Il prossimo 19 luglio ricorre il diciannovesimo anniversario dell’attentato di Via D’Amelio che costò la vita a Paolo Borsellino, uomo simbolo della lotta alla mafia insieme a Giovanni Falcone. Per ricordare il sacrificio del magistrato siciliano, Fabio Raimondo - dirigente provinciale del PDL e assessore comunale della città di Melegnano - ha promosso una mozione che nei prossimi giorni sarà presentata e discussa in numerosi consigli comunali della provincia di Milano...
La mozione intende impegnare i Comuni su più fronti: intitolare una strada o un parco cittadino a Paolo Borsellino; intraprendere iniziative di contrasto a ogni forma di abusivismo, spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo e altre attività criminali; attivare percorsi di sensibilizzazione nelle scuole attraverso incontri, campagne informative, percorsi culturali e sociali; attivare una campagna d’informazione rivolta alla cittadinanza contro il racket e l’usura e gli strumenti legislativi esistenti per chi denuncia i propri estorsori e usurai; costituirsi parte civile nei processi contro le attività criminose di stampo mafioso afferenti il proprio territorio comunale, destinando l’eventuale risarcimento a un fondo a sostegno delle vittime del racket e dell’usura e al sostegno delle realtà associative assegnatarie di immobili confiscati alla criminalità organizzata.
“I partiti – spiega Fabio Raimondo - hanno una grande responsabilità nella lotta alla criminalità organizzata. L’intransigenza di chi rappresenta le istituzioni nelle Amministrazioni locali è spesso l’unico antidoto alla corruzione, al malaffare e all’infiltrazione mafiosa. L’immagine dei partiti, da nord a sud, viene a volte macchiata da uomini discussi e confusi con il tessuto malavitoso del territorio, proprio per questo la buona politica è chiamata ogni giorno a vigilare sul rispetto della legalità e della trasparenza amministrativa.
Paolo Borsellino – conclude Raimondo – ripeteva spesso: ‘a fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato’. Chi fa politica, a qualunque livello e in qualunque partito, deve farsi lo stesso esame di coscienza e porsi la stessa domanda.”
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