle lavoratrici ipertutelate, Cremona è la persona meno adatta a parlare con chiunque di sacrifici (in quanto guadagna 120mila euro all'anno).
RispondiEliminaMa stiamo parlando di un servizio con professionalità educative o di un parcheggio per sì chi ha scelto di non rinunciare ad avere figli, ma non vuole rinunciare alla libertà propria che inevitabilmente un figlio toglie ma consente di viverla insieme?
RispondiEliminaChi ha "contratti di lavoro sempre più atipici e temporalmente limitati" non accede neppure alle graduatorie e tantomeno richiede il servizio dato il continuo aumentare delle rette richieste.
Perchè non ripensare ad un servizio educativo, formativo in luoghi dove i figli crescano sicuri e pronti ad affrontare le successive tappe scolastiche in maniera sempre più partecipata ed attiva e non da spettatori in quanto abituati a subire la non presenza dei genitori che tanto li hanno desiderati?
Oppure è solo una mossa politica (la scusa di offrire un servizio più lungo e completo in termini temporali di apertura) per giustificare l'aumento delle rette per i paganti.....