giovedì 24 gennaio 2013

Ciao Fulvio. (da Andrea a Andrea Scova)

Caro Andrea,


voglio scrivere a te. E credo che Fulvio me lo consentirà dato che non amava mettersi in proscenio e tanto di lui hanno già in modo commovente scritto i miei colleghi ed ex. Ci conosciamo poco io e te, ci accomuna un nome proprio (disicuro non la fede calcistica!) e qualche breve chiacchierata.

Abbiamo da oggi un’altra triste cosa in comune: abbiamo visto scomparire in un attimo il nostro papà. Io ero un po’ più grandicello di te, ma ti assicuro che questa sera in ospedale, nello stesso ospedale, mentre ti guardavo negli occhi, mi sono rivisto qualche anno fa…

So cosa stai provando, so quanto in questo momento tu ti senta perso, vuoto. Guarda però al tuo fianco! C’è la tua grande mamma che come il tuo papà ti vuole un mondo di bene e ti accompagnerà in questo momento. E sono certo che ovunque esso sia anche il caro Fulvio sarà ancora lì, seppur in modo diverso, a tenerti per mano. 
Lo conosco bene il tuo papà, lo sai. Siamo stati “compagni di banco” per tanti giorni sul lavoro e non sai quante volte abbiamo parlato di te.

Proprio una delle ultime volte, mentre andavamo per un’intervista, mi raccontava di quanto fossi cresciuto, di quanto il suo piccolino stesse “prendendo il volo dal nido” e quanto questa cosa lo spiazzasse.
Ma lo diceva col sorriso sul volto: fiero e completamente rivolto a te!

Ti abbraccio forte Andrea, è il massimo che riesco a scriverti, ora.

Andrea

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