Bruna Brembilla, “storica” sindaca del centrosinistra cesanese e attualmente consigliere provinciale per il PD, non ha dubbi. Alle primarie del centrosinistra di domenica 25 novembre voterà per Pier Luigi Bersani. Anche lei ha dei perché molto precisi, in particolare, quando la incontriamo, ne cita tre. “Il mio voto per Bersani si basa in sintesi su tre motivi fondamentali. In primo luogo l’attuale segretario ha riportato al centro del dibattito politico la questione del lavoro, delle persone che hanno meno e che hanno più bisogno. Di lavoro in primo luogo.
In questi anni anche noi abbiamo troppo indugiato su questioni di ingegneria istituzionale, su diritti sacrosanti ma che riguardavano solo una parte del tessuto sociale e abbiamo un po’ oscurato due parole che non sono antiche ma che sono storicamente ben presenti nella vita politica e sociale di un Paese: lavoro e uguaglianza...
Inoltre con Bersani è stata finalmente scritta la parola fine ad una concezione troppo leaderistica e personalistica del partito. Anche in questo credo che abbiamo avuto una qualche responsabilità nella rincorsa alla persona carismatica e rappresentativa. Non era nella nostra natura né nella nostra tradizione. Ora finalmente si è tornati con determinazione ad una concezione del partito in cui sono protagonisti tutti i suoi aderenti, una gestione partecipata aperta al contributo di chi per questo partito spende tempo e fatica, mi piace richiamarmi in questo senso al concetto di “intellettuale colletivo” che fu elaborato da Antonio Gramsci.
Da ultimo e senza voler essere necessariamente polemica, voglio anche citare la questione del rinnovamento delle classi dirigenti. Tutto si può rinnovare, anzi si deve, ma senza dimenticare la propria storia e le proprie radici (non ci sono foglie nuove senza le radici dell’albero, è una frase che mi piace perché rende bene l’idea). Qui non si tratta di nostalgie del tempo che fu, si tratta di ricordare la storia di un partito fatto da donne e uomini in carne e ossa, che con il loro impegno, qualche volta con il loro sacrificio, si sono spesi per decenni nell’opera di costruzione di un Paese che sta attraversando una grave crisi economica e anche culturale, ma che resta, comunque, un grande Paese democratico, nel quale i valori della libertà, della giustizia e dell’uguaglianza sono il comune sentire di milioni di donne e uomini. Le nostre radici affondano in questa opera di costruzione comune e non possono essere né dimenticate né strappate”.
Fulvio Scova
Qualche tempo fa avevo sollevato dubbi sulla reale funzione delle prossime primarie o almeno sul fatto che vi partecipino più esponenti del PD. Ora invece i candidati si sono moltiplicati (Renzi, Bersani, Puppato e Civati) mentre sono stati azzerati i miei dubbi. Ed è stato proprio chi ha più da perdere a cancellarmi ogni remora. E’ stato Bersani ha spiegarmi che “non ci si nasconde dietro ad una regola”. Ed io ho capito.
RispondiEliminaInoltre citando “Le primarie non sono un congresso, si decide CHI porterà avanti le idee del PD, non QUALI idee portare avanti”.
E quali sono queste idee che Bersani ritiene imprescindibili per rimettere in sesto il paese? Eccone alcune.
•Lavoro: Non si può non partire da qua a ricostruire l’Italia. E Bersani è chiaro “lo statuto dei lavoratori è un segno di civiltà intoccabile”. Si è creato un sistema fatto di precarietà in cui i giovani non hanno futuro, chi ha un lavoro deve lottare ogni giorno per mantenerlo e chi si avvicina alla pensione si vede rimandare sempre un po’ più in là il traguardo. Il nostro modello deve essere quello tedesco, fatto da flessibilità organizzativa non da precarietà e paura.
•Welfare: Lo Stato Sociale è stato demolito nei lunghi anni berlusconiani, il fondo sociale è vuoto e la gente è sempre più in difficoltà. Il divario tra chi ha più e chi non ha nulla aumenta, diventiamo una società-clessidra. Qui deve agire un governo di centrosinistra, spostando fondi per gli anziani, i malati, la scuola e tutto ciò che può migliorare la vita delle persone.
•Economia: Prendiamo il buono del governo Monti e decliniamolo secondo i dettami qua sopra. Come farlo? Prima di tutto con una tassa sulle transazioni finanziarie, poi un tetto per i salari dei manager pubblici e infine con una ripartizione della tassazione più equa e più spostata sui ricchi. Perchè la crisi deve essere pagata da chi l’ha provocata.
•Europa: non possiamo fare niente di quello scritto sopra se restiamo diversi dagli altri stati europei. Un puzzle di legislazioni diverse, mischiate da economie e sistemi sociali eterogenei, provocherà sempre il panico nei risparmiatori di tutto il mondo. Solamente sintonizzando più cose possibili riusciremo a dare credibilità al vecchio continente come entità politica. Per questo il PD è in linea con i partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti per dare una governance più forte all’Europa.
•Sobrietà: In Italia siamo alla deriva. Manca una destra di livello europeo con cui confrontarsi e scontrarsi, abbiamo un sottobosco di movimenti di protesta montante contro ogni forma politica organizzata ed abbiamo Grillo. Ogni sorta di populismo da noi ha il diritto di cittadinanza. Ma la gente deve sapere che è grazie al PD se il finanziamento pubblico è stato dimezzato e non esistono più vitalizi! Siamo ancora lontani dall’obbiettivo, ma non siamo ne la maggioranza parlamentare, ne tantomeno il Governo!
•Diritti Civili: La politica non è solamente gestione di soldi. E’ bene metterlo in chiaro. Qua si tratta di dare alle persone le stesse possibilità quindi perchè una coppia gay abbia gli stessi diritti di una etero è necessario introdurre in Italia il matrimonio gay. Sarà il primo passo verso un paese più libero, con persone più felici che lo abiteranno con meno preoccupazioni.
•Cittadinanza: Altro tema imprescindibile è la cittadinanza per i nati in Italia, di qualunque provenienza. Un diritto sacrosanto, che provoca mostri giuridici e aberrazioni di bambini senza “patria” ma con tanta voglia di essere italiani. In un momento cosi delicato dove la xenofobia corre e cresce sarebbe un gesto forte da parte dello Stato.
Potrei continuare citando i passaggi sui giovani e sulle donne. Sulla vita di partito e sullo spirito dei volontari. Sulla natura del PD e sulle primarie. Ma mi fermo qua, perchè già questi punti sono una bella piattaforma per parlare di politica e per decidere chi volete che rappresenti questo programma.
Io ho già deciso.
Sto con Bersani. Senza se e senza ma.
Enrico Grava