La violenza sulle donne è un fatto pubblico. Che deve interrogare tutti, gli uomini e le donne, le istituzioni, le scuole. Che si deve riflettere su un cambiamento culturale, sulla rottura del silenzio del linguaggio di genere. Che deve portare ad atti concreti, come quelli che ha iniziato Corsico, con le donne dell’associazione Donne In Comune – sempre a sollecitare l’Amministrazione – e con il Consiglio comunale.
In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato organizzato un Consiglio comunale aperto che ha visto la partecipazione di tante donne – e peccato che non fossero più numerose, e meno male che tra il pubblico c’erano anche rappresentanti delle comunità straniere – e interventi accorati di consigliere, consiglieri, assessore, e naturalmente il pubblico e la sindaca Maria Ferrucci...
Proprio lei ha voluto prima di tutto ringraziare le donne corsichesi che hanno voluto questa serata, invitando tutti a non renderla “un’alibi” per fermarsi e non proseguire la battaglia quotidiana contro le violenza sulle donne e per l’affermazione dei loro diritti.
Entro il mese di dicembre, ha annunciato la sindaca, l’Amministrazione metterà a punto il regolamento per la costituzione della Consulta di genere, mentre è già iniziato un progetto importante con i bambini delle scuole primarie sulla “philosophy for children” che “si basa sul principio kantiano che bisogna sempre trattare gli altri come persone”. Anche le donne. E alle donne maltrattate Ferrucci vorrebbe destinare un immobile confiscato alla mafia: “Noi non abbiamo i fondi ma vogliamo lanciare una grande campagna perché chi può ci aiuti”.
Ed è stato detto in tutti gli interventi: la violenza è un fatto pubblico. E non vanno dimenticati i nomi, i volti: questo l’obiettivo di “Testimoni silenziose”, sagome rosse a rappresentare le donne uccise dalla violenza degli uomini (sagome create anche a Corsico).
I numeri sono impressionanti, impietosi: 84 femminicidi nel 2005, 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009, nel 2010 sono 127, 137 nel 2011. E da gennaio a settembre di quest’anno già 112 (quindi di più se solo consideriamo i casi delle ultime settimane, da Palermo a Milano). Numeri non definitivi, approssimativi, troppo alti per un paese civile. Tanto che l’Italia ha subito un richiamo dall’Onu con Rashida Manjoo che ha chiesto al nostro Paese di fare di più: una legge specifica sulla violenza alle donne, una struttura governativa che tratti nello specifico parità e violenze, finanziamenti a case, rifugi e centri antiviolenza, la ratifica della Convenzione di Istanbul per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli.
C’è poi la necessità di fare memoria: Corsico non può e non deve dimenticare Chiara Marino, la giovane corsichese uccisa nel 1998 dalle Bestie di Satana, ritrovata solo nel 2004. Durante il Consiglio la ricorda con parole commoventi il presidente del Consiglio comunale Francesco Magisano.
Un segno potrebbe essere dedicarle una via: delle 159 strade di Corsico, solo cinque hanno il nome di una donna (e di queste, quattro sono nel nuovo quartiere Burgo).
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