Dramma a Rozzano, dove nelle ultime settimane si sono susseguite notizie orribili e di violenza nei confronti di alcune donne..
Si conclude con l’episodio di lunedì 22, quando una ragazzina di 16 anni è stata sequestrata, costretta a spogliarsi e portata via in un furgone da un gruppo di nordafricani. La ragazza tornava a casa da scuola e dopo essere stata palpeggiata e bendata, è stata abbandonata a Zibido San Giacomo. Da lì, sotto shock e senza alcun mezzo per comunicare, la ragazzina è tornata a Rozzano utilizzando i mezzi pubblici e, una volta arrivata, è partita la denuncia ai Carabinieri.
A Rozzano, come fisiologico che sia, si vive ora sul “chi va là”. C’è chi parla di sicurezza da rafforzare, c’è chi incolpa l’amministrazione, in un modo francamente esagerato, e c’è anche chi propone le ronde.
La realtà è che a mancare, al di là di quelle che possono essere le potenziali azioni a livello locale, è una legge vera, che condanni in maniera pesante ed equa violenze di questo tipo. E qui è lo Stato a dover intervenire, a dover legiferare, a dover fare qualcosa per risolvere quello che sta diventando, sempre di più un cancro sociale. Chi stupra e chi violenta, oggi, non ha minimamente paura delle possibili conseguenze, perché è molto probabile che non ne subisca.
Si tratta di un cancro terribile, che per essere sradicato necessita anche di un’educazione civile che oggi, in questa Italia malata, sostanzialmente non esiste. Senza cadere necessariamente in populismi, è evidente che di questo fatto, nelle scuole, tra le generazioni più giovani, non se ne parla ancora abbastanza.
Andando avanti di questo passo, senza impegnarsi con decisione in risposte concrete, si prospettano situazioni simili a quelle verificatesi nel secondo stupro che abbiamo descritto: giustizia privata, linciaggio, rabbia di massa e ulteriore violenza per sanare altre terribili violenze.
D.M.
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