Senza più assessori (una parte dimessi, l’altra attualmente in custodia cautelare). Senza più una squadra amministrativa. Nel pieno di uno scandalo che ha coinvolto due componenti della giunta comunale, funzionari ed imprenditori per associazione a delinquere finalizzata a corruzione. In attesa delle conseguenze dell’incontro con il Prefetto di Milano Camillo Andreana, che è avvenuto martedì scorso 21 maggio e che dovrà necessariamente dare soluzioni a breve e medio termine...
Ma con ancora la voglia di rimanere: Giorgio Tomasino non lascia il ruolo di primo cittadino, nonostante la bufera di queste settimane stia dando parecchi scossoni alla macchina amministrativa di Trezzano sul Naviglio. A prova di ciò, per smentire le voci che parlavano di un suo possibile addio e per arginare la richiesta di dimissioni giunta dalle opposizioni, il sindaco di Trezzano ha rilasciato al quotidiano Il Giorno un’intervista nella quale ha confermato convinto le sue posizioni: “La reazione a caldo, quando mi hanno avvisato di quanto stava accadendo, è stata quella di mandare tutto all’aria. Per usare termini consoni. Poi è subentrato il senso di responsabilità, il rispetto nei confronti delle istituzioni e della carica che ricopro”.
E ancora: “Se avessi dato le dimissioni, mi sarei risparmiato tutto il fango che mi stanno buttando addosso, anche se non sono stato coinvolto. Però il mio ruolo m’impone di pensare e capire quali potrebbero essere le conseguenze di ogni atto. In questi anni ho lavorato solo per l’interesse della città”.
Il tutto per evitare il Commissariamento, una triste parentesi che Trezzano sul Naviglio ha già dovuto vivere per ben tre volte e che ora più che mai vede di nuovo avvicinarsi minacciosamente. Tomasino si sta impegnando, dunque, nella disperata ricerca di un via alternativa politica per scongiurare anche eventuali elezioni anticipate che certo non vedrebbero favorita mediaticamente la sua coalizione dopo lo scoppio dello scandalo.
A proposito della bufera Giorgio Tomasino, oltre che sottolineare la fiducia nel lavoro della magistratura (una rarità di questi tempi) nella sua intervista ha voluto chiarire la sua posizione sul Piano del Governo del Territorio (PGT), il fulcro delle indagini in corso: “ll PGT è legittimo. Non è vero che si sarebbe spostato un asilo per far posto a un parcheggio; la questione è molto più complessa. Attraverso una permuta era stata individuata un’altra area sulla quale l’operatore avrebbe dovuto realizzare un nuovo asilo con migliorie alle aree verdi e alla viabilità. Non riesco davvero a capire perché questo operatore avrebbe dovuto pagare una tangente per realizzarlo, l’operazione andava già a beneficio di tutti”.
E nel ripercorrere il periodo di gestazione del documento, il primo cittadino ha sottolineato un momento di tensione in particolare che si era creato in giunta nella gestire la questione di tale area: “Alcuni assessori chiedevano di dividere l’area che avrebbe dovuto accogliere il nuovo asilo in due: una parte destinata alla struttura pubblica, l’altra a residenziale. Io mi opposi”.
Intanto l’opposizione non sta a guardare. Il centrosinistra di oggi richiede in modo reiterato le dimissioni del sindaco. Mentre il centrosinistra di ieri ha deciso tramite un comunicato stampa congiunto, firmato dall’intera amministrazione Scundi (in carica dal 2005 al 2010), di smentire delle affermazioni pubblicate erroneamente su alcuni quotidiani. Come spesso accade quando grandi colossi come Repubblica (molto dediti alla cronaca nazionale, ma poco aderenti alle realtà locali) si immergono in fatti relativi a Comuni ed amministrazioni, di imprecisioni ne escono fisiologicamente fuori.
Negli ultimi giorni si è letto che la giunta guidata dall’ex sindaco Tiziano Butturini nel 2010 era già stata spazzata via per problemi giudiziari. Notizia inesatta: nel comunicato si è spiegato innanzitutto come Butturini sia stato sì coinvolto in un’indagine, ma nelle vesti di amministratore di una società spa e non da primo cittadino. Butturini aveva ricoperto, a Trezzano, la carica di sindaco ma soltanto nel periodo 1985-1994.
Nel comunicato, gli esponenti di centrosinistra hanno poi voluto sottolineare che la posizione giudiziaria dell’ex prima cittadina Liana Scundi (moglie di Butturini, un legame che ha rappresentato il principale motivo del suo coinvolgimento nell’indagine) è stata archiviata dal gip all’interno dell’inchiesta. E che la Scundi non si è voluta ricandidare di sua spontanea volontà nel 2010, solo per rispetto delle indagini in corso che l’hanno poi scagionata.
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