Ma sì, mi pare una scelta sensata, in fondo. Perché non chiudere direttamente per ferie e rivedersi a settembre? Tanto l’Italia non ha problemi, non sta sprofondando. Le persone stanno bene, guadagnano, hanno un lavoro, vanno in vacanza...
Peccato che l’Italia sopra descritta sia ben diversa da quella reale. L’Italia, quella vera, sta annaspando. E se qualcosa non verrà fatto da chi ha l’onore/onere di legiferare, il rischio di un black out sistemico sociale nazionale non sarà solo la boutade di qualche catastrofi sta, ma la cruda realtà.
L’Italia dei signori che si permettono di bloccare il Parlamento per uno o tre giorni (o quanti saranno, non ci è dato sapere con certezza come si evolverà la vicenda nel momento in cui vi scriviamo) è di certo ben diversa da quella che raccontiamo sulle pagine del giornale e che osserviamo quotidianamente.
La loro Italia è ricca, florida. La nostra decisamente meno. Chi ha più colpe allora? Chi, pestando i piedi come un bambino, ha deciso per dispetto di bloccare tutto il Parlamento perché i tempi della Giustizia per una volta sono stati corretti? Chi asseconda le follie dell’alleato perché da solo non ha i numeri per governare? Chi non ha saputo proporre una vera alternativa? Chi ha votato gli uni o gli altri? Chi?
Una cosa è certa, e riguarda tutti senza esclusione di colpa: “Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti”.
Riprendiamo quello che era stato l’appello del Sole24ore al governo Monti nel novembre 2011: “Fate qualcosa, e fate presto” (finora non ci siamo quasi accorti della vostra presenza, se non per qualche buffonata di palazzo). Noi questa non ve la perdoniamo proprio.
Andrea Demarchi
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