“Ho sempre detto, fin
dal primo giorno del mio insediamento – evidenzia la sindaca Maria Ferrucci –
che il compito svolto quotidianamente dai dipendenti comunali è strategico
per garantire il buon funzionamento della città. Per questo ho più volte
ringraziato pubblicamente per lo sforzo profuso, nella convinzione che prima di
essere amministratori e dipendenti pubblici siamo cittadine e cittadini e con
loro dobbiamo condividere i problemi del momento. Con la necessità di fare
qualcosa in più: individuare insieme soluzioni che permettano di uscire
dall'emergenza”...
Una realtà dei fatti
che viene però stravolta da un volantino
diffuso in città e da un lungo documento pubblicato su periodici locali (QUI IL TESTO) dalle
organizzazioni sindacali, nei quali si accusa l'amministrazione di “voler
peggiorare i servizi offerti alla cittadinanza”.
“Le cose non stanno
affatto così – spiega l'assessore al personale, Emanuele Schmidt – e per
completezza d’informazione è importante sapere che non ci saranno effetti
sulle manutenzioni stradali di emergenza, né sugli eventi cittadini
(sagra, concerti, manifestazioni), né sull’orario di servizio dei nidi. Anche
le scuole per l'infanzia comunali non sono in alcun modo interessate. E
su questo intendiamo tranquillizzare le mamme e i papà”.
I vincoli imposti hanno
ripercussioni sull'orario di servizio della polizia locale. “Siamo stati
costretti a rivederlo – precisa l'assessore – nei giorni feriali. Dall'1 luglio
termina alle 19.30 (come già avveniva in gennaio, febbraio e agosto), con una
pausa di mezz'ora nel corso della giornata, e non alle 20.30 (in precedenza
l'orario veniva allungato di un'ora in marzo, aprile, ottobre, novembre e
dicembre) o alle 24 (prima previsto in maggio, giugno, fino alla di metà luglio
e settembre)”. Non ci sarà più il servizio straordinario della domenica e dei
giorni festivi.
“È falso dire che
quanto fatto nel 2012 non verrà pagato. Il comune – precisa Emanuele Schmidt -
ha sempre retribuito il lavoro chiesto e svolto, ma stando così le cose ha
dovuto riorganizzare alcuni servizi, in maniera che non si chiedano ai
dipendenti prestazioni aggiuntive che non siamo in grado di retribuire. I dipendenti
ovviamente continueranno a percepire il loro stipendio pieno, inclusi gli
aumenti maturati nel corso degli anni”. Le
organizzazioni sindacali evitano di spiegare ai cittadini che le voci di spesa per stipendi e indennità non possono
essere spostate da una parte all’altra del bilancio: è impossibile, ad esempio,
trasferire risorse dal fondo dei dirigenti a quello dei dipendenti oppure
prelevare da altri capitoli di bilancio le risorse per pagare gli stipendi.
Qual è stato il
problema, allora? Gli importi disponibili per pagare quote di salario
aggiuntivo per prestazioni che richiedono turno, reperibilità, disagio,
maneggio valori e altre indennità sono stati, negli anni, prevalentemente
impegnati per altre voci di stipendio fisse, le cosiddette “progressioni
orizzontali” (che sono aumenti di stipendio stabili per la stragrande
maggioranza dei dipendenti, maturati negli anni passati, per circa 500.000
euro all’anno).
Una pratica che le organizzazioni
sindacali e le stesse rappresentanze sindacali unitarie (RSU), che
oggi accusano l'Amministrazione di aver commesso degli errori, hanno condiviso
fin dal 2001, sottoscrivendo i contratti decentrati.
“Per
sostenere economicamente gli aumenti di stipendio – spiega l'assessore – il
comune ha dunque fatto ricorso ad altre risorse variabili, che sarebbero
dovute essere utilizzate solo per scopi innovativi e straordinari. Il nuovo Collegio dei revisori dei Conti
di nomina prefettizia, che si è insediato a gennaio, ha segnalato questa
anomalia, chiedendo di recuperare le somme che non avrebbero dovuto essere
pagate”. Questo, però, inciderà inevitabilmente solo sul futuro, perché
l'amministrazione non ha voluto in alcun modo, come invece è avvenuto in altri
enti locali italiani, chiedere la restituzione di quanto già pagato.
Basta con le strumentalizzazioni! Dipendenti comunali continuate a considerarvi privilegiati rispetto a tanta altra gente!
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